Eolico offshore, l’Italia può offrire un contributo significativo nella decarbonizzazione

Pubblicato il 29 febbraio 2024
Eolico offshore TEHA

Evidenziare il contributo dell’eolico offshore galleggiante al processo di decarbonizzazione del Paese e le ricadute di questa tecnologia sull’economia italiana e le filiere locali. È questo l’obiettivo della Floating Offshore Wind Community, progetto creato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con i Partner Renantis, BlueFloat Energy, Fincantieri e Acciaierie d’Italia. La conclusione del primo anno della Community è culminata con una tavola rotonda dove oltre 50 vertici di aziende e istituzioni si sono confrontati nella cornice di Anantara, Palazzo Naiadi a Roma.

“Ci troviamo in un momento storico decisivo per la decarbonizzazione del Paese e il raggiungimento dei target di energia pulita al 2030 e al 2050. Per cogliere questa sfida, l’Italia deve fare leva sull’eolico offshore galleggiante, il quale ha un forte potenziale energetico e limitati impatti ambientali e sociali. Il sistema industriale italiano ha inoltre importanti competenze nel settore dell’acciaio e della navalmeccanica, le quali possono essere sfruttate per costruire una posizione di leadership nel mercato globale di questa tecnologia con importanti benefici soprattutto nelle regioni del Sud. La Community ha lavorato quest’anno per creare consapevolezza sulle potenzialità di questa tecnologia verde e sull’urgenza di avviare gli investimenti, proponendo una precisa roadmap di azioni volte a dare certezza agli investitori affinché la catena del valore industriale nazionale possa organizzarsi e investire seriamente nell’eolico offshore galleggiante, generando ricadute positive sull’economia e sull’occupazione italiana”, ha commentato Valerio De Molli, Managing Partner & CEO di The European House – Ambrosetti.

“Il Rapporto Strategico presentato dalla Community ha il merito di evidenziare chiaramente quanto la tecnologia dell’eolico marino galleggiante sia fondamentale non solo per il raggiungimento dei target di decarbonizzazione, ma anche, e direi soprattutto, in vista dell’obiettivo di rendere il Paese indipendente a livello energetico. Le sfide che abbiamo dinanzi a noi richiedono un approccio sistemico e una visione la cui parola d’ordine non può che essere una: senza tutte le varie forme di energie rinnovabili non si andrà da nessuna parte. In tale ottica lo studio della Community evidenzia l’enorme potenziale dell’eolico marino galleggiante, i cui benefici vanno ben oltre l’ambito energetico in senso stretto, presentandosi come un’opportunità di sviluppo industriale e crescita economica. Renantis insieme con BlueFloat Energy sta sviluppando in Italia 6 parchi eolici marini galleggianti, per un investimento complessivo di 18 miliardi di euro e una capacità installata di 5.500 Megawatt. Abbiamo già investito svariati milioni di euro, a dimostrazione del fatto che crediamo nelle potenzialità del Paese. Tutto questo però non basta. Gli investitori hanno bisogno di regole chiare e affidabili, di iter autorizzativi snelli e di tempi certi. Sotto questo profilo ribadiamo con forza che è urgente che venga varato il decreto FER2, prevedendo l’indicizzazione almeno all’inflazione delle tariffe d’asta, come per altro già avviene in altri paesi europei, e nel nostro per l’eolico onshore. Renantis ha partecipato con entusiasmo alla Community; l’augurio è che questo studio rappresenti un’ulteriore opportunità di dialogo e fattiva collaborazione tra decisori politici e investitori privati”, ha commentato Toni Volpe, CEO di Renantis.

“L’eolico offshore galleggiante è la tecnologia maggiormente in grado di garantire la sicurezza energetica dell’Italia, fornendo soluzioni per la decarbonizzazione su larga scala e contribuendo alla crescita economica del Paese. Il bacino del Mediterraneo è pronto per diventare hub per lo sviluppo commerciale dell’eolico offshore galleggiante, con Francia, Spagna, Italia e Grecia che stanno lavorando per sbloccare il potenziale di questa tecnologia e l’Italia che occupa una posizione strategica per sfruttarne tutte le potenzialità. In qualità di sviluppatore e leader sul mercato nella tecnologia galleggiante, BlueFloat Energy è orgogliosa di aver contribuito al Rapporto della The European House – Ambrosetti Floating Offshore Wind Community, uno studio unico nel suo genere che analizza il potenziale della tecnologia eolica offshore galleggiante nel mercato italiano. Siamo pienamente in linea con i risultati del rapporto; è necessario e imprescindibile che i decisori politici definiscano quanto prima in maniera chiara norme e tempi per lo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante. BlueFloat Energy ha lavorato duramente negli ultimi tre anni, in partnership con Renantis, per contribuire allo sviluppo di questa tecnologia in Italia e continuerà a sfruttare la sua esperienza a livello globale per garantire che l’Italia possa beneficiare appieno dei progressi tecnologici in questo settore in così rapida evoluzione” ha affermato Carlos Martin Rivals, CEO di BlueFloat Energy.

“La decarbonizzazione dell’Italia si può raggiungere puntando strategicamente sulle competenze e sull’eccezionale know-how industriale del nostro Paese. Questo cambiamento può inoltre promuovere la crescita economica e occupazionale, in particolare nel Mezzogiorno. La tecnologia dell’eolico offshore galleggiante è un’opportunità senza precedenti per il sistema Italia, con la prospettiva di generare un’occupazione significativa, stimata in fino a 27 mila posti di lavoro entro il 2050. Siamo fiduciosi nelle potenzialità del nostro Paese e nel suo tessuto industriale, siamo determinati a essere protagonisti nell’eolico offshore galleggiante, un settore in cui Fincantieri vanta già una solida expertise”, ha dichiarato Pierroberto Folgiero, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Fincantieri.

“La nostra adesione a questo progetto di sviluppo di valenza strategica si basa su due ragioni. Da una parte siamo il produttore italiano certificato di acciaio di qualità per impieghi strutturali e quindi siamo in grado di produrre l’acciaio necessario agli impianti eolici che costituiscono un enorme bacino di sviluppo a livello europeo per questo mercato. In particolare, Acciaierie d’Italia ha definito un nuovo paradigma nella sostenibilità dell’acciaio creando, in collaborazione con RINA, una piattaforma scientifica per il monitoraggio e la verifica costante dei controlli ambientali. Su questo processo si basa Penisola Steel, il marchio che definisce e rende riconoscibile lungo tutta la filiera il ridotto impatto ambientale dell’acciaio prodotto dai nostri impianti. Dall’altra parte Acciaierie d’Italia è un grande consumatore di energia e per sostenere la transizione energetica dello Stabilimento di Taranto verso una progressiva decarbonizzazione punta ad aumentare l’utilizzo di energie verdi rinnovabili e quindi costituisce, come grande consumatore di questa energia, un riferimento anche economico. Anche grazie a questo progetto, realizzato con partner rilevanti e leader di settore, Acciaierie d’Italia si conferma un importante riferimento produttivo, tecnologico ed economico per il sistema industriale italiano”, ha dichiarato Lucia Morselli, Amministratore Delegato di Acciaierie d’Italia.

La Community Floating Offshore Wind nasce con la forte convinzione che il contributo sinergico e complementare di tutte le tecnologie pulite disponibili debba essere sfruttato per accelerare il processo di decarbonizzazione e raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica. Infatti, si prevede al 2050 che la produzione di energia elettrica in Italia crescerà a oltre il doppio rispetto a quella attuale (600-700 TWh vs. 276 nel 2022), con le rinnovabili che contribuiranno tra il 95% e il 100% alla generazione elettrica totale. L’eolico sarà fondamentale: rappresenterà fino al 23% dell’elettricità totale generata (dal 7% del 2022), di cui fino al 10% proveniente dall’offshore rendendo necessaria l’installazione di almeno 20GW di eolico galleggiante entro il 2050.

Una convinzione erronea diffusa che riguarda la mancata adattabilità dell’eolico offshore galleggiante al contesto del Mare Mediterraneo è stata smentita dagli studi della Community, da cui emerge che questa tecnologia è la soluzione più idonea per aumentare la capacità delle energie rinnovabili, garantendo un impatto ambientale medio fino al 67% inferiore rispetto a quello dell’energia elettrica attualmente prelevata dalla rete italiana, per la possibilità di produrre energia in modo meno invasivo per il territorio. Non presentando una superficie interrata, le turbine galleggianti risultano, infatti, meno impattanti sui fondali rispetto alle controparti a fondo fisso, con minori conseguenze sugli habitat marini, oltre a essere quasi invisibili all’orizzonte grazie al loro posizionamento distante dalla costa.

Lo Studio della Community ha dato una chiave di lettura diversa anche in rapporto alla critica concernente l’assenza di potenziale di sviluppo dell’eolico offshore galleggiante in Italia: grazie alle caratteristiche morfologiche e alla conformazione dei suoi fondali, il nostro Paese ha un enorme potenziale. L’Italia si posiziona infatti come il terzo mercato mondiale per lo sviluppo di eolico offshore galleggiante, secondo il Global Wind Energy Council. Le stime svolte in collaborazione con il Politecnico di Torino indicano un potenziale di 207,3 GW in Italia per l’eolico offshore galleggiante, rappresentando più del 60% del potenziale di energia rinnovabile complessiva, con Sardegna, Sicilia e Puglia tra le aree di maggiore potenzialità.

Negli ultimi anni, a livello internazionale l’eolico offshore galleggiante ha registrato un significativo sviluppo che si è tradotto in importanti investimenti: con più di 30 GW installati al 2022, la Cina è al momento il primo Paese per potenza installata di eolico offshore a fondo fisso e galleggiante, più che raddoppiando la capacità installata del Regno Unito (13,8 GW), secondo Paese a livello mondiale in questo specifico segmento, e triplicando la Germania, leader in UE con 8,1 GW installati.

Mentre i leader globali puntano con decisione su questa tecnologia fissando ambiziosi target al 2030 e al 2050, la bozza di aggiornamento del nostro Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) prevede che solo il 2% dell’obiettivo di potenza rinnovabile elettrica installata al 2030 provenga da impianti eolici offshore, a dimostrazione del fatto che questa tecnologia è ancora considerata residuale in Italia (almeno per il 2030), nonostante il Paese abbia un ampio potenziale in termini di spazio marino.

Un’altra convinzione che merita di essere riconsiderata riguarda l’immaturità della catena di fornitura italiana nel supportare target ambiziosi di eolico offshore galleggiante al 2030 e al 2040. Nella realtà dei fatti, il nostro Paese vanta una leadership in diversi settori collegati alla produzione di tecnologie necessarie allo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante, in particolar modo il comparto metallurgico, navalmeccanico e delle infrastrutture portuali, che già oggi attivano complessivamente un totale di 255,6 miliardi di euro e 1,3 milioni di occupati nel Paese.

Contrariamente all’errata prospettiva secondo cui lo sviluppo delle fonti rinnovabili difficilmente genera valore nei territori locali, l’eolico offshore galleggiante potrà avere notevoli impatti positivi sulle comunità locali italiane, soprattutto nelle regioni del Sud. La creazione di una filiera nazionale per questa tecnologia – che implicherebbe fabbricazione, assemblaggio, varo integrazione, oltre a progettazione e manutenzione – potrebbe generare un valore aggiunto cumulato tra il 2030 e il 2050 pari a 57 Mld€, con l’attivazione di filiere sul territorio nazionale e conseguenti ricadute occupazionali: nell’ipotesi di realizzare 20 GW al 2050, si potrebbero generare circa 27 mila nuovi occupati in Italia al 2050.

In conclusione, la Community ha messo in luce alcune questioni aperte da affrontare per permettere lo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante in Italia. Anzitutto, per garantire investimenti significativi nel settore è essenziale definire una chiara visione industriale a lungo termine, con un obiettivo di almeno 20 GW entro il 2050 che funga da stimolo per le aziende nazionali e attragga investimenti esteri. Sarà importante, a tal fine, stabilire obiettivi intermedi per il 2035 e il 2040, insieme a una pianificazione trasparente e a lungo termine delle aste per finanziare i progetti.

In tal senso è, inoltre, cruciale accelerare l’attuazione dei piani di gestione dello spazio marittimo (PSM), per il quale l’Italia è in procedura di infrazione UE, per non aver ancora presentato il piano dovuto. Nel breve termine, si propone un meccanismo decentralizzato per identificare rapidamente siti idonei allo sviluppo di progetti eolici offshore, coinvolgendo gli sviluppatori e facilitando la partecipazione di più stakeholder per un rapido sviluppo. Nel frattempo, l’attuazione del PSM dovrebbe procedere con un approccio centralizzato, potenziando il coinvolgimento delle parti interessate. Approcci di questo tipo sono già stati applicati con successo in altre nazioni quali l’Irlanda.

Per garantire l’accettazione dei parchi eolici offshore galleggianti da parte degli stakeholder, delle comunità e delle Istituzioni locali, è essenziale adottare un approccio concertativo. Ciò implica il coinvolgimento dei territori e degli operatori economici sin dalle prime fasi, anche durante la progettazione, per potenziare il dibattito pubblico e includere le regioni nel processo autorizzativo, sviluppando una “carta di compensazione” per misure di lungo termine. Inoltre, è necessario rafforzare i criteri delle aste per garantire un impegno verso la localizzazione delle catene di approvvigionamento industriali dell’eolico offshore galleggiante in Italia.

Alla luce degli importanti benefici industriali che lo sviluppo dell’eolico offshore galleggiante è in grado di generare, è essenziale creare un quadro chiaro di incentivi economici in grado di accelerare gli investimenti e stimolare la filiera industriale nazionale. La pubblicazione del Decreto FER 2, che sostiene la produzione di energia da fonti rinnovabili innovative, è un elemento chiave. L’aggiornamento costante delle tariffe d’asta con l’inflazione e le sovvenzioni capex per infrastrutture cruciali sono altrettanto indispensabili per garantire la competitività dei progetti nazionali e contribuire a generare ricadute occupazionali nel nostro Paese.

È infine essenziale potenziare il ruolo di Terna nell’implementazione di un piano di sviluppo infrastrutturale di rete per accelerare i progetti eolici offshore galleggianti, favorendo un costante dialogo tra Terna e gli operatori del settore eolico offshore, per gestire le numerose domande e integrare i sistemi di richieste di connessione e Valutazione di Impatto Ambientale.



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