Gestione dei rifiuti in Italia.

Pubblicato il 13 novembre 2002

In prospettiva, il principio secondo il quale in discarica potranno essere conferiti esclusivamente i rifiuti per i quali siano stati esperiti preliminari tentativi di recupero di materia e di energia, derivando dall’insieme delle politiche comunitarie in materia di rifiuti, dovrà trovare concreta applicazione anche nel nostro Paese e modificherà ancora più profondamente l’attuale ripartizione fra le diverse modalità di recupero e di smaltimento. I dati del 1998 attestano una quota di rifiuti speciali avviati al recupero pari al 42,1% (di cui il 6,1% utilizzato per la produzione di compost), il 16,7% dei rifiuti prodotti sarebbero avviati ad altri trattamenti, l’1,5% incenerito e il 39,7% collocato in discarica. Dati disaggregati mostrano però come in alcune province, per esempio in quella di Milano, la scarsità delle discariche abbia condotto nel 2001 ad avviare a trattamenti di recupero più del 72% dei rifiuti complessivamente raccolti dai comuni o prodotti dalle attività economiche. Manca però una valutazione delle rese degli impianti di recupero; non sono disponibili, infatti, dati ufficiali sulla quantità di materie prime secondarie o di prodotti ricavati dal trattamento al quale i rifiuti sono stati sottoposti.

I rifiuti di imballaggio

Il sistema Conai-Consorzi di filiera, che gestisce circa 11,5 milioni di tonnellate di rifiuti di imballaggio prodotti in Italia ogni anno, ritiene di poter raggiungere entro i termini previsti gli obiettivi di recupero (50%) e riciclo (25%) fissati in sede europea. Un risultato di grande importanza, se si considera che la valorizzazione degli imballaggi post-consumo passa necessariamente attraverso una efficiente raccolta differenziata dei rifiuti urbani. Una raccolta differenziata che, come si è avuto modo di constatare, solo nell’ultimo biennio ha iniziato ad estendersi all’intero territorio nazionale. Negli ultimi quattro anni il sistema Conai-Consorzi di filiera ha saputo fronteggiare l’aumento della produzione complessiva di rifiuti di imballaggio, derivata dall’incremento del consumo interno di packaging, garantendo un tasso di recupero in continua progressione. Deve essere ricordato, a questo proposito, che il sistema Conai si è fatto carico di raccogliere e valorizzare in modo efficiente anche frazioni di rifiuti urbani non imputabili al consumo di imballaggi, quali, per esempio, la carta dei giornali e delle riviste. In prospettiva, l’ulteriore innalzamento degli obiettivi di riciclaggio e recupero previsti dalla proposta di revisione della Direttiva packaging and packaging waste contribuirà allo sviluppo del settore e renderà necessario l’impiego di più avanzate tecnologie di selezione e di valorizzazione dei materiali.

Flussi prioritari di rifiuti

La definizione, l’approvazione e il recepimento nell’ordinamento nazionale della serie di direttive comunitarie che affermano il principio del free take back, l’obbligo di ritiro gratuito e di valorizzazione dei prodotti a fine vita da parte dei produttori dei medesimi, non mancheranno di contribuire allo sviluppo del settore della gestione dei rifiuti. Basti pensare, in proposito, che la proposta di Direttiva sui rifiuti elettrici ed elettronici impone un target minimo di raccolta e valorizzazione di questi beni post consumo di origine domestica che renderà necessaria la costituzione di un sistema simile a quello messo in atto per garantire il recupero dei rifiuti di imballaggio.