Italia seconda in Europa per riciclo carta, ma il settore rischia la crisi
Dopo il boom post pandemia e la ripresa del settore il comparto del riciclo meccanico della carta adesso soffre le conseguenze degli aumenti dell’energia, con il crollo dei prezzi della carta riciclata e una flessione che, nel solo mese di settembre, ha toccato il – 69%. Il rapporto annuale Unirima 2022 (Unione nazionale imprese recupero, riciclo e commercio dei maceri e altri materiali) fotografa un anno di attività e racconta i risultati ottenuti: l’Italia è seconda in Europa per riciclo carta, ma è un primato che ora va tutelato.
Tuttavia, infatti, emergono anche i problemi e il nuovo trend di un comparto che trova nelle esportazioni uno sbocco fondamentale. La ripresa economica, che ha fatto seguito all’emergenza sanitaria, ha portato ad una forte crescita nel 2021, anno in cui si è consolidato il superamento del target di riciclo degli imballaggi cellulosici previsto per il 2030, ormai stabilmente al di sopra dell’85%. Una tendenza che sembra confermarsi anche nell’anno in corso. La guerra in Ucraina e i conseguenti aumenti dei prezzi dell’energia stanno, però, facendo emergere alcune criticità nella filiera, sebbene il comparto della carta da macero non rallenti. Per questo, l’associazione di imprese ha lanciato un appello al governo e ha chiesto un intervento per far fronte alla crisi generale che sta impattando sul settore, a causa del forte rallentamento dell’attività industriale dovuta al forte rallentamento delle attività industriale a valle (le cartiere), che ha determinato una forte riduzione dei prezzi della carta da macero ma anche l’aumento dei quantitativi da stoccare negli impianti.
La produzione della materia prima “carta da macero” ha raggiunto nel 2021 circa 7 milioni di tonnellate (+3% rispetto all’anno precedente) pari a 13,3 t/minuto e ancora una volta le esportazioni hanno garantito uno sbocco per il surplus strutturale rispetto al fabbisogno interno. Il settore italiano del riciclo meccanico della carta, che si colloca al secondo posto in Europa, si è confermato dunque un punto di eccellenza dell’economia circolare come dimostrato anche dal fatto che l’obiettivo comunitario relativo al riciclo di imballaggi cellulosici previsto per il 2025 (75%) è già stato raggiunto e superato nel 2009 e, a partire dal 2020, è stato superato anche il target al 2030 (85%). Il 2021 ha consolidato il trend, con un tasso di riciclo che si è attestato sull’85,08%.
In questo contesto, Unirima, la principale associazione di imprese del settore, con 20mila addetti, un fatturato annuo di circa 4 miliardi di euro e 600 impianti di trattamento rifiuti recuperabili, ai quali vengono conferite le raccolte differenziate di carta e cartone provenienti sia dai Comuni che da attività commerciali, artigianali, industriali, è interlocutore indispensabile delle istituzioni nella transizione che il Paese deve affrontare.
“Ancora una volta il settore del riciclo meccanico della carta mostra la capacità di reagire alle crisi del sistema, ma ci appelliamo alla politica e al nuovo governo: la transizione green e l’economia circolare sono l’unica prospettiva per uno sviluppo sostenibile. Non solo perché ce lo chiede l’Europa, si tratta di una sfida globale nella quale il Paese non può rimanere indietro. Siamo fiduciosi che, in questo momento difficile per tutti, il nuovo esecutivo sappia cogliere l’opportunità con provvedimenti legislativi e investimenti, consapevole che la competitività e le esportazioni rappresentano uno snodo cruciale per il comparto industriale della carta da macero e per l’economia italiana” ha commentato Giuliano Tarallo, Presidente di Unirima.
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