Industria chimica: l’eccellenza della sostenibilità sociale e ambientale

Pubblicato il 31 ottobre 2012

“Credo che l’espressione Sviluppo Sostenibile, se riferito all’Industria Chimica, si possa tranquillamente leggere ‘Responsible Care’”. Così ha dichiarato Cesare Puccioni, Presidente Federchimica, concludendo la presentazione del 18° Rapporto Responsible Care, il programma volontario che l’industria chimica promuove da oltre un ventennio a tutela della salute, della sicurezza e dell’ambiente.

I dati confermano le prestazioni eccellenti delle imprese chimiche aderenti a Responsible Care, che rappresentano il 60% del totale delle imprese di settore operanti in Italia e oltre il 50% dei dipendenti. Anzitutto, la Chimica è un settore sicuro: secondo dati Inail è anzi il più sicuro – insieme all’industria petrolifera – in termini di minor incidenza di infortuni rispetto alle ore lavorate: solo 9,4 infortuni per un milione di ore lavorate.

I luoghi di lavoro dell’industria chimica risultano idonei allo svolgimento dell’attività professionale dei dipendenti, senza rischi per la salute. Sempre secondo dati Inail, è il settore con la minore incidenza di malattie professionali solo lo 0,28 su un milione di ore lavorate, ovvero, una malattia professionale ogni tre milioni e mezzo di ore di lavoro.

Sul fronte ambientale, l’Industria Chimica riduce continuamente l’impatto dei propri processi e prodotti sull’ambiente, in particolare ha diminuito i propri consumi energetici del 33% rispetto al 1990 migliorando la propria efficienza energetica del 45% e ha ridotto le emissioni di Gas Serra del 63% rispetto al 1990, rispettando abbondantemente gli obiettivi richiesti dal Protocollo di Kyoto al 2012 già ampiamente in linea con quelli UE al 2020.

“L’industria chimica, oggi, è un insostituibile motore di innovazione – ha detto Puccioni -. Essa fornisce un contributo essenziale agli alimenti lungo tutta la filiera produttiva, alla potabilizzazione delle acque, alla razionalizzazione delle risorse, alle tecnologie ambientali, allo sviluppo di nuove fonti rinnovabili, alla mobilità e all’edilizia sostenibile. Inoltre – ha sottolineato il Presidente di Federchimica – anche grazie al forte coinvolgimento delle Organizzazioni Sindacali nelle attività del Programma Responsible Care, è stato possibile conseguire risultati eccellenti che garantiscono sicurezza e salute dei dipendenti; l’industria chimica risulta così all’avanguardia anche nella dimensione sociale della sostenibilità. Lo sviluppo sostenibile – ha concluso Puccioni – non è solo un obbligo nei confronti delle generazioni future, ma rappresenta anche una strategia indispensabile per un successo economico duraturo che tuteli contemporaneamente l’uomo e l’ambiente che lo circonda”.

Cosimo Franco, Presidente Commissione Direttiva Responsible Care di Federchimica ha osservato che: “Le sfide che tutte le imprese devono affrontare oggi si possono vincere solo tenendo in giusta considerazione la dimensione etica dello sviluppo. Responsible Care dimostra che la chimica è sulla strada giusta. Vogliamo proseguire il dialogo trasparente e costruttivo con tutti i nostri principali interlocutori, anche per ribadire il contributo fondamentale dell’industria chimica a una crescita economica ispirata ai principi etici di sostenibilità sociale ed ambientale”.

Alla presentazione del 18° Rapporto Responsible Care hanno partecipato Edoardo Croci, Direttore di Ricerca Iefe – Università Bocconi; Patrizia Santucciu di INAIL – Lombardia e Stefano Ruvolo, Responsabile Salute, Sicurezza e Ambiente di Femca Cisl.

Federchimica



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