Il ministro dell’Ambiente Galletti ha partecipato al recente Convegno “Laudato Si, rinnovare l’umano per custodire il Creato” organizzato dalla Cei presso Expo 2015 all’interno della decima “Giornata per la Custodia del Creato”.
Nel lodare l’impegno che il Pontefice e la Conferenza Episcopale Italiana stanno profondendo sulla “Custodia del Creato”, il ministro ha affermato che esso rappresenta un sostegno importantissimo per tutti coloro che si occupano di tematiche ambientali, poiché quando queste “escono dall’ambito della genericità ed affrontano problemi concreti, di singole comunità, sono mosse spesso da logiche e interessi particolari: economici, politici. Sono territorio della tecnica, della scienza, e sovente purtroppo della propaganda”.
Nel suo discorso, Galletti ha evidenziato la portata rivoluzionaria del carattere spirituale dell’intervento del Santo Padre che richiama un imperativo diverso quello morale.
Nell’ultima conferenza Onu che si è svolta l’anno scorso a Lima, in quanto presidente di turno dell’Unione Europea, Galletti ha guidato la delegazione dell’Europa sul tavolo del negoziato. In quel contesto il ministro ha notato il “bisogno di uno scatto, di una pregiudiziale etica” che fosse motore e fondamento della ricerca di soluzioni tecniche a problemi scientifici e di risorse economiche per finanziare un modello di sviluppo globale sostenibile.
Questa “pregiudiziale etica” il ministro la ha ritrovata nell’enciclica del Papa quando ha affermato che “la cultura ecologica non si può ridurre a una serie di risposte urgenti e parziali ai problemi che si presentano riguardo al degrado ambientale, all’esaurimento delle riserve naturali e all’inquinamento. Dovrebbe essere uno sguardo diverso, un pensiero, una politica, un programma”.
È dalla spinta morale e politica, dall’impegno delle coscienze, dall’assunzione di responsabilità nei confronti delle future generazioni che può partire la strada per la tutela dell’ambiente ed il creato: da questi presupposti le soluzioni tecniche, le intese, i target vengono come conseguenza. “Se c’è una volontà politica ed un impegno etico, questa volontà e questo impegno detteranno le soluzioni tecniche”, ha affermato Galletti.
Papa Francesco si è rivolto ad ogni essere umano perché nessuno è esente dal dovere di scegliere e quindi di agire per difendere l’ambiente attuale che diventerà eredità per le generazioni future.
Il Pontefice ha scritto che “non ci sono frontiere e barriere politiche o sociali che ci permettano di isolarci, e per ciò stesso non c’è nemmeno spazio per la globalizzazione dell’indifferenza”.
Indifferenza che insieme alla diffidenza si ritrovano nell’attualità dell’esodo di decine di migliaia di profughi. “Un esodo che appare inarrestabile di fronte al quale ogni egoismo, ogni ragionamento su quote, distribuzione dei migranti fra i Paesi, strategie nazionali, appare arido se non presuppone una profonda comprensione umana”, ha detto Galletti.
La questione delle migrazioni non può essere separata dalla lotta alla povertà, dalla tutela dell’ambiente e da una più sostenibile produzione e distribuzione delle risorse anche energetiche.
Il Papa ha scritto che “è tragico l’aumento dei migranti che fuggono la miseria aggravata dal degrado ambientale”. Questi profughi dei cambiamenti climatici “non sono riconosciuti come rifugiati nelle convenzioni internazionali e portano il peso della propria vita abbandonata senza alcuna tutela normativa”.
E ancora, si legge in apertura dell’enciclica “l’intima relazione tra i poveri e la fragilità del pianeta” e si ribadisce “la convinzione che tutto nel mondo è intimamente connesso”.
In tema di accordo sul clima, secondo Galletti per limitare l’effetto serra è necessario ridurre le emissioni di CO2, prodotta nelle attività umane principalmente dall’uso di combustibili fossili, cioè diminuire drasticamente l’uso di carbone e petrolio. Raggiungere un accordo in merito implica una intesa strategica sull’economia e sui sistemi produttivi.
Nel messaggio dell’episcopato italiano per la decima “Giornata per la Custodia del Creato” si fa riferimento al vertice COP21 di Parigi sul clima ed un monito al Governo Italiano, Galletti ha assicurato l’impegno del nostro Paese per un futuro sostenibile del clima planetario. “L’Italia oggi in Europa, forse diversamente rispetto ad alcune stagioni del passato, è fra i Paesi che spingono di più per un accordo che sia quanto più ambizioso, impegnativo, e vincolante”.
Le conferenze sul clima spesso si sono rivelate occasioni mancate, come ricordato anche dal Pontefice nella “Laudato Si” quando rileva che “la sottomissione della politica alla tecnologia e alla finanza si dimostra nel fallimento dei Vertici mondiali sull’ambiente”.
Il ministro è convinto che a tutti i livelli il nodo di fondo (sfida dei cambiamenti climatici come questione etica prima che politica) stia diventando patrimonio comune a livello internazionale e che l’appello del Pontefice alla “conversione ecologica”, ad una “ecologia integrale”, che sia ambientale, ma anche economica e sociale, si stia facendo strada.
Segnali importanti in questa direzione si riscontrano nell’appello di questi giorni del Presidente Obama dalla Alaska per il raggiungimento di una intesa a Parigi e negli annunci del Governo cinese sulla riduzione delle emissioni: questi Paesi oggi sono i principali produttori di gas serra e senza la loro partecipazione ai lavori una intesa globale efficace sarà impossibile.
Galletti fa suo l’invito alla sobrietà di vita che Francesco rivolge all’occidente, cioè l’appello contro lo spreco alimentare che riguarda circa un terzo del cibo prodotto nel mondo. “Il cibo che si butta via è come se lo si rubasse dalla mensa del povero”, ha scritto il Papa. Per questo il ministro dell’Ambiente, in collaborazione con il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Martina, ha avviato nel Governo un lavoro serio su questo tema che ha portato alla Carta di Bologna poi recepita nella Carta di Milano, eredità politica e culturale dell’Expo.
Secondo Galletti per sobrietà non si intende rendere più poveri alcuni per rendere meno poveri altri, ma è necessario, come ha affermato Francesco, che “i Paesi sviluppati contribuiscano a risolvere questo debito limitando in modo importante il consumo di energia non rinnovabile, e apportando risorse ai Paesi più bisognosi per promuovere politiche e programmi di sviluppo sostenibile”. La sfida che il Pontefice lancia, e che la politica ha il dovere di raccogliere, è chiara: occorre “cambiare il modello di sviluppo globale”.
Per Galletti questa è “una operazione economica che presuppone quella ‘rivoluzione culturale’ che il cuore dell’enciclica e che il Papa sintetizza con l’esigenza di ‘ridefinire il progresso’. Una sfida che va raccolta con l’impegno internazionale ma anche con il lavoro in casa nostra. I vescovi italiani chiedono al Governo di “rafforzare la sostenibilità dell’economia, privilegiando sempre più le energie rinnovabili e potenziando l’ecoefficienza, offrendo così anche nuove opportunità di lavoro”.
Oggi in Italia quasi il 40% dell’energia elettrica consumata proviene da fonti rinnovabili, con standard di efficienza energetica che sono fra i migliori in Europa. Gli incentivi programmati in questi anni per l’efficientamento delle abitazioni hanno dato risultati positivi sia come risparmio energetico sia in termini di occupazione e sviluppo di un settore che ha attraversato una grave crisi.
“Certamente abbiamo gravi problemi ancora aperti”, ha ammesso Galletti, “e che stiamo affrontando con impegno e tenacia: penso ad esempio al problema dei rifiuti col 40% degli scarti che ancora finisce in discarica, all’inquinamento delle città che impone un ripensamento ed una riorganizzazione degli usi civili e del sistema dei trasporti, alla bonifica dei vecchi siti industriali che hanno inquinato per decenni alcune aree produttive”.
Un passaggio fondamentale sarà la messa in sicurezza del territorio dal dissesto idrogeologico e dai danni che esso comporta. In tal senso il Governo ha scelto la prevenzione, varando un piano da 10 miliardi di euro da spendere entro i prossimi 7 anni.
Alla presenza degli esponenti della Cei, Galletti ha concluso riprendendo le parole di Francesco: “Se ‘i deserti esteriori si moltiplicano nel mondo, è perché i deserti interiori sono diventati così ampi’. Noi lottiamo per evitare la desertificazione del pianeta e siamo al vostro fianco per combattere la desertificazione delle coscienze”.