Il settore energetico non è più lo stesso dopo la pandemia
Dallo smart working agli stop della produzione, dalla potenza dei dati alle rinnovabili: come è cambiato il consumo di energia per le aziende italiane
Il lockdown forzato, iniziato a marzo 2020, e la conseguente crisi economica dovuta alla pandemia hanno messo in discussione stili di vita e modelli di consumo delle aziende italiane e internazionali. Il Covid-19 e il suo impatto imprevedibile sull’economia globale ha posto le aziende di fronte a nuove sfide: ci si è chiesti se le incerte prospettive economiche e la ricerca di un nuovo equilibrio potesse avere un impatto sui piani di sostenibilità e le scelte green delle aziende. Il dilemma è: continuare a progredire verso i propri obiettivi di sostenibilità o spostare gli sforzi verso misure più conservative, volte in primis alla riduzione dei costi?
Da un recente studio di Centrica Business Solutions sono emerse nuove modalità di lavorare, di pensare all’energia e ai luoghi di lavoro che porranno le aziende dinnanzi a nuove opportunità, specialmente in tema di efficienza, flessibilità e sostenibilità.
“Quello che è emerso chiaramente parlando con i nostri clienti a un anno dall’inizio della pandemia” commenta Christian Stella, Managing Director di Centrica Business Solutions Italia, “è che solo le aziende che riusciranno ad adattarsi al futuro mondo post-Covid, ad alta efficienza energetica, saranno nella posizione ottimale per fare la differenza, sia per l’ambiente che per i propri profitti”.
SMART WORKING & EFFICIENZA ENERGETICA
Un terzo delle attività lavorative europee potrebbe essere eseguito a distanza e il Covid-19 è stato uno straordinario acceleratore del lavoro agile. Basti pensare che, secondo l’Osservatorio Smart Working della School of Management del Politecnico di Milano, in Italia il Remote Working ha interessato il 97% delle grandi imprese, il 94% delle PA e il 58% delle PMI, per un totale di 6,58 milioni di lavoratori, ovvero circa un terzo dei lavoratori dipendenti italiani e, stando ai più recenti dati diffusi da Fondirigenti, il 54% delle imprese continuerà a prevederlo. Questo nuovo modo di pensare il lavoro ha ridotto la domanda globale di energia di 2,5 milioni di barili di petrolio al giorno e ha aumentato la richiesta di energia più pulita ed efficiente.
Commenta Stella: “La migrazione verso il lavoro online – per necessità o per scelta – implica che gli uffici si stiano sempre più trasformando da luoghi quotidiani di destinazione per i lavoratori a spazi di collaborazione per riunioni in team o eventi specifici. Inoltre, i cambiamenti avvenuti alla giornata lavorativa standard pre-pandemica hanno sconvolto i modelli di consumo energetico, spingendo individui, aziende e fornitori a ripensare la propria strategia”.
Molte aziende hanno analizzato i cambiamenti nel proprio uso dell’energia, concentrandosi soprattutto sulle modalità per tagliare sia i costi che le emissioni di CO2, come ad esempio, sostituire l’illuminazione, riadattare i sistemi meccanici o idrici, installare sistemi intelligenti di automazione degli edifici e di misurazione dei consumi o utilizzare un audit di efficienza energetica, misure che creano nuove opportunità per ridurre lo spreco di energia e abbattere le emissioni di CO2.
CHIUSO PER COVID: FLESSIBILITÀ ENERGETICA
Per molte aziende, la pandemia ha comportato un rimodellamento delle pratiche di lavoro e dei consumi, spingendo verso una maggiore attenzione alla riduzione dell’elettricità e dell’energia termica utilizzate negli stabilimenti, soprattutto quando le misure restrittive hanno fermato o rallentato la produzione. Secondo il Report Istat, infatti, l’emergenza sanitaria ha costretto 73.000 imprese a interrompere la propria attività.
In questi casi, le aziende hanno cercato soluzioni per produrre la propria energia direttamente in sito e guadagnare dall’energia in eccesso, immettendola nuovamente in rete.
Un altro esempio è quello del comparto alberghiero, tra i più colpiti dalla crisi. Sottolinea Stella: “È incoraggiante notare come alcuni nostri clienti del settore leisure abbiano approfittato del momento di fermo per analizzare i propri consumi energetici, potendo così immediatamente verificare quali carichi non sono necessari e spegnerli, o modificarne la gestione, così che a minori presenze corrispondano minori spese fisse”.
Gli strumenti digitali e analitici, infatti, offrono la possibilità di combinare Internet of Things (IoT) ed efficienza energetica, di modo che i dati forniscano una visione completa dell’intera infrastruttura energetica, consentendo di ottimizzare l’efficienza operativa.
LA NECESSITÀ DI RIDURRE I COSTI
Ci sono, poi, le aziende che anche in piena emergenza non si sono mai fermate e che hanno addirittura visto aumentare i propri consumi energetici. Si tratta di quelle realtà che sono state incluse nel primo DPCM tra i servizi essenziali: ospedali, aziende del Food&Beverage e produttori ‘strategici’ come la lavorazione e lo stampaggio della plastica. Anche per queste aziende la crisi economica ha imposto, come mai prima d’ora, di controllare e ridurre i costi.
“L’energia è spesso tra le spese generali più significative per un’azienda, quindi può rappresentare un buon punto di partenza nella riduzione dei costi aziendali. Sempre più spesso, le aziende ci chiedono come ottimizzare i consumi di energia e come produrre la propria energia in sito. Il costo sempre più basso delle tecnologie di energia rinnovabile ha visto nell’ultimo anno sempre più aziende adottare la generazione on site, non solo per alimentare le proprie attività, ma anche per generare entrate aggiuntive”, commenta Stella.
PAROLA D’ORDINE: SOSTENIBILITÀ
Tra i trend del settore energetico riscontrati da Centrica Business Solutions, infine, spicca la sostenibilità. Nonostante il Covid-19 alcuni dei marchi più noti al mondo hanno dimostrato di essere ancora fortemente impegnati nei loro piani per raggiungere il Net Zero, obiettivo prefigurato all’inizio del 2020. Lungi dal ridurre l’ambizione di queste aziende, la pandemia ha creato un terreno fertile di interesse verso le tematiche green sia per il consumatore finale, sia per gli investitori e gli azionisti, che continuano a esercitare molte pressioni sulle aziende affinché mantengano il ritmo del cambiamento.
Conclude Stella: “Le aziende stanno cercando di capire come è possibile risparmiare denaro, rendere l’azienda più efficiente e, allo stesso tempo, diventare migliori cittadini d’impresa attraverso la sostenibilità. Non esiste un approccio unico per ridurre la propria carbon footprint, ma tutte le aziende, anche se a ritmo differente, stanno progredendo verso la decarbonizzazione dei propri processi. Per supportarle lungo il loro cammino, abbiamo preso in considerazione le sfide più comuni, dinanzi alle quali le aziende abitualmente si trovano quando stanno iniziando un percorso verso il Net Zero e abbiamo redatto una guida con i suggerimenti pratici per aiutarle a misurare e ridurre le emissioni di CO2.”
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