Sono molte le aziende del settore termo-idraulico a confermare una ripresa nella domanda delle installazioni condominiali. Guardando in dettaglio al mercato della contabilizzazione, secondo Qundis, tra i principali player nel settore dei misuratori e dei sistemi per la contabilizzazione del calore, è tornata a crescere la richiesta di installazioni legate alle vecchie costruzioni, con un focus specifico che riguarda il grande capitolo delle sostituzioni. Infatti, considerando che una prima installazione massiva di ripartitori di calore ha preso il via intorno al 2010, appare evidente come in molti casi sia necessario sostituire questi dispositivi.
Parte del merito di questa crescita nella domanda è dovuto alla normativa EED 2018/2002 che va nella direzione del risparmio energetico e della riduzione delle emissioni e che si pone l’obiettivo di informare l’utente più frequentemente ed in modo più puntuale, per dargli la possibilità di monitorare ed eventualmente intervenire sui propri consumi.
In dettaglio, fino al 2020, il fatto che i ripartitori dei costi di riscaldamento potessero trasmettere via radio i valori di consumo rilevati rappresentava un’opzione vantaggiosa, con la Direttiva sull’Efficienza Energetica è diventato un obbligo di legge. Allo stesso modo, dal 1° gennaio 2022, negli immobili a lettura remota, le informazioni di fatturazione o di consumo non possono più essere fornite ai residenti due volte all’anno ma devono avere necessariamente cadenza mensile.
L’entrata in vigore della Direttiva ha, quindi, aiutato a sensibilizzare in materia, facendo crescere anche la domanda. Ma c’è dell’altro. Questione non secondaria, ed inerente, è quella rappresentata dall’incremento dei prezzi dei combustibili, che ha incentivato molto l’oculatezza personale nell’ambito dei consumi.
Infatti, sebbene i ripartitori di consumo non portino concretamente un risparmio energetico, offrono le informazioni indispensabili per poter raggiungere il risparmio desiderato e sono quindi essenziali per la causa. Molti utenti finali si sono resi conto di come sia necessario essere dotati di un impianto efficiente con i ripartitori dei costi di calore ben funzionanti, anche perché – se i ripartitori smettessero di funzionare a metà stagione – ci si ritroverebbe poi a fine anno a dover pagare dei consumi presunti e, probabilmente, versare più di quanto sarebbe lecito aspettarsi.
Ciò che in realtà fa rallentare un’effettiva ripresa delle attività installative è, da un lato, la carenza di componentistica elettronica che sta impattando tutti i settori creando dei ritardi fisiologici e alcuni leggeri rincari; dall’altra, l’indisponibilità di molti gestori di calore, che nel corso dell’ultimo anno hanno avviato molte ristrutturazioni legate al Superbonus 110% e che devono terminare i propri cantieri nonostante la scarsa disponibilità di materiali.
Per quanto riguarda le nuove costruzioni, si fa sempre più spazio la richiesta di contabilizzazione diretta, ossia la possibilità di misurare direttamente i kWh di energia consumati da ogni appartamento. In questa fetta di mercato c’è molto movimento, in quanto si stanno portando a termine i tanti progetti avviati in fase pre-Covid, e tanti ancora ce ne saranno, basti pensare alle nuove costruzioni in via di definizione per “Milano Cortina 2026”.
In conclusione, è positivo riscontrare come nel 2022 si sia finalmente giunti ad un livello di consapevolezza molto più elevato che porta gli utenti finali a voler misurare i propri consumi per avere un’indicazione esatta della propria spesa. Se tutti iniziassero ad agire in questo modo, nel lungo periodo si potrebbero riscontrare benefici concreti anche in termini ambientali.