Il Programma NIC di Federchimica: nanotecnologie nell’industria chimica

Pubblicato il 8 ottobre 2007

Per rispondere alle variegate esigenze dello sviluppo delle Nanotech in Italia, Federchimica ha avviato il programma N.I.C – Nanotecnologie nell’industria chimica, e lo ha condiviso progressivamente con 40 soggetti tra cui Centri di R&S pubblici e privati; istituzioni pubbliche; associazioni confindustriali e professionali; parchi scientifici e tecnologici, fondi di venture capital.

N.I.C. è articolato in quattro specifiche Task Force: progetti di R&S per partecipare con determinazione al “7° Programma Quadro di Ricerca” della Commissione Europea e al
“Programma Industria 2015”; partnership pubblico–privato, necessarie per attrarre in Italia capitali privati e altri soggetti interessati; nanoscienze, per definire un codice di condotta per la gestione responsabile delle nanotecnologie; venture capital, per comprendere e proporre quali vincoli eliminare affinché anche in Italia siano attivate risorse finanziarie per le piccole imprese nascenti e quindi a rischio elevato.

Le Nanotech consentono di ottenere nuovi prodotti a basso impatto ambientale nell’ambito dei dispositivi elettronici; plastiche a basso impatto ecologico; rivestimenti anti-corrosione; compositi più leggeri e più strutturati per mezzi di trasporto e nuovi processi di produzione a migliore efficienza energetica, come lo sviluppo di nuovi prodotti e nuove formulazioni, e di catalizzatori più efficienti.
Una nuova fase della chimica, che avrà un impatto anche sulla nostra economia, in termini di messa a punto di nanomateriali, nanointermedi e prodotti finiti.

Nel nostro Paese infatti, i settori manifatturieri dell’energia, dell’alimentare, della metalmeccanica, della chimica – farmaceutica – cosmetica, del tessile, dell’elettronica, dei mezzi di trasporto, della plastica – gomma, dell’ambiente, rappresentano attualmente un fatturato (2004) di oltre 650 miliardi di euro, che significa quasi il 30% del Pil. In questo processo svolge un ruolo strategico il territorio, che può creare nuove iniziative, facilitare la formazione di partnership tra pubblico e privato, rendere disponibili ulteriori fondi soprattutto per le imprese allo stato nascente.

Per questo motivo, Federchimica ha coinvolto, nell’ambito del Convegno presso il RichMac a Milano, sei Assessori Regionali affinché dialogassero con il Ministero dello Sviluppo Economico che nel Programma “Industria 2015”, già avviato con la Finanziaria del 2007, prevede l’area dei finanziamenti per la “Creazione di Reti di Impresa” (le Reti di Impresa rappresentano forme di coordinamento di natura contrattuale tra Imprese, che vogliono aumentare la loro massa critica e avere maggiore forza sul mercato senza doversi fondere o unirsi sotto il controllo di un unico soggetto).

Occorre però anche investire nelle risorse umane. Le conoscenze scientifiche (di chimica e di fisica) e l’orientamento alle applicazioni industriali (nei settori soprattutto, dell’elettronica, dei materiali da costruzione e per trasporti) sono un fattore chiave di successo.