Eolico e competitività
A Key Wind il convegno organizzato da Anev su una questione centrale per un settore ormai maturo: superare ostacoli amministrativi, procedurali e burocratici sarebbe il primo passo per rendere l’eolico più competitivo sul mercato.
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Si è tenuto a Rimini Fiera il Convegno “Eolico e competitività” organizzato dall’Anev in occasione dell’evento nazionale di settore “Key Wind”, manifestazione interamente dedicata al mondo dell’eolico, evento che ha visto la partecipazione di esperti del settore, aziende, istituzioni e stampa.
Il Convegno ha trattato il tema della competitività dell’eolico, questione centrale per un settore ormai maturo e indispensabile per il “mix” energetico nazionale e ha visto la partecipazione di numerose personalità. La fonte eolica ha permesso al nostro Paese di ridurre le importazioni di materie prime fossili per il soddisfacimento della domanda di energia, rafforzando l’indipendenza energetica, creando sviluppo economico e occupazione, con un potenziale di circa 35.000 nuovi posti di lavoro al 2020 e portando benefici all’ambiente. Tuttavia, a causa degli ostacoli burocratici, aggravati dai nuovi meccanismi di incentivazione, il settore rischia di essere gravemente compromesso nonostante i numerosi benefici che potrebbe ancora portare. L’Anev propone da tempo di passare a meccanismi di incentivazione in conto capitale e all’introduzione di detrazioni fiscali per la costruzione di nuovi impianti, rilanciando il comparto eolico senza oneri per il sistema.
Grazie al livello dei relatori presenti e ai loro contributi, si è potuto fornire un quadro aggiornato della situazione attuale del settore e si è potuto ragionare sui possibili scenari futuri dell’eolico e delle rinnovabili in Italia.
Il Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato ha espresso la posizione del Governo in materia di rinnovabili, sostenendo che il settore è imprescindibile per rimettere in moto l’economia e per creare occupazione, oltre che per ridurre i rischi legati alla dipendenza dell’Italia dalle importazioni di fonti fossili e alle vicende politiche di altri Paesi. Obiettivi del Governo sono la riduzione del costo dell’energia e la definizione di una politica mirata a rendere il quadro regolatorio più certo anche per l’eolico, evitando interventi retroattivi e consentendo agli operatori di proseguire iter già avviati.
Oreste Vigorito, Presidente Onorario Anev e pioniere dell’eolico in Italia, ha dichiarato che “il settore eolico in venti anni ha portato risultati importanti in termini di occupazione, crescita economica, benefici ambientali e contribuendo alla sicurezza dell’approvvigionamento energetico, subendo tuttavia attacchi ingiustificati da una minoranza e dai media a causa della disinformazione sulla fonte eolica. L’impatto di questa fonte sull’ambiente e sul paesaggio è decisamente minore rispetto alle ricadute provocate dalle infrastrutture tradizionali delle fonti fossili ed è opportuno che vengano divulgate informazioni corrette. È necessario puntare ancora sullo sviluppo dell’eolico in Italia, soprattutto attraverso il potenziamento di impianti già esistenti e sfruttando il grande potenziale eolico non ancora sfruttato e in grado di creare ulteriori benefici per il Paese”.
Andrew Garrad, il neo presidente dell’Ewea, ha sottolineato l’importanza che l’eolico ha acquistato a livello europeo raggiungendo una maturità industriale che gli consente oggi di competere con le altre fonti. “In Europa al 2012 l’energia eolica ha raggiunto cifre da record nonostante la presenza dei competitor del settore dei combustibili fossili, da sempre sostenuti dai sussidi pubblici. Oggi si sta puntando molto sull’eolico offshore, settore che ha raggiunto elevati livelli in termini di soluzioni tecnologiche a basso impatto ambientale e che consentirà di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni post 2020. È necessario però migliorare l’integrazione della rete e definire un quadro di riferimento certo e stabile a livello europeo”.
Chiara Vergine, Responsabile Ufficio Connessioni Terna, ha messo in luce il rapporto tra eolico e rete di trasmissione nazionale “Uno dei più importanti compiti dei gestori dei sistemi di trasmissione è la pianificazione e lo sviluppo di infrastrutture di rete; a partire dalla liberalizzazione del settore energia, la connessione di nuovi impianti di produzione rappresenta una componente esogena all’intero processo di pianificazione. Le politiche incentivanti adottate dagli stati Membri in materia di rinnovabili (mirate alla riduzione delle emissioni clima alteranti) hanno portato il settore dell’eolico a un incremento di circa 70% negli ultimi 5 anni della potenza eolica installata in Italia: quale sarà l’impatto sulla Rete di Trasmissione Nazionale? Sviluppo della rete, innovazione tecnologica e sperimentazione queste le risposte a una delle più importati sfide dell’ultimo decennio. L’istallazione di oltre 8GW di impianti eolici ha interessato in particolare la rete di trasmissione a 150 kW nell’area Sud del Paese, ridisegnando il paradigma di riferimento in cui le reti e la loro gestione hanno un ruolo sempre più cruciale. Per questo assumono un rilievo assoluto i progetti inclusi nel Piano di Sviluppo decennale di Terna, che prevede investimenti complessivi per 7,9 miliardi di euro, molti dei quali finalizzati alla riduzione delle congestioni derivanti dall’utilizzo di impianti rinnovabili”.
Fabio Cazzato di Enel Distribuzione ha indicato come soluzione per favorire la competitività “la generazione distribuita, il cui impatto sulla rete di distribuzione, diventata in pochi anni una ‘rete attiva’, e in generale sull’intero sistema elettrico, ha reso necessari nuovi criteri per l’esercizio e la pianificazione delle reti, modificando i ruoli degli attori del sistema, a cominciare dai gestori di rete di distribuzione. Il nuovo scenario normativo, a partire dal fotovoltaico e di recente anche per l’eolico, ha favorito l’affermazione di un modello di generazione da fonti rinnovabili in cui prevalgono gli impianti di piccola taglia con connessione in bassa tensione, con progressivo incremento delle iniziative presso forniture esistenti già allacciate alla rete. Tale modello si rivela quello che consente le migliori percentuali di successo delle iniziative. La rete di distribuzione costituisce quindi il fattore abilitante per la diffusione delle rinnovabili, come dimostrano i dati relativi agli impianti allacciati da Enel Distribuzione in pochi anni, consentendo un’integrazione ottimale delle rinnovabili nel sistema grazie anche alle innovazioni tecnologiche introdotte”.
Ha proseguito Massimo Derchi, Consigliere Anev e Managing Director Erg Renew, dichiarando “Il business eolico, soprattutto nel nostro Paese, è una realtà in via di consolidamento. La sfida attuale si sposta quindi sull’eccellenza nella gestione dei parchi, presidiando in modo efficiente ed integrato i diversi anelli della ‘catena del valore’ (costruzione, gestione operativa, capacità di previsione e dispacciamento dell’energia prodotta). In questo contesto è importante che la regolazione sia stabile e capace di premiare i player industriali più solidi, affidabili e qualificati e che le infrastrutture siano dimensionate opportunamente e tempestivamente. Allo stesso tempo, un operatore industriale strutturato non può trascurare le possibilità di sviluppo al di fuori dei confini nazionali, selezionandole in base alla propria propensione al rischio, agli obiettivi di ritorno sull’investimento e alla sostenibilità in termini di capex: le opportunità, sia in Europa sia – soprattutto – in Paesi più lontani, non mancano di certo”.
G.B. Zorzoli Portavoce Coordinamento Free ha concluso che “contrariamente ai luoghi comuni, l’energia eolica sta dimostrando di poter coprire una gamma di potenze, che va dai piccoli impianti di una decina di kW ai grandi parchi eolici e, almeno per le specifiche condizioni dei mari italiani, l’eolico offshore deve ancora manifestare le sue potenzialità. Sempre in contrasto con i luoghi comuni, i margini di innovazione esistenti rimangono significativi, non solo per quanto concerne la parte impiantistica. L’economicità di un impianto dipende infatti anche da innovazioni nell’esercizio e manutenzione, basati sullo sviluppo di metodi non intrusivi a costo contenuto, capaci di premonire su eventuali malfunzionamenti, in tal modo sostituendo la programmazione programmata con interventi ad hoc, quando richiesti”.
Nella seconda parte della giornata si è svolta una Tavola Rotonda, coordinata dal Presidente Anev Simone Togni, per dare spazio anche i costruttori di macchine e componentistica che hanno messo in luce le difficoltà che il settore della tecnologia incontra in Italia, a causa delle barriere amministrative e della necessità di migliorare le infrastrutture esistenti, come la rete elettrica nazionale e promuovere la ricerca e l’innovazione nel settore dei sistemi di storage, necessari per ottimizzare al massimo la produzione di energia elettrica da fonte eolica.
Il Presidente Togni ha ribadito l’importanza di un sistema normativo certo e chiaro, sottolineando che. “Il superamento degli ostacoli amministrativi, procedurali e burocratici, come hanno dimostrato di essere le aste e registri, sarebbe il primo passo per rendere l’eolico più competitivo sul mercato. Infatti i costi derivanti dalle barriere burocratiche sono un elemento di aggravio significativo dei costi di tali attività industriali e rendono gli operatori e le aziende del settore meno efficienti. Tali aggravi rendono nei fatti più difficile fare impresa in Italia rispetto a quanto lo sia negli altri Paesi europei, a scapito della competitività del nostro Paese. Inoltre, un quadro normativo stabile e procedure trasparenti e certe rappresentano sempre un elemento di garanzia di rispetto della legalità, cavallo di battaglia dell’eolico nazionale e dell’Anev da molti anni che ha portato anche alla sottoscrizione del Protocollo di Legalità del Ministero dell’Interno e di Confindustria che mira a eliminare anche i più marginali tentativi di ingerenze che trovano tipicamente terreno fertile nelle procedure opache e negli iter tortuosi e farraginosi. Anev pertanto propone di superare l’attuale sistema passando a meccanismi di incentivazione basati su meccanismi di sgravi fiscali e fondi rotativi che incidano sulla realizzazione delle infrastrutture energetiche, cosa che eviterebbe inoltre di appesantire ulteriormente gli oneri di sistema. Sarebbe inoltre auspicabile rimettere alla competenza dello Stato la materia della produzione e distribuzione dell’energia elettrica, per rendere più uniforme la legislazione nel contesto normativo nazionale ed evitare il gran numero di contenziosi in essere”.
La giornata si è conclusa con la consegna del premio giornalistico promosso dall’Anev “Energia del Vento” 2013 a quei giornalisti che si sono distinti per aver saputo promuovere un’informazione chiara ed esaustiva sul tema dell’energia eolica, evidenziandone la valenza ambientale ed economica.
Anev: http://www.anev.org
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