I consumi di PVC in Italia nel 2012 sono diminuiti

Edilizia e costruzioni continuano ad essere i settori di maggior impiego del PVC con il 32,2% del totale trasformato.

Pubblicato il 16 luglio 2013

In linea con il trend degli altri materiali plastici e non, anche nel 2012 il consumo di PVC polimero è diminuito rispetto all’anno precedente, raggiungendo un valore di trasformato pari a circa 660.000 tonnellate. Questa flessione ha interessato più o meno tutti i settori applicativi sia del PVC rigido che del PVC plastificato. Questo è quanto emerge dallo studio “Il consumo di PVC in Italia – 2012” realizzato da Plastic Consult per conto del PVC Forum Italia.

La crisi dell’edilizia in Italia ha avuto un impatto negativo sul consumo di PVC nelle applicazioni del settore. In aumento invece le esportazioni di PVC compounds.

Per quanto riguarda l’utilizzo di PVC da riciclo, vista la riduzione dei consumi di PVC vergine, la disponibilità di scarti pre-consumo ha subito nel 2012 una contrazione. Anche la disponibilità e il riciclo di scarti industriali sono diminuiti mentre vi è stato, anche se leggero, un aumento del riciclo di PVC post-consumo. Il totale di PVC riciclato è stato stimato pari a circa 65.000 tonnellate di cui il post consumo si aggira attorno alle 15.000 tonnellate (circa il 25%).

Il riciclato da PVC rigido è stato utilizzato, normalmente in taglio con resina vergine, per la produzione di tubi (cavidotti, pluviali, sostegni per floricoltura ecc.), profilati (zoccolini, coprigiunti, angolari per cemento, ecc..) e monofili per spazzole. Per il PVC plastificato, il grosso degli impieghi si registra nella produzione di tubi per giardinaggio con un certo consumo per membrane impermeabilizzanti e tappetini per auto.



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