L’energia eolica in Italia..

Pubblicato il 12 novembre 2002

Sulla base delle informazioni disponibili, si può affermare che le possibili interferenze di qualche rilievo degli impianti eolici con la fauna riguardano solo l’impatto dei volatili con il rotore delle macchine. In particolare, le specie più influenzate sono quelle dei rapaci, mentre gli uccelli migratori sembrano adattarsi alla presenza di questi ostacoli. In genere, a parte alcuni casi particolari come Tarifa in Spagna e Altmont e Solano in California (Orloff e Flannery, 1992), le morti per collisioni con tali sistemi sono molto contenute e comparabili con quelle derivanti da trasporto su strada (Clausager, 1996). La rotazione delle pale, infine, può creare fenomeni di scattering del segnale elettromagnetico, causando interferenze nel range di frequenze proprie dei sistemi di comunicazione (radar, comunicazioni via satellite, VHF, Microonde, ecc.). Esistono comunque molteplici metodi di mitigazione che rendono tale problema trascurabile (aree di rispetto, amplificazione dei segnali, ecc.).

Le centrali eoliche in Italia e nel mondo

L’80% della potenza eolica installata mondiale si trova in Europa, i paesi leader nello sfruttamento dell’energia eolica sono la Germania (8.800 MW), gli USA (4.100 MW), la Spagna (3.200 MW), la Danimarca (2.200 MW) e l’India (1.200 MW), seguiti da numerosi altri paesi tra cui l’Italia, che oggi può vantare circa 700 MW (Ambiente e Sviluppo, 2002) e 58 centrali eoliche (ISES Italia, 2001). Gran parte delle attuali e future installazioni in Italia sono localizzate sul crinale appenninico centro-meridionale e nelle isole. Secondo quanto emerso nel primo congresso mondiale sull’energia eolica, il Global WindPower Conference and Exhibition, tenutosi a Parigi dal 2 al 5 aprile 2002, tra i principali risultati tecnici va riportata la taglia media crescente delle macchine eoliche installate: attualmente è di 900 kW, mentre solo due anni fa era di 700 kW. Oggi è ritenuta industriale una macchina con diametro di pale di 70 metri e potenza di 1,5 MW, mentre la generazione di macchine in sviluppo tende a 120 metri di diametro e quasi 4 MW di potenza, specie per le macchine off-shore. Le wind farm off-shore rappresentano il settore emergente, in quanto in mare il vento ha una minore turbolenza, quindi le turbine sono sottoposte a minori sollecitazioni ed hanno maggiore efficienza. Gli aerogeneratori off-shore sono generalmente situati a 1,5-2 Km dalla costa ed hanno una potenza che può raggiungere anche i 3 MW. Le applicazioni più recenti sono quelle della Gran Bretagna, che punta, entro il 2005, a ricavare dall’energia eolica 200 MW, pari all’1,6% del fabbisogno elettrico del paese (Made in Britain, 1999-2001). Un’applicazione innovativa è l’utilizzo di energia eolica per la dissalazione di acqua di mare, in particolare sulle isole, che generalmente sono soggette a venti costanti. È stato recentemente condotto nelle isole Hawaii un interessante studio riguardante un impianto ad osmosi inversa per la dissalazione di acqua di mare alimentato da una turbina eolica a servizio di una piccola comunità. La ricerca ha mostrato che si possono ottenere buoni risultati con piccole turbine (altezza di 9 m e diametro delle pale di circa 4 m), eventualmente in serie, e velocità del vento moderate (velocità media di 4,5 m/s).

Costi

Le valutazioni economiche sono spesso difficili, in relazione all’aleatorietà dell’energia prodotta. Solitamente si considera il cosiddetto “costo medio livellato” dell’energia prodotta che è definito dal rapporto:

C = A/E

dove C è il costo medio livellato in euro/kWh, E è l’energia prodotta in kWh/anno e A è la quota di ammortamento annuale in euro/anno. La quota di ammortamento tiene conto del capitale investito, del tasso di ammortamento, del tempo di vita dell’impianto e delle spese di manutenzione, esercizio e smantellamento. I costi, che nel 1990 erano mediamente di 6-10 centesimi di euro per kW/h, oggi si aggirano sui 5-6 centesimi e scenderanno nel 2005 a 4-5 centesimi di euro (Ergazette, 2002). L’investimento per la realizzazione di una centrale eolica è, in media, dell’ordine di 1.000 euro per kW di potenza installata, tuttavia i costi risultano inferiori nei Paesi che utilizzano da tempo questa tecnologia, come la Danimarca, in cui le macchine con potenze pari a 500-600 kW, hanno un costo per kW installato che varia tra 810 e 945 euro. Inoltre, questo costo tende a scendere con l’aumento della taglia degli aerogeneratori: in Germania si è passati dai 1.240 euro per macchine intorno ai 150 kW, a 930 euro per macchine da circa 300 kW, fino a 880 euro per macchine di 600 kW. Il costo annuo di esercizio e manutenzione è, in genere, pari al 3% dell’investimento, e la cosiddetta “disponibilità” delle macchine (rapporto tra il numero di ore durante il quale l’aerogeneratore è “disponibile” per la produzione di energia e il numero di ore dell’anno) è vicina al 98%. Anche per il costo dell’energia si è potuto, inoltre, constatare l’effetto della taglia dell’aerogeneratore. In Danimarca, ad esempio, è stato valutato un decremento quasi lineare del costo dell’energia: si è passati da 9,5 centesimi di euro/kWh per macchine da 100 kW a 3,5 centesimi di euro/kWh per macchine da 600 kW, a parità di altre condizioni. L’Unione Europea, in effetti, ha fissato come obiettivo da raggiungere attraverso i propri programmi, un costo dell’energia da fonte eolica di circa 4 centesimi di euro/kWh; un costo, che, come si è visto, è già ottenibile con le migliori macchine in siti con una buona ventosità.

Conclusioni

In Italia il settore eolico ha raggiunto una potenza di oltre 600 MW, con tassi annui di crescita nell’ultimo quinquennio superiori al 40%. La situazione attuale, però, presenta una momentanea stasi, causata dall’incertezza del valore dei Certificati Verdi, dalle difficoltà di connessione tra le centrali eoliche e gli elettrodotti e, principalmente, dal rallentamento delle autorizzazioni da parte degli Enti Locali e delle Regioni, preoccupati dell’impatto paesaggistico delle fattorie del vento. In questo senso il Governo sta predisponendo, in accordo con le Regioni, apposite “Linee Giuda” per il corretto inserimento dei parchi eolici nel territorio. I problemi principali, che dovranno essere