Ecopolietilene studia la raccolta differenziata
Ecopolietilene studia la raccolta differenziata: rifiuti in plastica, quattro su dieci sono beni in polietilene

Il consorzio per la gestione dei beni in polietilene, in collaborazione con la società piemontese STR ed Ecolight Servizi, ha dato vita al progetto di monitoraggio sul conferimento in ambito urbano. «Con un piccolo sforzo è possibile migliorare la qualità della raccolta e contribuire concretamente all’economia circolare», spiega il direttore Dezio.
Incrementare il recupero dei beni in polietilene partendo proprio da una raccolta differenziata dei rifiuti. Tra quelli in plastica dura che vengono conferiti nelle isole ecologiche, ben quattro su dieci sono infatti beni in polietilene, ovvero rifiuti interamente riciclabili e dal grande valore ambientale. Ma con un piccolo sforzo è possibile arrivare all’80%. È quanto emerge dal progetto pilota che Ecopolietilene, consorzio per la gestione dei rifiuti da beni in polietilene, ha sviluppato in collaborazione con STR, società piemontese che si occupa della gestione e del trattamento dei rifiuti urbani nella provincia di Cuneo, ed Ecolight Servizi. «Abbiamo iniziato a quantificare questa particolare tipologia di rifiuto in abito urbano, con l’intento però di individuare delle possibili nuove modalità di una raccolta differenziata dei beni in polietilene. Questo per favorire il processo di recupero e riciclo, potenziando così la filiera circolare dei beni in polietilene», spiega Giancarlo Dezio, direttore generale del consorzio Ecopolietilene.
Il progetto di ‘identificazione di rifiuti di beni in polietilene in ambito urbano’ si è svolto in due tranche tra aprile e ottobre di quest’anno. Sono state prese in considerazione quattro differenti isole ecologiche gestite da STR, focalizzandosi sulle unità di carico destinate alla raccolta delle frazioni con codice CER 20 01 39 (plastica). I 1.720 kg di rifiuti sfusi in plastica rigida che sono diventati oggetto di analisi, sono stati quindi suddivisi manualmente in quattro macro categorie, quindi pesati a loro volta. Nei cassonetti dedicati alla plastica sono stati trovati imballi rigidi leggeri, prevalentemente taniche vuote; cassette per l’ortofrutta; rifiuti estranei, come ad esempio RAEE, gomma, legno, pvc; infine beni in polietilene. Circa il 40% di quanto è stato conferito è risultato essere bins, tubi, teli per l’agricoltura, pacciamatura, reti ombreggianti, cassette per l’edilizia, casalinghi e alcune parti di arredi marchiati PE.
In collaborazione con STR, nelle isole ecologiche Ecopolietilene ha provveduto a posizionare degli appositi contenitori dedicati alla raccolta della plastica rigida. Nel periodo test di sei mesi, è stato registrato un azzeramento dei conferimenti errati (come gomma, legno, RAEE): escludendo le taniche e le cassette per l’ortofrutta che sono imballaggi, otto rifiuti su dieci sono risultati dei beni in polietilene. «La qualità della raccolta è il necessario punto di partenza per un virtuoso percorso circolare dei rifiuti», prosegue Dezio. «Ecopolietilene proseguirà con monitoraggi sulla raccolta urbana per incrementare le quantità dei beni in polietilene raccolti e avviati a recupero, ma anche per far conoscere sempre più questa tipologia di rifiuto: essendo interamente riciclabile, è una risorsa che può essere reimmessa nei cicli di produzione di moltissimi oggetti, con risparmi in termini energetici di consumo di materie prime, nonché minor inquinamento».
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