Gruppo Barilla: Buono per te, buono per il pianeta
“Buono per te, buono per il pianeta” è la filosofia che ispira il piano di sviluppo del Gruppo Barilla e che nel 2013 si è tradotto in una serie di azioni concrete che coniugano crescita e sostenibilità. La decisione di presentare per la prima volta simultaneamente il bilancio economico e il bilancio di sostenibilità dell’esercizio 2013 risponde pienamente a questo principio guida.
Il fatturato 2013 ha raggiunto i 3,535 miliardi di euro. L’Ebitda ricorrente del 2013 si è attestato al 12% del fatturato (rispetto al 10,8% del 2012). In valori assoluti, si è passati dai 433 milioni del 2012 ai 425 del 2013. Prosegue a ritmi serrati la riduzione dell’indebitamento. Dai 688 milioni di euro del 2011, si era arrivati ai 574 milioni del 2012, scesi a 347 milioni nel 2013.
In Italia i volumi sono cresciuti dell’1% nel 2013. Anche se il mercato è in calo, Barilla continua a investire nel Paese: dopo l’apertura dello stabilimento sughi nel 2012, l’azienda ha inaugurato un magazzino automatizzato nel 2013 e ha da poco iniziato a costruire sili di stoccaggio grano con una connessione ferroviaria, dimezzando il trasporto via gomma del grano in arrivo a Parma, dove si trova il più grande stabilimento di pasta al mondo.
È in nome di “Buono per Te, Buone per il Pianeta” che Barilla ha iniziato ad aprire le porte dei propri stabilimenti, dalla raccolta delle materie prime nei campi, passando per la produzione, fino al prodotto finito. All’interno del percorso di sostenibilità, il Gruppo sta stringendo una serie di accordi di filiera, al fine di garantire un modello agricolo virtuoso: per avere prodotti di qualità superiore è necessario avere materie prime eccellenti.
Mentre i volumi continuano a crescere, nel 2013 si e confermato il disaccoppiamento delle emissioni di gas serra rispetto alla produzione: infatti a fronte di un aumento produttivo del 4%, le emissioni di gas serra, espresse in CO₂ equivalente, si sono ridotte del 15% in valore assoluto rispetto al 2010. Per tonnellata di prodotto finito, peraltro, e stata registrata una riduzione del 19% rispetto al 2010, attestandosi a 0,22 t CO₂ eq/t prodotto. Questi risultati sono stati ottenuti grazie agli impianti di cogenerazione, ai progetti di risparmio energetico e all’energia proveniente da fonti rinnovabili.
In tutti i pastifici italiani, infatti, sono stati installati impianti di cogenerazione. I comprensori di Parma e Foggia sono alimentati da impianti di cogenerazione che producono contemporaneamente energia elettrica e termica. Il pastificio di Caserta utilizza un impianto di trigenerazione che produce energia elettrica, termica e acqua refrigerata.
Gli stabilimenti di produzione a Celle in Germania e Filipstad in Svezia utilizzano energia elettrica acquistata da produttori che certificano l’origine da fonte idroelettrica. Inoltre, Barilla ha coperto tutta la domanda di energia elettrica usata per le produzioni a marchio Mulino Bianco, Gran Cereale e Pan di Stelle con i certificati di origine denominati GO-Recs che attestano la reale produzione da fonti rinnovabili.
Nel 2013 gli stabilimenti Barilla hanno consumato circa 2,3 milioni di metri cubi di acqua risparmiando 343.000 m3 di acqua rispetto al 2010, con una riduzione del 13%. Oltre alle azioni di risparmio sono stati sviluppati alcuni progetti di riutilizzo delle risorse idriche, in particolare negli stabilimenti di Cremona, Foggia, Ames ed Avon (USA).
Oltre l’83% della produzione Barilla avviene in stabilimenti che possiedono un Sistema di Gestione Integrato Sicurezza e Ambiente (SGSA), certificato da un ente terzo in conformità agli standard internazionali di gestione per la sicurezza e l’ambiente OHSAS 18001 e ISO 14001.
Nel 2013, inoltre, e stato implementato e certificato il Sistema di Gestione dell’Energia, nello stabilimento di Castiglione delle Stiviere, sviluppato in conformità allo standard internazionale ISO 50001. Questo stabilimento si aggiunge a Celle (Germania) e Filipstad (Svezia), già dotati di un Sistema di Gestione dell’Energia.
Con l’obiettivo di ridurne la quantità di rifiuti prodotta e aumentarne la quota destinata a recupero o riciclo, nel 2013 negli stabilimenti Barilla si è registrata una media di circa 16 kg di rifiuti per tonnellata di prodotto finito; di questi il 92% e stato destinato a operazioni di recupero/riciclo.
Dal 1997 Barilla ha sviluppato una “Linea Guida per la progettazione del packaging sostenibile”, giunta oggi alla terza edizione. A questa si e affiancato nel 2007 il Barilla LCA Packaging Designer che consente di confrontare tra loro diverse soluzioni per scegliere quella a minore impatto ambientale. Tutto questo naturalmente salvaguardando la capacità delle confezioni di proteggere e preservare la bontà dei prodotti. Attraverso questo strumento e tutti gli altri progetti di miglioramento, la percentuale degli imballaggi Barilla, classificati come tecnicamente riciclabili, ha raggiunto il 98% nel 2013 (da 85% nel 2008).
Ispirata dal Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN), centro di pensiero diventato Fondazione Bcfn a inizio 2014, l’azienda ha portato la doppia piramide alimentare e ambientale all’interno della strategia di crescita e punta a raddoppiare il volume di prodotto alla base delle piramide alimentare al 2020.
www.barilla.com
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