Il cambiamento climatico minaccia il continente africano: prioritarie le strategie di adattamento

Un terzo della popolazione africana vive in zone inclini alla siccità. Sei delle dieci città più grandi del continente sorgono lungo le coste, anch'esse esposte al cambiamento climatico.

Pubblicato il 4 maggio 2010

Il cambiamento climatico può avere pesanti ricadute sulla sicurezza alimentare e la riduzione della povertà in Africa, secondo un documento presentato alla conferenza regionale per l’Africa della Fao, che si tiene questa settimana a Luanda, in Angola.

La principale conseguenza di temperature più alte e della crescente imprevedibilità del clima sarà con tutta probabilità la riduzione della resa delle coltivazioni – per il mais, importante cibo base, si stima di un 6,9% – e dunque maggiori rischi di insicurezza alimentare.

Il documento “Le implicazioni del cambiamento climatico per la sicurezza alimentare e per la gestione delle risorse naturali in Africa”, avverte che non è più possibile continuare ad andare avanti come se nulla fosse ed esorta i governi dei Paesi africani a “dare priorità ed attuare misure per sviluppare l’agricoltura ed una gestione sostenibile delle risorse naturali”. Un terzo della popolazione africana vive in zone inclini alla siccità. Sei delle dieci città più grandi del continente sorgono lungo le coste, anch’esse esposte al cambiamento climatico. Il cambiamento climatico colpirà i Paesi africani più poveri in modo smisurato, e le persone più povere in questi Paesi saranno quelle che ne soffriranno maggiormente. I piccoli coltivatori africani, che praticano un’agricoltura di pura sussistenza, sono i più vulnerabili, e quelli che hanno minori strumenti per contrastarne gli effetti.

Secondo il documento, dovrebbe diventare una priorità l’adattamento al cambiamento locale tramite pratiche sostenibili come la promozione e la protezione del cibo locale e delle conoscenze agricole tradizionali. Poiché il cambiamento climatico colpirà i più poveri, sono necessarie politiche di sviluppo che puntino ai gruppi più vulnerabili, in particolare le donne, il cui carico di lavoro crescerà enormemente in conseguenza degli effetti sulle risorse idriche e sulla terra.

Il documento sottolinea inoltre che vi è urgente bisogno di creare e promuovere le capacità per l’iniziativa della Fao in Africa “Gestione sostenibile della terra” (Slm, l’acronimo inglese), che utilizza conoscenze tecniche per mitigare gli effetti del cambiamento climatico mediante una gestione integrata del territorio, delle risorse idriche, della biodiversità e dell’ambiente. Il documento fa poi notare come esista un potenziale per i Paesi africani per trarre vantaggio dal mercato del carbonio e da altri strumenti internazionali come il Meccanismo per uno sviluppo pulito.

Strategie per ridurre le emissioni di carbonio, tramite progetti di rimboschimento che coinvolgano le comunità, hanno il potenziale di creare sinergie per incrementare la produzione alimentare dei piccoli contadini. Nella riunione di cinque giorni si discuterà, tra le altre cose, degli effetti dei prezzi alimentari sostenuti sulla sicurezza alimentare dell’Africa e le sfide e le opportunità che presenta la produzione bioenergetica per il continente.

Fao: www.fao.org



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