Energia da biomassa e territorio

Pubblicato il 17 febbraio 2015

“Il workshop rappresenta un primo step di un percorso necessario per fare ordine sul settore delle energie rinnovabili basate sui diversi tipi di biomassa”, ha esordito Angelo Moreno, organizzatore del workshop, esperto Enea di celle a combustibile e presidente dell’H2IT.

“L’idea è di attivare un gruppo di lavoro che sulla base di un’analisi dettagliata dello stato dell’arte e delle tecnologie disponibili, comprese quelle di nuova generazione come l’idrogeno e le celle a combustibile, definisca linee guida per l’ottimizzazione dell’intero ciclo di sfruttamento dei diversi tipi di biomassa sia ai fini energetici, che per la biochimica e per la chimica verde. Questo gruppo di lavoro, o tavolo di concertazione”, ha proseguito Moreno, “composto da circa cinquanta rappresentanti di associazioni di categoria: della chimica verde, Itabia, H2IT; industrie del settore quali ad esempio Novamont, Solid Power e Mossi e Ghisolfi; e da enti di ricerca, università e rappresentanti dei ministeri dell’agricoltura, dell’ambiente, dell’economia e della ricerca, sarà coordinato dagli esperti Enea. Bisogna individuare quelle ‘catene virtuose’ che, mettendo a fattore comune differenti soluzioni tecnologiche, conducano alla valorizzazione della biomassa trasformando la loro gestione da un probabile costo ad un possibile guadagno”.

La biomassa, di diversa origine, è una fonte rinnovabile continua e programmabile che può contare su tecnologie già mature e affidabili. In più, tra tutte le fonti di energie rinnovabili, è quella più strettamente legata al territorio, sia fisico sia socio-economico, ed è quella che può consentire il recupero di terreni marginali e/o degradati a rischio abbandono.

Dall’agosto 2014 l’Italia dispone di un Piano di Settore per le filiere della bioenergia. “Sarebbe necessario dosare correttamente gli interventi anche di natura fiscale”, ha auspicato il sottosegretario alle Politiche Agricole Alimentari e Forestali Giuseppe Castiglione, “ci stiamo adoperando per estendere i benefici del 2014 anche al corrente anno. Stiamo anche lavorando per dare effettiva attuazione al Decreto biometano. In primo luogo con l’emanazione del decreto 10 ottobre 2014 per l’aggiornamento delle condizioni, dei criteri e delle modalità di attuazione dell’obbligo di immissione in consumo di biocarburanti compresi quelli avanzati, tra i quali anche il biometano prodotto da determinate materie prime”.

La proposta del tavolo di filiera per le bioenergie ha trovato unanime riscontro, compreso il Sottosegretario all’Ambiente, Silvia Velo, che oltre a ricordare la necessità di un approccio scientifico, tecnologico e normativo/politico, ha sottolineato l’importanza di percorsi partecipati con le popolazioni “per evitare di trovarci di fronte a campagne da sindrome di Nimby che hanno poco fondamento scientifico e puntano a suscitare paura dell’opinione pubblica. Non si sottrae niente a nessuno, come invece proclamano le industrie del legno, che accusano gli impianti per la produzione di energie di sottrarre materia prima al loro sistema produttivo, perché tutta la bioeconomia ruota attorno alle biomasse e rappresenta una frontiera articolata che è una delle direttrici della green economy”. Vittorio Prodi è stato più tranchant andando al nocciolo del problema di corruzioni e malversazioni introducendo il concetto di “deficit di credibilità”, ossia il timore che dietro a qualsiasi attività industriale e imprenditoriale si nascondano traffici illeciti.

“Quando si progetta un impianto o un qualsiasi intervento sul territorio, la prima cosa che viene in mente è: chi ci guadagna?”, si è domandato Vittorio Prodi. “Dobbiamo tutti fare un grosso sforzo affinché venga superata questa attitudine, in nome dei superiori interessi comuni”.

La produzione di biomassa e i suoi innumerevoli impieghi può contare comunque su una comunità scientifica di altissimo livello e delle ultime novità in termini di ricerca e sviluppo si tratterà negli appuntamenti successivi.

 

Enea: http://www.enea.it



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