Francia: no ai sacchetti di plastica

La Francia mette al bando i sacchetti di plastica usa e getta e tutti i prodotti oxobiodegradabili.

Pubblicato il 31 luglio 2015

Il provvedimento, che rientra nell’ambito della legge “Transition énergétique”, prevede il divieto totale di distribuzione dei sacchi da asporto merci in plastica, ad eccezione di quelli riutilizzabili, la sostituzione di quelli per frutta e verdura con sacchetti compostabili realizzati con i biomateriali e il divieto di impacchettare riviste e giornali con pellicole che non siano compostabili e di origine vegetale. Bando assoluto per i prodotti oxodegradabili.

“Dopo l’Italia anche la Francia sceglie di mettere al bando gli shopper usa e getta in plastica. Un riscontro importantissimo all’iniziativa italiana sulla riduzione del consumo di buste asporto merci monouso – fortemente voluta dal nostro Parlamento e sempre sostenuta dall’esecutivo – vero e proprio benchmark della recente direttiva europea in materia di imballaggi”, ha dichiarato Marco Versari, presidente di Assobioplastiche. “La nostra associazione”, ha proseguito, “guarda con soddisfazione al provvedimento francese che rappresenta un ulteriore passo verso il modello di economia circolare che la Ue si appresta a definire e al quale l’industria italiana ed europea delle bioplastiche può dare un grandissimo contributo in termini di innovazione, sviluppo economico e crescita occupazionale”.

La legge approvata il 22 luglio scorso dal governo francese prevede che a partire dal 1° gennaio 2016 gli shopper monouso in plastica non potranno più essere distribuiti, salvo quelli riciclabili e di maggior spessore. I sacchi per frutta e verdura in plastica tradizionale saranno invece vietati a partire dal 1° gennaio 2017; essi dovranno essere sostituiti con quelli compostabili, prodotti con materie prime di origine vegetale. Stessa sorte per le pellicole utilizzare per confezionare riviste e giornali e, infine, divieto assoluto per i prodotti (sacchetti o per il packaging) realizzati con le plastiche oxobiodegradabili.

 

Foto: Hendrike



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