Le acque di balneazione dell’Ue continuano a essere di alta qualità

La relazione annuale sulle acque di balneazione sottolinea che quasi tutti i siti di balneazione costieri considerati rispettano i valori guida; solo nel 2% è stata vietata la balneazione nel 2009 e la maggior parte di queste zone trovano in Italia

Pubblicato il 27 luglio 2010

Interpellata a proposito della delicata questione dell’inquinamento delle acque di balneazione Janez Janez Potocnik, commissario europeo per l’ambiente, ha affermato: “Negli ultimi trent’anni la qualità delle acque di balneazione in Europa è notevolmente migliorata grazie a norme europee e nazionali, ma il nostro lavoro non è finito. Anche se ormai da dieci anni la qualità delle acque fa registrare livelli molto positivi, dobbiamo continuare a impegnarci per mantenere i risultati ottenuti e per migliorare”.

La pulizia delle acque di balneazione è fondamentale sia dal punto di vista economico, per settori cruciali come quello del turismo, sia per la sopravvivenza di specie animali e vegetali. Ed è per questo che è importante monitorare costantemente lo stato delle acque.

Secondo la relazione annuale sulle acque di balneazione presentata dalla Commissione europea e dall’Agenzia europea dell’ambiente, il 96% dei siti di balneazione costieri e il 90% dei siti di balneazione in riva a fiumi e laghi rispettano i requisiti minimi per il 2009. La relazione indica inoltre come ottenere informazioni dettagliate e aggiornate sui siti di balneazione.

I due terzi delle 20.000 aree di balneazione monitorate in tutta l’Unione europea nel 2009 erano aree costiere, mentre il resto si trovava in riva a fiumi e laghi. Il rispetto dei valori obbligatori (requisiti di qualità minimi) nei siti costieri è passato dall’80% del 1990 al 96% del 2009. Nel caso delle acque interne il miglioramento è stato addirittura superiore, passando dal 52% al 90%.

Tra il 2008 e il 2009 il numero delle acque di balneazione che rispettano gli standard minimi è leggermente diminuito: meno di 1 punto percentuale per i siti costieri e 3 punti percentuali per le acque di balneazione interne. Il rispetto dei valori guida più severi tra il 2008 e il 2009 è leggermente aumentato (meno di 1 punto percentuale) per i siti costieri e ha raggiunto l’89%, mentre per le acque interne è sceso al 71%, perdendo tre punti percentuali. Queste fluttuazioni annue non sono insolite per gli standard degli ultimi anni.

Quasi tutti i siti di balneazione costieri di Cipro, Francia, Grecia e Portogallo rispettano i valori guida più severi. Solo nel 2% dei siti di balneazione costieri dell’UE è stata vietata la balneazione nel 2009, perlopiù in Italia. La qualità delle acque di balneazione presenta una maggiore variabilità nelle località interne, tuttavia la maggior parte dei siti interni in Finlandia, Francia, Germania e Svezia rispetta anche i valori guida. Bisogna però considerare che a causa dei ritardi con cui è stato commissionato il programma di monitoraggio in Grecia, 830 acque di balneazione monitorate nel 2008 non sono state adeguatamente monitorate nel 2009 e non rientrano perciò nei risultati complessivi per tutta l’Europa.

Per stabilire la qualità delle acque di balneazione vengono analizzati numerosi parametri fisici, chimici e microbiologici. Gli Stati membri devono rispettare almeno i valori obbligatori stabiliti nella direttiva sulle acque di balneazione (Direttiva 76/160/CEE), ma possono decidere di fissare valori guida più rigorosi (non vincolanti).

Nel 2006 è entrata in vigore una nuova direttiva sulle acque di balneazione (Direttiva 2006/7/CE) che ha aggiornato i parametri e le disposizioni relative al monitoraggio per adeguarli alle conoscenze scientifiche più recenti. La nuova direttiva pone l’accento sull’informazione al pubblico in relazione alla qualità delle acque di balneazione. Gli Stati membri hanno tempo fino al 2015 per applicare completamente la nuova direttiva,ma quattordici Stati membri (Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Slovacchia, Spagna, Svezia e Ungheria) hanno applicato i requisiti della nuova direttiva già nel monitoraggio delle acque di balneazione condotto durante la stagione balneare 2009.

“Per migliorare ancora la qualità delle acque di balneazione europee è necessario coinvolgere i cittadini, che dovrebbero innanzitutto informarsi sullo stato attuale dell’ambiente e comprenderlo, e successivamente esigere dalle autorità competenti acque più pulite. – ha commentato sull’argomento Jacqueline McGlade, direttrice esecutiva dell’Agenzia europea dell’ambiente – I nostri strumenti internet consentono ai cittadini di accedere facilmente alle informazioni sull’ambiente e servono da tribuna in cui possono esprimere le loro osservazioni”.

Relazione 2010: www.eea.europa.eu/themes/water/status-and-monitoring/state-of-bathing-water-1/state-of-bathing-water

Commissione Europea per l’Ambiente: ec.europa.eu/environment/water/water-bathing/report_2010.html



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