Energia elettrica e biometano da biomasse

Enea ha seguito la realizzazione degli impianti per la produzione di energia elettrica e biometano da biomasse nell’area protetta delle Dolomiti Lucane.

Pubblicato il 18 marzo 2015

In Basilicata, all’interno dell’area protetta delle Dolomiti Lucane, è in via di completamento un impianto dimostrativo per la produzione da biomasse di energia elettrica e biometano da utilizzare per i servizi del Parco. Il progetto, interamente finanziato dalla Regione per un importo di circa 500.000 euro, vede già completato l’impianto di gassificazione e quasi completato quello di metanazione progettato e realizzato dall’Enea.

L’obiettivo del progetto è di valorizzare gli scarti legnosi recuperati dalla coltivazione del bosco, utilizzando tecnologie innovative e a basso impatto ambientale per produrre energia elettrica; nel progetto è coinvolta anche una spin-off Enea, la Seri, società che propone la progettazione, realizzazione e commercializzazione di impianti custom “chiavi in mano” per la trasformazione energetica di biomasse e rifiuti per la micro-generazione e generazione distribuita.

“Questo progetto vuol essere un esempio di best practice per l’avvio di una filiera lucana sulla bioenergia”, spiega Giacobbe Braccio, Direttore dell’Unità Tecnologie Trisaia. La politica di incentivazione introdotta dal DM 6 luglio 2012 rende la produzione di energia elettrica e calore da gassificazione conveniente e integrabile nel sistema di produzione nazionale, soprattutto per piccoli impianti. Lo stesso tipo di interesse c’è per la produzione di biometano, una finalità di grande prospettiva, ma più complessa soprattutto se le materie prime sono biomasse legnose”.

Negli ultimi anni, gli impianti che producono elettricità e calore dalla combustione o gassificazione di biomasse legnose si stanno diffondendo in diverse regioni; si tratta quasi sempre di impianti di taglia medio-piccola che utilizzano come materia prima biomasse di diversa natura – potature di vigneti e uliveti, materiale proveniente dalla manutenzione di boschi e/o pulizia di alvei fluviali ecc. – provenienti dal territorio circostante.

Tuttavia, come sottolinea Vito Pignatelli, Responsabile del Coordinamento Tecnologie Biomasse e Bioenergie dell’Unità Tecnica Fonti rinnovabili dell’Enea e Presidente Itabia, “per guidare il processo di crescita in atto ed evitare distorsioni che potrebbero influire negativamente su un comparto vitale e dalle grandi potenzialità per la salvaguardia del territorio e la decarbonizzazione dell’economia, serve una strategia chiara e condivisa, coerente con gli indirizzi del Piano di settore per le Bioenergia”.
Il Piano elaborato da uno specifico gruppo di lavoro istituito dal MiPAAF e approvato lo scorso mese di agosto dalla Conferenza Stato-Regioni definisce una strategia complessiva e individua priorità di intervento e strumenti operativi per la promozione e la diffusione delle bioenergie. “Si tratta di un primo, importante passo per uno sviluppo equilibrato del settore, perché finalmente si è iniziato a parlarne come di opportunità per l’agricoltura e per il Paese e non solo come un’occupazione nefasta di suolo agricolo obbligatoriamente destinato alla produzione di alimenti”, conclude Pignatelli.



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