Dubbi sulla riforma delle tariffe elettriche

Nuove tariffe elettriche: una riforma da riformare. A pagare saranno i deboli, a incassare saranno i forti. La controproposta: stabilizzare la D1.

Pubblicato il 18 novembre 2015

La riforma delle tariffe elettriche per gli utenti domestici è stato l’argomento affrontato nell’auditorium del GSE durante il convegno organizzato dalle principali associazioni a difesa dell’ambiente e dei diritti dei consumatori: Adusbef, Codici Associazione Consumatori, Greenpeace, Italia Solare, Kyoto Club, Legambiente e Wwf.
Un coro comune. “Questa riforma è contro l’autoconsumo elettrico e la concorrenza di mercato. Se si deve riformare il sistema tariffario, deve essere a beneficio di tutti e non solo dei gestori degli impianti termoelettrici e dei distributori di elettricità”.
La proposta dell’Aeegsi è di spostare gli oneri di rete dalla componente variabile a quella fissa. Ciò ha senso solo per chi realizza un intervento di efficienza energetica o di uso delle rinnovabili, fotovoltaico in particolare. Diversamente diventa solo un chiaro e inaccettabile sostegno a coloro che già beneficiano di troppi sussidi: i distributori ed i grossisti di energia elettrica. Ma questi benefici non sono mai messi in discussione. Quelli alle rinnovabili e all’efficienza energetica invece si.
L’intervento dell’Aeegsi al convegno, così come la loro proposta di riforma, non è stato convincente: il sistema tariffario proposto è conveniente solo per chi ha consumi elevati e rappresenta un aumento dei costi esagerato (fino al +30% su base annuale) per chi ha consumi medio/bassi, vale a dire la maggioranza delle famiglie italiane.
Gli effetti sui consumatori finali della nuova struttura tariffaria proposta da Aeegsi saranno ingenti: oltre 1,5 miliardi di euro all’anno in più sulla bolletta degli utenti domestici. Soldi che andranno ai distributori ed ai grossisti di energia elettrica.
La riforma però può e deve essere trasformata in una opportunità. per tutti.
Le associazioni scriventi hanno presentato la loro controproposta, e cioè una tariffazione compatibile con l’efficienza energetica, estendendo ed eventualmente migliorando la tariffa D1 per le pompe di calore a coloro che: hanno impianti di autoconsumo da fonte rinnovabile; dimostrano di avere acquistato e installato almeno 2 elettrodomestici, fra quelli a più elevata incidenza di consumo, di classe energetica massima in sostituzione di quelli esistenti o effettuato altri investimenti come l’installazione di pompe di calore per acqua calda sanitaria, di pannelli solari termici o altri interventi incentivabili ai sensi del DM 28 dicembre 2011 (Conto Termico); facoltà per le famiglie con più di cinque componenti di richiedere l’applicazione della tariffa D1.
Le Associazioni chiedono inoltre a gran voce che la riforma garantisca le condizioni di convenienza dell’uso delle rinnovabili, fotovoltaico in testa, così come indicato da tutte le direttive europee e dalla normativa nazionale vigente.
Le Associazioni ritengono che la strada, nel rispetto del grave stato di salute del Pianeta e in un’ottica di efficienza e risparmio, debba essere quella di applicare le nuove tariffe solo a chi dimostra di fare scelte tecnicamente, economicamente e ambientalmente virtuose dal punto di vista dei consumi energetici.
Siamo nella Share Economy, è l’ora di dare segnali di innovazione anche nei modelli di consumo. Un’autorità di regolazione a difesa del “Consumatore” deve assolutamente agevolare questo cambio di paradigma.



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