Efficienza energetica: emergenza nazionale
Il Premio Sapio raccoglie e rilancia l’appello di scienziati e studiosi sull’urgenza di una vera politica energetica come pilastro dello sviluppo industriale. Stupefacenti i dati scaturiti dall’indagine Nomisma.
La XIV edizione del Premio Sapio per la Ricerca Italiana ha deciso di rilanciare un tema che non può più essere riservato agli addetti ai lavori, ai ricercatori, a chi fa statistica. Un tema di tutti perché legato a doppio filo con l’economia, la crisi, lo sviluppo che qui, nel nostro Paese, sembra ormai un’utopia o una parola vuota di significato.
Il Premio Sapio ormai da 13 anni divulga ricerche, proposte, studi, dà valore alla ricerca italiana e raccoglie gli appelli che provengono dal mondo della scienza e dell’impresa per rilanciarli, richiamare l’attenzione delle istituzioni e del mondo politico. Quest’anno il Premio ha riunito i maggiori esperti sul tema efficienza energetica e ha potuto così costruire una sorta di manifesto che sintetizza azioni, scelte, opportunità.
Un invito al mondo scientifico, alle istituzioni e alle aziende a considerare la fondamentale importanza, proprio in questo periodo di crisi, dell’innovazione, tecnologica e di processo, per la corretta gestione di risorse vitali per l’economia italiana come l’energia, l’ambiente e l’acqua e, nel contempo, a valorizzare ed estendere le esperienze virtuose e le buone prassi già applicate in questi settori.
Occorre una vera politica energetica, con regole chiare e durature, per dare certezze a operatori e consumatori. L’efficienza energetica deve diventare pilastro dello sviluppo industriale nel settore energetico. Per ridurre sia il consumo delle limitate risorse fossili, formatesi in milioni di anni, sia le emissioni di CO2, esistono due chiare strategie, come sostiene Alessandro Clerici, Presidente Onorario Fast, Presidente del gruppo di studio WEC Risorse energetiche e tecnologiche, Senior Corporate Advisor Cesi, cioè la razionalizzazione/riduzione dei consumi energetici e l’impiego di fonti energetiche prive di carbonio.
L’efficienza energetica è oltre il 50% della soluzione. Come mai non è fortemente implementata? Nel campo della produzione di energia elettrica, la teorica sostituzione di vecchi impianti termoelettrici inefficienti con quelli che si avvalgono delle recenti tecnologie porterebbe a livello globale a risparmiare oltre 2.800 TWh (9 volte i consumi Italiani) con un risparmio di 2.2 miliardi di t/anno di CO2 (quasi il 9% delle totali emissioni) e a non consumare 600 MTEP/anno.
Si possono risparmiare consistenti somme nel costo della bolletta energetica degli edifici creando contemporaneamente nuova occupazione e incremento del Pil. Fino ad oggi ci si è concentrati sugli impianti occorre invece intervenire anche sugli involucri agendo in modo integrato sul sistema edificio-impianti. Grazie a uno studio di Nomisma si è appurato che gli interventi sull’involucro dimezzano i costi della bolletta energetica – consentendo dei risparmi che arrivano al 60%.
L’aumento del Pil migliora i saldi di finanza pubblica, rispetto al sentiero programmato. Se lo Stato restituisce il maggiore gettito all’economia, senza incidere sul percorso che ha programmato di rientro del debito, si ottiene uno stimolo alla domanda aggregata notevolmente amplificato.
Clerici offre un quadro chiaro. L’efficienza energetica, tutti ne parlano riportando potenziali enormi ma i fatti non corrispondono alle parole; perché? Perché è diffusa in milioni di applicazioni, mancano corrette e divulgate informazioni e nelle aziende chi è responsabile del Capex non è responsabile dell’Opex ed è incentivato a “spremere” i fornitori per ridurre l’investimento iniziale, per molte aziende l’energia non è il core business. In Italia gli energy managers contano poco e non hanno influenza sugli acquisti di impianti/macchinari che condizionano i consumi energetici. Infine, vi sono dubbi che la tecnologia ripaghi quanto promesso. Si ha paura di contraffazioni.
Informazione e comunicazione sono fondamentali ma è importante trovare nuovi “messaggi” e nuove metodologie di comunicazione. Bisogna portare in televisione e in internet campioni di “efficienza energetica” ed esperienze e indire presso le associazioni industriali e non “premi annuali” per aziende che si distinguono per alta efficienza. Occorre creare/arrivare a una diffusa mentalità del “life cycle cost” contro la dominante cultura della riduzione del costo dell’investimento iniziale (Capex) e questo nei tre principali settori dei trasporti, industria ed edifici e i governi con la collaborazione dei privati e ONG devono investire subito in campagne informative.
L’energia rappresenta una possibilità di sviluppo per tutti i popoli, costituendo un presupposto essenziale per ottimizzare la produzione agricola ed industriale e per arginare la povertà. In tutto il mondo una persona su quattro non ha accesso all’elettricità, in “soldoni” 1,5 miliardi di persone non hanno accesso all’elettricità e concretamente non possono svilupparsi. Nei Paesi emergenti il numero di morti causato da combustione di materiali poveri (unica fonte disponibile per produrre energia) sta superando quello dei morti per Aids.
“Anche in Italia – come per gli altri Paesi industrializzati – occorre ottimizzare l’efficienza energetica per consentire ai Paesi non sviluppati di consumare di più accedendo a fonti energetiche pulite perché possano svilupparsi. In parole povere i Paesi ricchi devono consumare meglio (aumentando l’efficienza energetica) per bilanciare l’ineludibile necessità dei Paesi emergenti di consumare di più per poter avviare quel processo di sviluppo a cui giustamente aspirano”, così si esprime Giuseppe Sammarco, Direttore esecutivo Fondazione Eni Enrico Mattei.
“Tutti siamo d’accordo”, dice Alberto Dossi, Presidente Gruppo Sapio, “nell’asserire che l’innovazione e la ricerca siano gli elementi determinanti per lo sviluppo del Paese: senza ricerca non ci può essere sviluppo e competitività. È proprio questo il vero obiettivo da centrare: e cioè incrementare la competitività del Paese e favorirne la crescita a livello internazionale, all’interno di un quadro di insieme in cui sia finalmente la ‘conoscenza’ a fungere da volano per lo sviluppo economico. Il Premio Sapio oggi vuole essere uno stimolo, verso i decisori perché adottino quei provvedimenti – ormai improrogabili – per dare concretamente valore alla ricerca, allo sviluppo, all’innovazione”.
Il Premio Sapio: Giornate di studio e premiazione dei ricercatori che si sono segnalati per i loro studi Compito del Premio Sapio è quello di divulgare ricerche, proposte, studi, è quello di dare valore alla ricerca italiana.
Premio Sapio: www.premiosapio.it
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