L’acqua che mangiamo: cos’è l’acqua virtuale e come la consumiamo
Marta Antonelli e Francesca Greco, con le illustrazioni di Angela Morelli, sono le autrici di un volume che spiega, grazie ad autorevoli contributi, il concetto di “acqua virtuale”
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Nel cibo che mangiamo, nelle scelte che facciamo al supermercato o al ristorante, c’è dell’acqua. Migliaia di litri di acqua si trovano racchiusi in un hamburger, un uovo o un caffè. Ad esempio: per produrre un chilogrammo di pasta secca sono necessari circa 1.924 litri d’acqua, per una pizza da 725 grammi, 1.216 litri.
Il libro, edito da Edizioni Ambiente, “L’acqua che mangiamo: cos’è l’acqua virtuale e come la consumiamo” introduce, per la prima volta in Italia, il concetto di “acqua virtuale” inteso come il quantitativo di acqua necessario a produrre cibi, beni e servizi che consumiamo quotidianamente, e che già da anni alimenta il dibattito internazionale sulla sicurezza alimentare e il mercato globale, sugli stili di consumo e di vita, perfino sul diritto all’acqua.
Applicando questo concetto, scopriremo che consumiamo molta più acqua di quella che vediamo effettivamente “scorrere” sotto i nostri occhi. Non riusciamo a percepirla come tale semplicemente perché è acqua che letteralmente “mangiamo”, contenuta in maniera invisibile nel cibo che consumiamo e che proviene da ogni parte del globo.
L’Italia è il terzo Paese importatore netto di “acqua virtuale” al mondo. “L’acqua che mangiamo” spiega, con un approccio multidisciplinare, la problematica idrica e le sue implicazioni economiche, sociali e politiche. È uno strumento che, pur ricordandoci che la risorsa più preziosa è limitata, permette ai cittadini-consumatori e agli operatori del settore agricolo e della distribuzione alimentare, di misurare l’importanza delle scelte possibili per influire e giungere a una maggiore sostenibilità d’uso.
Innumerevoli i contributi all’interno del volume tra cui segnaliamo, per la prima volta pubblicati in Italia, quelli di Tony Allan, ideatore del concetto di “acqua virtuale” e vincitore dello Stockholm Water Prize 2008, e di Arjen Hoekstra, che ha elaborato il concetto di “impronta idrica” e fondato il Water Footprint Network.
L’acqua che mangiamo verrà presentato a Milano in occasione della ventunesima giornata mondiale dell’acqua, durante il seminario “Water-Day” organizzato dal consorzio europeo WASSERMed, dal Centro euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (Cmcc), e da Iefe Bocconi. Il seminario gratuito si terrà in Università Bocconi dalle 9.00 alle 16.30 del 22 Marzo 2013.
Le autrici, Marta Antonelli e Francesca Greco, dottorande del dipartimento di Geografia del King’s College di Londra, vantano dieci anni di esperienza nel campo delle politiche idriche in Medio Oriente, Africa Sub-Sahariana e Mediterraneo. Sono membri fondatori del London Water Research Group, fondato da Tony Allan.
Edizioni Ambiente: www.edizioniambiente.it
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