Il depuratore di Nosedo premiato da Legambiente
Grazie al suo progetto innovativo di recupero di calore dall'acqua di scarico depurata, Legambiente ha assegnato il Premio all'Innovazione Amica dell’Ambiente 2013 al depuratore di Nosedo
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Nel corso di una cerimonia svoltasi a Milano lo scorso 27 gennaio, Legambiente ha assegnato il Premio all’Innovazione Amica dell’Ambiente 2013 al depuratore di Nosedo per il progetto innovativo di recupero di calore dall’acqua di scarico depurata.
Il premio, ideato da Legambiente nel 2001, è un riconoscimento nazionale attribuito a innovazioni di prodotto, di processo, di servizi, di sistema, che abbiano dimostrato di contribuire a significativi miglioramenti orientati alla sostenibilità ambientale e che si segnalino per originalità e per potenzialità di sviluppo, anche in relazione alle specificità territoriali. L’obiettivo del Premio è creare un contesto favorevole alla ricerca e contribuire alla diffusione delle buone pratiche della sostenibilità ambientale, valorizzando quelle realtà che sappiano raccogliere le sfide lanciate dall’ambiente come valore e opportunità irrinunciabile di sviluppo anche economico e sociale.
Il progetto presentato dal depuratore si focalizza sul riuso delle acque reflue depurate. Nel sito del depuratore di Nosedo sono presenti acque reflue depurate, rese disponibili a fine ciclo dal depuratore, sfruttabili come pozzo termico in accoppiamento con unità a pompa di calore per la climatizzazione degli ambienti.
Le acque depurate hanno temperature variabili tra un minimo di +12/14 °C con clima rigido invernale (es. nevicata) ed un massimo di +24°C nel periodo estivo, risultano pertanto attraenti nell’ottica del loro sfruttamento in impianti di climatizzazione, consentendo significative ottimizzazioni sotto il profilo dei consumi energetici sia rispetto ad impianti di generazione termica e frigorifera tradizionali (tipicamente generatori di calore a gas metano e gruppi refrigeratori d’acqua con condensazione ad aria) sia nei confronti di pompe di calore aria/acqua, fortemente dipendenti dalle condizioni climatiche essendo in tal caso il pozzo termico costituito dall’aria esterna.
Lo sfruttamento delle acque depurate può infatti essere a tutti gli effetti assimilato a fonte rinnovabile di energia, poiché nel funzionamento in riscaldamento a pompa di calore esse costituiscono un pozzo termico, meno affetto dalle condizioni atmosferiche rispetto all’aria, dal quale estrarre calore (non altrimenti riutilizzabile) mediante il lavoro del compressore entro un ciclo frigorifero (a fronte di 1kW elettrico assorbito possono essere ottenuti circa 4,5kW termici).
Nella climatizzazione estiva, inoltre, la disponibilità di acque depurate consente la condensazione ad acqua anziché ad aria sulle medesime unità, ottenendo valori di efficienza energetica decisamente superiori rispetto a gruppi frigoriferi di taglia corrispondente ma con condensazione ad aria. In tale contesto è stata pertanto adottata la tecnologia ormai matura delle unità a pompa di calore a inversione di ciclo (capaci cioè di agire come refrigeratore invertendo la “direzione” del ciclo frigorifero a compressione), abbinandola allo scambio con la fonte idrotermica disponibile in loco, le acque depurate appunto. Tale soluzione costituisce un’incisiva misura di efficientamento energetico dell’impianto di climatizzazione a servizio dei due edifici esistenti presso il depuratore.
Gli impianti interni esistenti di entrambi gli edifici, essendo già predisposti al funzionamento con queste temperature in quanto già serviti da pompe di calore aria/acqua, non hanno subito alcun intervento sostanziale a valle della centrale termofrigorifera di nuova realizzazione. L’indice di efficienza energetica, cioè il rapporto tra kW termico o frigorifero erogato per kW elettrico assorbito dai compressori, migliora sensibilmente rispetto al preesistente impianto con scambio in aria: rispetto alla situazione preesistente, il miglioramento dell’efficienza delle unità termofrigorifere consente una riduzione dei consumi energetici per climatizzazione stimabile in circa il 50% su base annua.
In conclusione, si può affermare che tale tecnologia consente di:
– ottimizzare complessivamente i consumi energetici andando ad ottenere fino 4,5 kWh termici per 1 kWh elettrico consumato;
– ridurre il consumo energetico annuo dovuto al riscaldamento e raffrescamento edifici di circa il 50%;
– ridurre le emissioni di CO2 legate all’impiego di fonti energetiche “convenzionali”;
– sfruttare una risorsa rinnovabile e prontamente disponibile come l’acqua reflua.
Tenendo presente quest’ultima considerazione, bisogna sottolineare che lo scopo dell’impianto a pompe di calore installato presso Nosedo è anche quello di dimostrare come un depuratore possa diventare un vero e proprio vettore energetico sfruttabile, attraverso una centrale di rilevante potenzialità, per la trasmissione di calore e la climatizzazione (riscaldamento/condizionamento) di abitazioni, ospedali, scuole, centri sportivi ed altre utenze.
Antonella Rampichini
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