L’agricoltura ha bisogno di nuova vita

Pubblicato il 9 giugno 2008

Questo è il messaggio dal rapporto della Valutazione internazionale delle scienze agricole e della tecnologia per lo sviluppo, un’importante indagine dell’Unesco stilata da più di 400 scienziati e presentata a metà aprile. La Valutazione è stata esaminata da 64 governi in un’assemblea intergovernativa a Johannesburg.

Lo scopo degli autori era di esaminare insieme fame, povertà, ambiente e giustizia. L’agricoltura moderna ha registrato significativi aumenti nella produzione, ma i benefici sono stati distribuiti non uniformemente e hanno portato a una lievitazione intollerabile dei prezzi, pagata dai piccoli agricoltori, dai lavoratori, dalle comunità rurali e dall’ambiente. La buona volontà di molte persone nell’affrontare i fondamenti della produzione combinata e gli obiettivi sociali e ambientali è minata da continue prese di posizione dalla sfera politica e economica, come molti dei Paesi membri dell’Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica che si oppongono ai cambiamenti nei regimi di mercato o ai sistemi di sussidio: senza riforme molti dei Paesi più poveri passeranno tempi duri.

Il rapporto ha stimato che il modo di far fronte alle sfide risieda nel costruire strutture istituzionali, economiche e legali che combinino la produttività con la protezione e la conservazione delle risorse naturali (suoli, acqua, foreste e biodiversità) continuando a venire incontro alle esigenze della produzione. In molti Paesi il cibo viene preso per concessione, e agricoltori e lavoratori agricoli spesso sono miseramente ricompensati per la loro funzione di amministratori di quasi un terzo del suolo terrestre.

Gli investimenti volti ad assicurare al pubblico interesse scienza, educazione e pratica in materia agricola e l’estensione di queste agli agricoltori è diminuita proprio quando ce n’era più bisogno. Gli autori hanno preso in considerazione prove nell’arco di un ampio raggio di conoscenza, raramente viste in un simile insieme, e hanno concluso che non abbiamo molto tempo se vogliamo cambiare il corso degli eventi: continuare con la tendenza attuale esaurirà le risorse e metterà il futuro delle nuove generazioni in pericolo.

La cooperazione internazionale è basilare: perché non esiste una singola istituzione, un singolo Paese, una singola regione che possano agire autonomamente. Infine l’unica direzione verso uno sviluppo agricolo ecologicamente e socialmente sostenibile è quella che ha come vettori i piccoli produttori e come veicoli i fertilizzanti e le sementi naturali; eliminando pesticidi dannosi della produzione industriale per passare a un eco-agricoltura.



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