Marlic: il progetto per economia circolare e materiali compositi

Presso il Chemistry Interdisciplinary Project (ChIP), innovativo Centro di Ricerca dell’Università di Camerino, si è tenuta il 20 aprile l’Assemblea Plenaria del progetto Marlic, co-finanziato dalla Regione Marche.
La giornata è stata aperta dai saluti del Rettore dell’Università di Camerino, il Prof. Claudio Pettinari, che ha ribadito l’importanza della Piattaforma Collaborativa Marlic proprio per le ricerche che porta avanti, così importanti per il tessuto imprenditoriale della Regione Marche. Enti di ricerca e Aziende partner hanno poi presentato i risultati raggiunti dopo circa 20 mesi dall’inizio delle attività.
La Piattaforma regionale Next Generation Composite Materials è una piattaforma collaborativa sul tema della manifattura sostenibile, eco sostenibilità di prodotti e processi per i nuovi materiali e de manufacturing.
Il Progetto Marlic – Marche Applied Research Laboratory for Innovative Composites è cofinanziato dalla Regione Marche attraverso il Por Marche Fesr 2014/2020 asse 1 – os2 – azione 2.1.1 – sostegno allo sviluppo di piattaforme tecnologiche di ricerca collaborativa negli ambiti della specializzazione.
Sono 27 i Partners coinvolti: HP Composites (capofila), Delta, Linset, 3P Engineering, Teknochim, F.lli Guzzini, Eta Blades, Nano-Tech, Ubaldi, Scatolificio TS, Prefiniti Simon, Save as, Maila’s, Nuova Simonelli, Diamonte, Carnj, Elantas, Simeg Marmi, Scatolificio Sios, Rock and River, Albertani, CNR, Enea, Università di Camerino, Università degli Studi di Urbino, Università Politecnica Delle Marche, Fondazione Cluster Marche.
La durata del progetto è di 30 mesi nel periodo 2020-2023.
Ecco i progetti presentati durante l’assemblea plenaria.
- Bio-Based Materials
Contesto
Il settore dei materiali compositi sta affrontando da tempo la sfida dell’utilizzo di materiali innovativi e sostenibili nella logica della circolarità dell’uso delle risorse. L’esigenza di affrontare tale sfida nasce dalla necessità di aumentare l’efficienza globale delle risorse disponibili e dei processi produttivi, in linea con quanto previsto dalla strategia per la Smart Specialisation: “Ecosostenibilità di prodotti e processi per i nuovi Materiali”.
Problema
Il principale problema nella definizione di materiali compositi di derivazione “bio-based”, è quello di essere capaci di sostituire i tradizionali prodotti di derivazione fossile mantenendo però le stesse performance ed essendo meno energivori lungo tutto il ciclo di vita. Ulteriore problema è rappresentato dall’ingente quantitativo di scarto di biomasse inutilizzate che attualmente risultano essere critiche in termini d’impatto ambientale e costi d’impresa.
Soluzione
Il progetto prevede lo sviluppo di nuovi materiali compositi sostenibili e innovativi attraverso l’utilizzo e lo sfruttamento di materie prime di scarto o di derivazione naturale. L’uso efficace di tali materie sarà reso possibile attraverso la creazione di una filiera della conoscenza che partendo dallo studio delle materie prime/seconde sarà in grado di giungere alla progettazione e realizzazione di prodotti innovativi.
Risultati Attesi
La messa a punto di un approccio di filiera permetterà di sfruttare materie bio o di scarto per la creazione di materiali compositi e/o biomateriali. In particolare, si prevede di: mappare e caratterizzare dal punto di vista chimico-fisico e reologico le materie prime/seconde disponibili; definire le migliori procedure per i processi d’estrazione, separazione e sintesi per la creazione di biomateriali e materiali compositi bio; progettare formulati per nuovi materiali innovativi con descrizione dei relativi processi di funzionalizzazione e additivazione; sviluppare nuovi componenti da realizzare in versione “green” con relative specifiche di progettazione e messa a punto dei processi produttivi; sviluppare materiali che efficientino la gestione del fine vita dei componenti.
- De manufacturing
Contesto
Qualsiasi azienda che produce beni genera dei sottoprodotti come scarti e sfridi di lavorazione, e genera dei prodotti di fine vita. Gli scarti sono differenti per tipologia di produzione, per natura e per costo di smaltimento. Il composito è il più complesso dei materiali poiché costituito da componenti di natura diversa, spesso difficilmente separabili e recuperabili.
Problema
Ogni anno tali scarti aumentano di volume e il loro costo di smaltimento risulta sempre maggiore, come maggiore è la difficoltà delle aziende e delle discariche di stoccarli, trasformarli e recuperarli. Questa problematica genera la necessità di diminuire le quantità di scarti prodotte, di riutilizzarle come materia prima seconda e di smaltire solo la quota che non riesce a trovare collocazione nel recupero.
Soluzione
Progettazione innovativa mediante applicazione di metodologie e strumenti di DFD – Design for Demanufacturing e DFR – Design for Recycling che utilizzi materie prime facilmente recuperabili, che impieghi materiali riciclati e che individui processi ecocompatibili. Dopo l’individuazione delle tipologie e delle quantità di scarti/sfridi di prodotto e delle loro caratteristiche, gli scarti diventeranno, dopo adeguato trattamento, risorsa per altre produzioni oppure materia prima seconda per la stessa produzione. Saranno identificate le migliori tecnologie di recupero/trasformazione e valutato il loro impatto ambientale.
Risultati Attesi
Attraverso la definizione di metodologie di progettazione innovativa, di nuove possibilità di impiego del materiale recuperato, della realizzazione di componenti prototipali, tutto il know-how acquisito sarà condiviso da tutti i partner del progetto e dei centri di ricerca. Si avrà una completa caratterizzazione dei componenti pilota realizzati con i materiali di recupero per valutare il loro impiego in campi di applicazione trasversali al mondo produttivo marchigiano.
- Laboratorio
Oltre ai due sotto-progetti, nell’ambito della Piattaforma Marlic, è prevista la realizzazione di un Laboratorio che permetterà di portare avanti una serie di attività e servizi come prove strutturali e morfologiche basate sul riconoscimento di specifici gruppi chimici; attività di ricerca e sviluppo; analisi e testing; supporto alle aziende e attività di formazione e orientamento.
I soggetti coinvolti per la gestione del Laboratorio di ricerca, che sarà fisicamente collocato a Camerino, sono 14: l’Università Politecnica delle Marche, l’Università di Camerino, l’Enea, il CNR, HP Composites, Delta, Diamonte, Eta, F.lli Guzzini, Linset & Co., Maila’s, Nano-Tech, 3P Engineering e Teknochim. Ciascuno metterà a disposizione della struttura le proprie capacità specifiche e acquisterà attrezzature che permetteranno al Laboratorio di strutturarsi e di offrire i servizi al mercato.
Contenuti correlati
-
Economia circolare: come le aziende basate sui dati stanno trasformando l’economia del futuro
Tre aziende su quattro, secondo lo studio “La transizione delle aziende europee” (*), sono già sulla strada verso un’economia circolare autentica. Ciò le avvicina sempre di più all’obiettivo di un’attività economica completamente sostenibile. Un dato interessante che...
-
CFS Europe riceve il premio Excelsa – Romagna Award per la sostenibilità
È la chimica buona. La vera transizione ecologica, non solo a parole. Il premio Excelsa – Romagna Award, iniziativa di Confindustria Romagna, è un grande riconoscimento per CFS Europe, che da tempo investe in Ricerca e Sviluppo per...
-
SMA riceve una nuova medaglia d’oro EcoVadis
SMA rientra quindi tra le migliori aziende valutate da EcoVadis, il 5% in tutto il mondo, e riceve la medaglia d’oro per la seconda volta consecutiva. I rating e le valutazioni di EcoVadis dimostrano l’efficienza di un’azienda...
-
Acqua Novara supportata da Schneider Electric nel percorso verso la sostenibilità
Acqua Novara gestisce il servizio idrico integrato in 140 comuni delle provincie di Novara e Verbania-Cusio-Ossola: un territorio abitato da una popolazione di 450.000 abitanti, il cui consumo medio annuale è di circa 38 milioni di metri...
-
Una farm idroponica all’interno della sede di Rockwell Automation
Rockwell Automation abbraccia l’ agricoltura idroponica: la multinazionale ha annunciato la collaborazione con Fork Farms, una start-up che si occupa di tecnologia agricola, per costruire, entro l’estate del 2024, una vertical farm idroponica altamente automatizzata di 678 metri...
-
GP e il “cigno bianco”: nuove norme europee per le batterie
I prodotti elettronici vengono certificati da numerosi enti a garanzia delle loro prestazioni, della loro qualità costruttiva e prestazionale nonché del loro impatto ambientale. Questi enti verificano che ogni prodotto risponda a stringenti requisiti e non è...
-
Schneider Electric Sustainability Impact: raggiunti gli obiettivi intermedi
Schneider Electric ha reso noti i risultati trimestrali del suo indice di sostenibilità, al centro del programma ESG ‘Schneider Electric Sustainability Impact’, che sono stati comunicati parallelamente alla diffusione dei risultati finanziari di metà anno. Con la...
-
La seconda vita delle bucce di arancia grazie a Cyrkl
Nel corso della produzione di prodotti alimentari, le aziende si trovano spesso nella situazione di dover scartare alcune risorse poiché non direttamente impiegabili nella loro produzione. È il caso delle bucce di arancia che, sebbene non possano...
-
Tecnologia e AI per affrontare gli impatti del cambiamento climatico
In uno scenario che necessita di azioni tempestive per contrastare gli effetti del cambiamento climatico, gli Italiani ripongono ampia fiducia nella tecnologia per affrontare efficacemente le sfide della società moderna. È quanto emerge dall’ultimo State of Science...
-
Progetto Gigabat per la mobilità elettrica in Europa: il contributo di Comau
Comau sviluppa una camera per la formazione di celle ad alta efficienza energetica (la formazione è il processo di attivazione della cella, a seguito dell’assemblaggio) nell’ambito del suo impegno nel progetto “Gibabat”, un’iniziativa europea volta a supportare...