Le novità di EMAS 2 in materia di valutazione degli aspetti ambientali..
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Pertanto come effetti sulla biodiversità sono da intendersi le possibili cause di danno a specie animali o vegetali caratteristiche dell’area ed a rischio estinzione. Quindi se un’organizzazione opera in aree nelle cui vicinanze sono presenti specie a rischio deve adottare tutte le misure adeguate alla tutela di tali specie animali o vegetali. Ovviamente il concetto di vicinanza deve essere commisurato alla portata e all’entità degli impatti dell’organizzazione.
È in sede di analisi ambientale che la descrizione del contesto ambientale di riferimento deve evidenziare la presenza di eventuali biodiversità da proteggere.
Aspetti ambientali indiretti
L’allegato VI, punto 6.3 del Regolamento EMAS prescrive che “in caso di aspetti ambientali indiretti un’organizzazione deve esaminare l’influenza che essa può avere su questi aspetti e le possibili misure per ridurne l’impatto”.
Il Regolamento riporta anche un elenco di aspetti ambientali indiretti in forma non esaustiva:
– questioni relative al prodotto (progettazione, sviluppo, trasporto, uso e recupero/smaltimento dei rifiuti),
– investimenti, prestiti e servizi di assicurazione,
– nuovi mercati,
– scelta e composizione dei servizi (ad esempio, trasporti o ristorazione),
– decisioni amministrative e di programmazione,
– assortimento dei prodotti,
– bilancio e comportamenti ambientali degli appaltatori, dei subappaltatori e dei fornitori.
Si tratta di tematiche piuttosto nuove la cui introduzione nel nuovo Regolamento è, in larga misura, collegata all’ampliamento del campo di applicazione alle organizzazioni non solo industriali: rispetto a tali aspetti ambientali la bozza di linea guida fornisce una prima interpretazione utile, ma che lasciano qualche margine a possibili incomprensione da parte di chi utilizza la norma.
A nostro avviso queste tematiche non sono sempre riferibili a tutte le organizzazioni e che, comunque, nel caso di micro-imprese, vanno tenute in conto in maniera proporzionata all’entità degli impatti: in altre parole non deve diventare un imperativo per piccole imprese trattare temi come tutti quelli citati in precedenza (investimenti, nuovi mercati, ecc.) a meno che non ci siano implicazioni rilevanti connesse a tali temi (ad esempio una azienda che fornisce apparecchiature elettriche all’estero dovrà preoccuparsi della compatibilità con gli standard locali o una banca dovrà tenere in primaria evidenza gli aspetti legati alla politica degli investimenti e prestiti).
Per l’identificazione degli aspetti ambientali indiretti è consigliato di: parlare con appaltatori / subappaltatori e fornitori (ad esempio, imprese di servizi, proprietari terrieri), parlare con i clienti, esaminare l’impiego e l’eliminazione dei prodotti, esaminare le attività degli appaltatori e subappaltatori, esaminare i criteri per l’etichetta ecologica, verificare le informazioni delle camere di commercio, ecc., parlare con altre imprese EMAS, parlare con le ONG e altre parti interessate, analizzare le informazioni relative ai prodotti e servizi forniti e di tenere conto di prospetti legati al prodotto, contratti, trasporti, nuovi mercati per i prodotti esistenti, prodotti finanziari, gamma di prodotti, turismo, servizi.
A) Questioni relative al prodotto (progettazione, sviluppo, trasporto, uso e recupero/smaltimento dei rifiuti)
È di particolare interesse l’introduzione, nelle pratiche di gestione ambientale d’impresa e nell’analisi ambientale in particolare, di elementi di analisi del prodotto anche alla luce dell’approccio basato sulla IPP (la commissione Europea, tra gli elementi innovatori principali del sesto programma di azione ambientale, sta modificando il suo tradizionale approccio alla gestione ambientale applicata ai prodotti a favore di uno nuovo basato sulla Politica Integrata di Prodotto -IPP = integrated product policy – definita come “una politica pubblica esplicitamente orientata a modificare la prestazione ambientale dei sistemi di prodotto” basata sul concetto di ciclo di vita – Life Cycle Thinking). In particolare l’organizzazione dovrà considerare i risultati disponibili dell’analisi del ciclo di vita dei suoi prodotti.
Ciò non sta a significare che ogni organizzazione per aderire ad EMAS è tenuta ad effettuare una analisi del ciclo di vita completa di ogni suo prodotto ma semplicemente che dovrà iniziare a preoccuparsi anche di valutare le informazioni disponibili sugli aspetti ambientali durante tutta la vita del prodotto stesso, ove possibile, a proporre miglioramenti anche relativamente a questi aspetti.
In questo senso andranno valutati sia gli aspetti a monte (quelli relativi alle materie prime, ai semilavorati ed ai fornitori) che quelli a valle (durata, riparabilità, compatibilità con altri prodotti e/o ricambi, problemi legati al recupero e smaltimento).
L’informazione dei consumatori e fornitori circa l’uso e lo smaltimento ambientalmente corretto dei prodotti.
Altro aspetto indiretto di particolare rilievo nel caso di molte imprese manifatturiere è quello relativo ai trasporti delle materie prime e dei semilavorati che, pur non essendo sotto il diretto controllo dell’organizzazione, possono tuttavia costituire un impatto ambientale significativo ed un’area di miglioramento importante.
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