Impianto di dissalazione dell’acqua alimentato a energia solare

Pubblicato il 10 aprile 2010

Ibm (Nyse: Ibm) e King Abdulaziz City for Science and Technology (Kacst), l’organizzazione nazionale di ricerca e sviluppo dell’Arabia Saudita, hanno annunciato una collaborazione di ricerca finalizzata a creare un impianto di dissalazione dell’acqua alimentato a energia solare, che potrebbe ridurre significativamente i costi idrici ed energetici.

Un impianto di dissalazione ad alta efficienza energetica, con una capacità di produzione prevista di 30.000 metri cubi al giorno, sarà costruito nella città di Al Khafji e servirà 100.000 persone. Il Kacst prevede di alimentare l’impianto con la tecnologia Uhcpv (Ultra-High Concentrator Photovoltaic), sviluppata insieme a Ibm; questa tecnologia è in grado di far funzionare un sistema fotovoltaico (Cpv) a una concentrazione superiore a soli 1.500. All’interno dell’impianto, il processo di dissalazione sarà basato su un’altra tecnologia sviluppata congiuntamente da Ibm e Kacst: una nanomembrana in grado di filtrare i sali e le tossine potenzialmente nocive presenti nell’acqua, utilizzando minore energia rispetto ad altre forme di depurazione.

Secondo gli scienziati del Kacst, i due metodi più comunemente impiegati per la dissalazione dell’acqua marina sono la tecnologia termica e l’osmosi inversa, entrambi a un costo che varia tra i 2,5 e i 5,5 Riyal Sauditi per metro cubo. Grazie alla combinazione offerta dall’energia solare e dalla nuova nanomembrana, questo progetto punta a ridurre significativamente il costo della dissalazione dell’acqua marina in questi impianti.

Poiché il 97% dell’acqua del nostro pianeta si trova negli oceani, trasformare l’acqua salata in acqua dolce in modo efficace in termini di costi ed efficiente in termini di energia offre un enorme potenziale per affrontare la crescita della domanda mondiale di acqua pulita.

Uno dei mezzi di dissalazione più efficienti è l’osmosi inversa, ma sfruttare questa riserva presenta degli ostacoli: principalmente le sfide poste dal biofouling, dalla degradazione del cloro e dal basso flusso. La ricerca congiunta Kacst e Ibm è incentrata sul miglioramento delle membrane polimeriche attraverso la modifica delle proprietà dei polimeri su nanoscala, al fine di rendere la dissalazione più efficiente e molto meno costosa.

Nel febbraio 2008, Ibm e Kacst hanno sottoscritto un accordo di ricerca collaborativa pluriennale, in base al quale gli scienziati di Ibm e Kacst lavoreranno fianco a fianco presso i laboratori di Ibm Research a New York e in California e presso il Kacst/Ibm Nanotechnology Centre of Excellence a Riyad, in Arabia Saudita.

Ibm: www.ibm.com

Kacst: www.kacst.edu.sa/en



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