Vero o falso? Energia, black-out e consumi: 5 affermazioni da sfatare
L’estate è la stagione delle vacanze, del riposo e delle giornate trascorse al mare o in montagna a godersi la natura, ma comporta anche un incremento dei consumi energetici. Con l’arrivo del caldo torrido, infatti, l’aria condizionata diventa un elemento essenziale in casa, negli uffici o nei negozi. L’utilizzo di questa tecnologia, però, determina un alto impiego di energia, un aumento delle bollette elettriche e una maggiore frequenza di situazioni di disagio come le interruzioni di corrente.
Quindi, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’inverno non è sempre il periodo più energivoro dell’anno e questo è solo uno dei tanti falsi miti legati all’energia che abbiamo sentito più spesso nelle ultime settimane. A questo proposito, Secec, azienda attiva nella produzione di sistemi di accumulo e nella fornitura di soluzioni a 360° per l’indipendenza energetica, ha cercato di dare un contesto anche ad altri luoghi comuni per fornire informazioni accurate sulla corretta gestione dei propri consumi.
- Nel 2023 è stato raggiunto il picco storico di consumi energetici. FALSO
Secondo i dati elaborati da Terna, in Italia, nel mese di luglio si è registrato un picco dei consumi energetici, pari a 58,67 GWh, a causa delle temperature elevate che hanno determinato un uso più intenso dei condizionatori. Tuttavia, non si tratta del massimo storico che risale invece a luglio del 2015, quando si raggiunse un picco di 60,5 GWh a causa dell’ondata di calore più lunga della storia, con temperature massime al di sopra dei 30 gradi per 26 giorni consecutivi, dal 30 giugno fino al 25 luglio. - I blackout sono in costante aumento. FALSO
Un’altra conseguenza del caldo estivo è l’impennata del numero di black-out che causano notevoli disagi nelle principali città. Ad esempio, nel mese di giugno a Milano si sono verificate circa 462 interruzioni di corrente. Tuttavia, i rappresentanti di Unareti hanno precisato che i disservizi sono stati lievemente inferiori se confrontati con i numeri registrati nel 2021 e nel 2022, con una diminuzione rispettivamente del 15% e del 30%. Va considerato però che i black-out sono ugualmente il segnale che c’è qualcosa che non funziona nella rete di distribuzione elettrica e che sono necessari interventi per migliorare la sua stabilità. Queste soluzioni potrebbero includere un maggiore impiego dei sistemi di accumulo e un’organizzazione decentralizzata dell’energia elettrica basata sull’autoconsumo e sulle comunità energetiche. - Le auto elettriche inquinano meno. VERO
La mobilità elettrica viene spesso considerata come un’alternativa completamente ecologica alle classiche auto a motore endotermico. Senza dubbio rappresenta un tassello imprescindibile per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità stabiliti a livello europeo e italiano, ma per ridurre in massima misura il proprio impatto ambientale è importante abbinare l’uso dell’auto elettrica ad altri comportamenti virtuosi. Uno tra questi è, ad esempio, prediligere colonnine di ricarica pubblica alimentate da fonti rinnovabili o wallbox domestiche collegate al proprio impianto fotovoltaico con accumulo. - I pannelli fotovoltaici massimizzano l’indipendenza energetica. VERO
Gli impianti fotovoltaici rappresentano un ottimo punto di partenza nella direzione verso l’indipendenza energetica, consentendo di raggiungere un autoconsumo medio del 30%. Tuttavia, per garantire la massima autonomia è necessario integrarli con un sistema di accumulo, che, permettendo di immagazzinare l’energia autoprodotta e non utilizzata immediatamente, per poi usufruirne quando necessario, aumenta l’autoconsumo energetico fino all’80%. Un dato che sottolinea l’importanza dell’accumulo dell’energia elettrica per i consumatori è riportato da Anie, il quale ha dichiarato che al 31 dicembre 2022 erano stati installati ben 227.477 sistemi di stoccaggio, con una media di installazioni mensili passata da circa 3.000 unità nel 2021 a circa 13.000 nel 2022, facendo registrare un incremento pari al +333%. - A parità di classe energetica un condizionatore vale l’altro. FALSO
Scegliere gli elettrodomestici giusti per la propria casa, compresi i condizionatori, è fondamentale per garantire un’elevata efficienza energetica, ridurre i costi e limitare l’impatto ambientale delle proprie attività quotidiane. Optare per prodotti di ultima generazione rappresenta il primo importante passo. Basti pensare che una lavatrice di classe B consuma solo 106 kWh all’anno, rispetto ai 203 kWh di un apparecchio di classe G, con un costo elettricità annuo pari a 37 EUR invece dei 72 EUR dell’apparecchio meno efficiente e con emissioni di CO2 annue ridotte da 66 kg/anno a 35 kg/anno (*). Tuttavia, non solo il grado di efficienza è importante: quando si parla di climatizzatori soprattutto, è essenziale scegliere la potenza adeguata in base alle dimensioni della stanza, in modo che il condizionatore possa rinfrescare in modo uniforme e funzionare in modo ottimale.
(*) La stima è puramente indicativa e non tiene conto di numerose variabili. Il calcolo è stato effettuato considerando una lavatrice classe B con una capacità di 8 kg che effettua 4 cicli di lavaggio a settimana. I dati sono stati ottenuti utilizzando il calcolatore fornito dal progetto BELT (Boost Energy Label Take up) che permette di determinare quanto l’acquisto di un elettrodomestico di una certa classe energetica può contribuire al risparmio di consumo energetico, elettricità ed emissioni di CO2
Fonte foto Pixabay_geralt
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