Inquinamento atmosferico: Progetto Viias

Pubblicato il 15 giugno 2015

L’inquinamento atmosferico è responsabile ogni anno in Italia di circa 30.000 decessi solo per il particolato fine (PM 2.5), pari al 7% di tutte le morti (esclusi gli incidenti). In termini di mesi di vita persi, questo significa che l’inquinamento accorcia mediamente la vita di ciascun italiano di 10 mesi; 14 per chi vive al Nord, 6,6 per gli abitanti del Centro e 5,7 al Sud e isole. Guardando al futuro invece, se non vi sarà un drastico cambiamento di strategia e livello di ambizione, l’Italia va verso un netto peggioramento, in concomitanza con la ripresa economica: questo è l’allarme lanciato dal Progetto Viias (Valutazione Integrata dell’Impatto su Ambiente e Salute dell’inquinamento atmosferico), finanziato nel quadro delle iniziative del Centro Controllo Malattie (Ccm) del Ministero della Salute e presentato recentemente a Roma.

Proprio all’interno di questo evento, e a commento di questi dati, Cittadini per l’Aria, ente no profit impegnato a lavorare per il miglioramento della qualità dell’aria, ha potuto far sentire la propria voce ed esprimere la propria preoccupazione nel corso di una tavola rotonda a cui l’Associazione, seppur costituitasi solo lo scorso 1° aprile, è stata invitata quale interlocutore privilegiato.

“La valutazione del Progetto Viias è molto importante per l’Italia e le politiche dell’aria; poiché ha messo nero su bianco il dato delle morti premature e del danno sanitario, area per area, causati dagli inquinanti dell’aria. Questi dati – e dunque la certezza dell’insufficienza delle politiche messe finora in atto – obbligano oggi chi governa a prendere coscienza che è indispensabile cambiare livello di ambizione sia sul fronte delle politiche nazionale e regionali, sia su quello europeo. Occorre comprendere che grandissima parte di quelle morti si sarebbero potute evitare con politiche più efficaci e tempestive”, spiega Anna Gerometta, Presidente di Cittadini per l’Aria. “Facciamo appello a tutti i cittadini che si impegnano quotidianamente per un’aria più pulita affinché ci contattino, con la speranza di poter condividere un percorso che faciliti, in tempi brevi, il miglioramento delle politiche dell’aria”.

Solo nel 2010 sono ben 21.524 in Italia i decessi stimati essere causati dal particolato atmosferico, 11.993 i decessi collegati al biossido di azoto, 1.858 quelli per patologie respiratorie attribuibili all’esposizione ad ozono (nel periodo caldo). Dati impressionanti, che possono risultare però paradossalmente positivi solo perché connessi alla crisi economica e alla conseguente riduzione delle emissioni inquinanti, che ha permesso di registrare un calo dei decessi. I dati di Viias indicano infatti che nel 2020, nonostante i miglioramenti tecnologici e le politiche previste a livello nazionale ed europeo (CLe), lo scenario sarà peggiore di quello attuale: previsti 28.595 decessi legati al PM2.5 e 10.117 per NO2, a causa soprattutto delle emissioni dovute al traffico veicolare e alla combustione delle biomasse nel riscaldamento domestico. Basti pensare che nel 2020, il 21,5% degli italiani sarà esposto a concentrazioni di particolato fine superiori alla soglia di legge (che stabilisce una media annua di 25 µg/m3), e decisamente oltre il limite fissato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (10 µg/m3). Questa percentuale salirà fino 34% al Nord Italia e raggiungerà il 42,3% tra i residenti nei centri urbani.

Per quanto riguarda invece la situazione di ormai dieci anni fa, nel 2005 sono stati stimati 34.552 decessi attribuibili all’esposizione nel lungo periodo a particolato atmosferico (PM2.5), oltre a 23.387 decessi per esposizione a biossido d’azoto (NO2) e 1.707 decessi per patologie dovute all’esposizione ad ozono (O3). Emergono inoltre considerevoli disuguaglianze degli effetti sanitari sul territorio italiano: l’inquinamento e i suoi danni interessano maggiormente il Nord e in particolare le aree urbane congestionate dal traffico e le aree industriali. La concentrazione di Pm 2,5 risulta sempre superiore al Nord, con la Pianura Padana a detenere il record negativo. Quasi ovunque le concentrazioni medie annue, al baseline, si sono attestate tra i 20 e i 23 µg/m3, con il picco raggiunto nella zona di Milano e della Brianza, dove la media ha superato i 38 µg/m3.

Si tratta di un tema sul quale la comunità internazionale sta maturando una crescente consapevolezza: il 26 maggio 2015 l’Assemblea Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha emanato la sua prima risoluzione sull’inquinamento atmosferico, il cui primo punto richiama gli Stati alla necessità di raddoppiare gli sforzi affinché si riduca il danno sanitario da esso derivante. “Il progetto Viias”, dice il Presidente di Cittadini per l’Aria, “indica con chiarezza che l’Italia deve riconoscere assoluta priorità alla necessità di ottemperare a questa risoluzione. “Cittadini per l’Aria lavorerà per facilitare questo processo e garantire il rispetto di questo impegno”.

“I dati”, prosegue Anna Gerometta di Cittadini per l’Aria, “indicano con chiarezza quali siano le azioni da intraprendere: l’attuazione di politiche di mobilità e verde urbano molto più coraggiose delle attuali, in favore soprattutto dei centri cittadini e metropolitani che oggi rappresentano spesso vere e proprie camere a gas per i loro abitanti; la necessità di riconvertire o dislocare gli stabilimenti industriali fuori dalle aree popolate, o comunque prevedere in tempi brevi l’adozione delle migliori tecnologie disponibili per ridurne l’impatto sulla qualità dell’aria; un rapido cambiamento delle politiche sulle biomasse; l’adozione di misure adeguate per l’agricoltura e l’allevamento, volte a una riduzione delle emissioni di ammoniaca e metano, precursori del particolato e dell’ozono”.

Cittadini per l’Aria manifesta la sua preoccupazione per l’imminente scadenza che vedrà il Ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti riunirsi nel Consiglio dei Ministri dell’Ambiente UE il prossimo 15 giugno per discutere della proposta della Direttiva sui limiti alle Emissioni Nazionali (NEC) che è in discussione. Su questo, in particolare alla luce dei dati Viias oggi pubblicati, è cruciale che l’Italia non ceda alle lobby di chi rema contro la qualità dell’aria, vero e proprio diritto dei cittadini, ma che viceversa sia in prima linea nella richiesta di un ulteriore innalzamento del livello di ambizione della proposta – oggi assolutamente insufficiente a proteggere la salute dei cittadini.

“L’aria pulita è un diritto fondamentale per la vita della persone e nel mondo a cui aspiriamo leggi e istituzioni dovrebbero promuovere politiche efficaci a garantire che l’aria che respiriamo sia di buona qualità, tutelando innanzitutto la salute dei cittadini. Troppo spesso invece le scelte in questo ambito vengono prese non rispettando l’interesse della collettività” conclude Gerometta “Noi siamo convinti che ognuno di noi possa fare qualcosa, subito: dal canto nostro intendiamo batterci per una maggiore trasparenza e partecipazione nelle decisioni pubbliche, promuovendo la conoscenza del problema e favorendo la collaborazione tra società civile e mondo della ricerca”.



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