L’86% delle aziende italiane impegnato a ridurre le emissioni
In Italia, l’impegno verso l’ambiente sta diventando sempre più concreto e un numero sempre maggiore di aziende, governi ed amministrazioni locali e regionali, stanno rispondendo alle sfide globali che coinvolgono il clima, le risorse idriche e la deforestazione. È quanto emerge dal report CDP (visualizza qui), che analizza l’impatto ambientale nel panorama italiano. La ricerca prende in esame i dati di 48 delle più grandi aziende italiane con il maggiore impatto ambientale, oltre ai dati relativi a 25 città e regioni, che rappresentano insieme circa 40 milioni di abitanti. I dati analizzati dimostrano che in Italia circa 9 aziende su 10 hanno fissato obiettivi precisi e concreti per ridurre le proprie emissioni e il 96% di queste sta dimostrando un atteggiamento di crescente responsabilità, portando gli argomenti di sensibilizzazione sul clima già ai tavoli di discussione dei propri Consigli di Amministrazione.
Tuttavia, dal report emerge un divario significativo tra il riconoscimento da parte delle aziende dei rischi e delle opportunità che un passaggio a basse emissioni di carbonio porterebbe a livello economico e le azioni e cambiamenti che è necessario apportare affinché ciò avvenga.
Ad oggi 8 aziende italiane si sono già impegnate formalmente con l’obiettivo di ridurre le proprie emissioni future aderendo al Science Based Targets initiative. Aderendo a questa iniziativa, le aziende si impegnano a seguire l’obiettivo centrale dell’Accordo di Parigi: ridurre le emissioni sino al livello necessario a mantenere l’innalzamento della temperatura globale inferiore a 2°C. ENEL SpA è la prima azienda italiana ad aver ottenuto l’approvazione ufficiale dei propri obiettivi per lo sviluppo sostenibile.
Sebbene in Italia siano sempre più in crescita i piani aziendali di azioni per il clima, resta ancora molto lavoro da fare per ridurre i rischi legati alla deforestazione e all’approvvigionamento idrico.
Il Territorio e le aziende italiani da sempre devono affrontare emergenze idriche di diverso tipo e dimensione. Il 50% delle regioni italiane segnala gravi rischi per le proprie riserve idriche e il 50% delle aziende è fortemente esposto a rischi idrologici. Nonostante queste segnalazioni, solo il 40% delle aziende italiane richieste dagli investitori ha accettato di divulgare i propri dati sull’analisi idrica, e il 56% delle aziende non fornito informazioni e risposte sul cambiamento climatico.
Altri dati interessanti emersi dal report CDP:
- Le aziende italiane vogliono prendere parte al cambiamento – l’86% ha fissato obiettivi concreti per ridurre le emissioni
o Il 74% delle aziende hanno obiettivi di riduzione assoluta delle emissioni
o Il 60% ha fissato l’obiettivo di una riduzione intensiva delle emissioni
o Il 40% delle aziende ha intrapreso una valutazione del rischio idrologico che copre sia le operazioni dirette che la propria filiera.
- Le azioni per il cambiamento climatico sono guidate dal consiglio di Amministrazione – il 98% delle aziende che hanno partecipato alla ricerca, ha attualmente dei responsabili ai vertici che si occupano del cambiamento climatico e l’86% utilizza incentivi per la gestione dei problemi legati al cambiamento climatico.
- Il cambiamento climatico ci pone davanti a rischi ma anche a grandi opportunità – il 95% delle aziende intervistate vede sia rischi che opportunità da un punto di vista di regolamentazione, l’86% considera rilevanti rischi fisici per la propria attività e il 76% intravede opportunità fisiche.
- Città e territori stano diventando sempre più resilienti – Ad oggi 21 città e 4 regioni hanno divulgato dati sul clima.
o 14 città tra cui Milano, Venezia e Napoli hanno confermato di avere già attivato obiettivi per la riduzione delle emissioni
o Riuscire a creare delle città resilienti è la chiave strategica per mitigare i cambiamenti climatici ed adattarsi ad essi. Le attività principali in questo senso includono: mappatura dei terreni alluvionali, mappatura dei territori a rischio smottamento e progetti e politiche per la tutela dei soggetti più vulnerabili.
- L’impegno per il cambiamento – 24 aziende hanno stabilito un prezzo interno sul carbonio o hanno programma di farlo e 2 aziende si sono impegnate a raggiungere il 100% di energia rinnovabile attraverso l’iniziativa RE100. Infine, 3 regioni italiane sulle 4 coinvolte nella rendicontazione nel 2017 hanno fissato ambiziosi obiettivi di efficienza energetica ed energie rinnovabili.
Steven Tebbe, Managing Director CDP Europe, ha dichiarato: “Le aziende italiane hanno compiuto grandi progressi nell’accelerazione delle azioni sui cambiamenti climatici. Esse svolgono la loro parte tra la leadership europea, con i propri consigli di amministrazione ormai largamente responsabili della strategia aziendale sul clima e della definizione degli obiettivi. Questo report fa anche emergere che esiste concretamente un percorso per far si che anche gli attori non statali italiani arrivino ad essere in linea con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Le aziende sono consapevoli dei rischi che i cambiamenti climatici comportano, ma devono prefiggersi obiettivi ambiziosi per agire con la velocità e il livello necessari. Ciò significa che è necessario porsi degli obiettivi per la riduzione delle emissioni che abbiano basi scientifiche e impegnarsi a fondo sull’aspetto di eventuali rischi idrologici e di deforestazione. Esiste infatti un forte gap nell’azione, per questo lavoriamo costantemente per incentivare le aziende a prendere parte al cambiamento.”
Francesco La Camera, Direttore Generale per lo Sviluppo Sostenibile, per il Danno Ambientale e per i Rapporti con L’Unione Europea e gli Organismi Internazionali presso il Ministero Italiano dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, ha commentato: “La nostra collaborazione con CDP rappresenta un esempio di leadership italiana in Europa e conferma il nostro impegno a guidare le aziende italiane e le amministrazioni locali verso una maggiore consapevolezza dell’impatto che hanno sull’ambiente in cui operano. Una maggiore trasparenza e responsabilità tra le organizzazioni più influenti in Italia è la chiave fondamentale per poter garantire un’analisi accurata sui progressi ottenuti sinora e poter lavorare per migliorarci, spingendo le nostre ambizioni sempre più in alto. È importante incrementare la quantità e qualità della divulgazione in materia di sicurezza idrologica e rischio di deforestazione, punti importanti per i nostri sforzi in materia di cambiamento climatico, mentre siamo al lavoro per realizzare l’Accordo di Parigi e SDG.”
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