Digitalizzare le utility per affrontare il nuovo mercato dell’energia
Capgemini ha pubblicato la diciottesima edizione dello studio annuale European Energy Markets Observatory (EEMO) realizzato in partnership con i team I4CE e Vaasa ETT. Lo studio rivela come un rapido incremento nella quota di energie rinnovabili abbia destabilizzato i mercati all’ingrosso dell’elettricità che, di conseguenza, restano parecchio instabili e con prezzi bassi (talvolta inferiori a quelli di generazione) che mettono a repentaglio lo stato di salute delle utility. Lo studio sottolinea quindi come le utility debbano adattare rapidamente i propri modelli di business a queste nuove realtà e accelerare le iniziative di digital transformation rivolte a produttività, agilità e innovazione per migliorare la redditività.
Come evidenziato in occasione della COP21 di Parigi, la priorità per i governi di tutto il mondo è quella di limitare l’aumento della temperatura del pianeta a 2°C (o meno) riducendo le emissioni di gas serra. L’Unione Europea ha fissato un target di riduzione dei gas serra pari al 40% entro il 2030, dando conseguentemente il via a grandi investimenti a favore delle energie rinnovabili. L’incremento delle rinnovabili nel mix elettrico ha provocato la destabilizzazione del mercato dell’elettricità; questo solleva una serie di quesiti circa i modi alternativi che avrebbero potuto essere scelti per arrivare al medesimo risultato mitigando però l’impatto sofferto dalle utility.
Antonio Barile, Vice President Head of Energy & Utilities Sector in Capgemini Italia dichiara: “Da molto tempo il ritmo dello sviluppo delle energie rinnovabili è dettato da obiettivi regionali, anziché da una programmazione degli investimenti secondo le esigenze di infrastrutture e consumatori. Ora dobbiamo massimizzare i progressi compiuti nella tecnologia per creare sistemi di stoccaggio competitivi, per esempio avvalendoci di batterie in grado di ottimizzare l’utilizzo dell’energia che viene prodotta”.
La flessione dei prezzi delle rinnovabili continua a decrescere. I costi delle energie rinnovabili hanno continuato a scendere nel corso degli ultimi 12 mesi : i prezzi dell’energia eolica onshore stanno diventando competitivi, mentre quelli offshore sono diminuiti per la prima volta fino a toccare €87/MWh. Inoltre sta proseguendo la flessione dei costi delle installazioni fotovoltaiche, con un’ulteriore riduzione del 20% attesa nei prossimi tre anni.
Dal 2004 l’Europa ha dimostrato la volontà di ricercare, sviluppare e installare queste tecnologie totalizzando investimenti a favore delle rinnovabili per 750 miliardi di euro, pari a un quarto dell’investimento globale totale nonostante la popolazione rappresenti solo il 7% di quella mondiale. Ciò dimostra la determinazione dell’Europa ad adottare, in alcuni casi fin troppo rapidamente, queste tecnologie prima ancora che diventino competitive.
Questa politica proattiva ha condotto a costi di acquisto significativamente superiori rispetto a quelli di generazione sostenuti dalle utility. I relativi sussidi sono finanziati dal consumatore finale attraverso specifiche imposte che alzano i prezzi di vendita al dettaglio. La Germania, per esempio, è uno dei Paesi europei più dinamici : i consumatori tedeschi pagheranno 20 miliardi di euro in imposte supplementari nel 2016, con il 25% del totale riferito a sussidi per le energie rinnovabili .
Secondo Antonio Barile: “Sono necessarie ulteriori iniziative di ricerca e sviluppo e industrializzazione per poter sfruttare la discesa dei prezzi dell’energia rinnovabile. È urgente anche una riforma dell’attuale sistema di sussidi, costoso e non giustificato per energie che stanno ormai maturando. In parallelo occorre riformare il mercato europeo del carbone, applicando per esempio imposte o soglie minime di prezzo per incentivare gli investimenti mirati all’abbandono di questa risorsa”.
I mercati all’ingrosso dell’elettricità restano molto instabili e i prezzi bassi mettono a rischio lo stato di salute delle utility, che devono accelerare la propria trasformazione per accrescere la redditività. La crescita delle rinnovabili all’interno di un mercato che sta vivendo una fase di eccesso di capacità combinata con un basso livello dei prezzi di gas e petrolio ha provocato una flessione dei prezzi all’ingrosso dell’elettricità, scesi a inizio 2016 a €22/MWh rispetto ai €40/MWh di costo medio nel 2015.
Con la priorità assegnata in ordine di merito alle rinnovabili, le utility stanno chiudendo come negli anni passati le centrali a gas o a carbone, che funzionano per periodi troppo brevi per poter essere redditizie. Di conseguenza quest’anno dovrebbero essere ritirati dal mercato 7GW di capacità che si aggiungono ai 10,7MW del 2015 portando a un deterioramento dei conti delle compagnie elettriche. Il ritiro di questa capacità, utilizzata per rispondere ai picchi di domanda, indebolisce la sicurezza delle forniture. Ad aggravare l’instabilità è arrivata anche la Brexit, che ha reso assai più complicato finanziare nuove infrastrutture, aggiungendosi ai fattori che impattano la già preoccupante sicurezza delle forniture elettriche della Gran Bretagna.
Con la deregolamentazione dei mercati, una parte significativa del fatturato delle utility resta esposto ai bassi livelli dei prezzi all’ingrosso, continuando così a deteriorarne la situazione finanziaria. Le utility stanno urgentemente cercando soluzioni per superare queste sfide. Due importanti compagnie elettriche tedesche hanno deciso di scindersi in due: la produzione basata sul carbone da una parte, le rinnovabili insieme con il nucleare, le reti di distribuzione, il marketing e i servizi dall’altra. Resta da verificare se una soluzione del genere avrà successo.
“È essenziale che le utility adattino i propri modelli di business ai cambiamenti fondamentali in atto sui mercati come la decentralizzazione della produzione, l’incremento delle rinnovabili, le nuove richieste dei consumatori (in particolare di servizi legati all’energia) e l’arrivo di nuovi operatori. Devono semplificare le loro organizzazioni e accelerare la digital transformation per aumentare la produttività, promuovere flussi redditizi di ricavi e diventare più agili e innovative”, dichiara Antonio Barile.
Attraverso le transizioni in atto nel settore dell’energia, emergono nuovi modelli di produzione e consumo che rappresentano una sfida per i gestori delle reti. I gestori delle reti di distribuzione devono bilanciare la produzione, divenuta più incerta a causa della crescente proporzione di rinnovabili, con i consumi (variabili per loro natura). Col tempo, con l’avvicinamento della produzione decentralizzata e dei consumi combinato con i risparmi energetici, le reti elettriche potrebbero distribuire meno elettricità. Prima che questo accada, gli operatori di rete devono investire nelle smart grid. I gestori di rete guardano alle tecnologie di stoccaggio per riuscire a equilibrare la domanda con la produzione. Una di queste forme di stoccaggio riguarda le batterie; pur rimanendo costoso, il prezzo delle batterie agli ioni di litio sta scendendo e continuerà a farlo offrendo pertanto una valida soluzione per l’immagazzinamento dell’energia.
Un altro modo per raggiungere l’equilibrio tra offerta e domanda è quello di rendere più flessibili i consumi attraverso segnali sui prezzi che riflettano i bassi costi di produzione quando le rinnovabili producono grandi quantità di energia. Antonio Barile continua: “I gestori delle reti di produzione giocano un ruolo sempre più centrale nelle operazioni di mercato, con una forte attività collegata a impianti rinnovabili, installazione di contatori intelligenti e sfruttamento degli enormi volumi di dati provenienti da questi ultimi. Tali dati, che contengono informazioni interessanti sui comportamenti dei consumatori, potrebbero essere resi disponibili – a certe condizioni – agli stessi consumatori oltre che agli operatori del mercato: i distributori diventerebbero così anche fornitori di dati”.
Lo studio conclude che, anche se è essenziale che l’Unione Europea acceleri l’implementazione delle riforme necessarie, in particolare quelle relative al mercato del carbone e al finanziamento delle energie rinnovabili, esiste la necessità di una trasformazione dei principali player del mercato delle utility, soprattutto in direzione dell’innovazione e di nuovi modelli di business capaci di promuovere flussi redditizi di ricavi.
Contenuti correlati
-
Agrivoltaico, un’opportunità da non perdere per l’Italia
L’agrivoltaico rappresenta una delle soluzioni più innovative e promettenti per conciliare la produzione agricola con la generazione di energia. Si tratta di una evoluzione naturale e, al contempo, strategica della semplice installazione fotovoltaica su terreno in quanto...
-
Verso un mondo più sostenibile con la digitalizzazione e Siemens
Siemens Smart Infrastructure ha pubblicato il rapporto “Digital Transformation, Sustainable Returns: The New Pathway of Infrastructure”. Il rapporto si basa su un’indagine condotta su 650 figure apicali aziendali ed esplora come la digitalizzazione possa essere implementata per accelerare...
-
Ethernet per il processo
Stato dell’arte della digitalizzazione nel campo del processo: Ethernet-APL è una soluzione basata su industrial ethernet pensata per soddisfare le esigenze dell’automazione di processo Qualsiasi impianto per il controllo di processo, che sia di nuova progettazione o...
-
PPA, accordo tra Iberdrola e Acciaierie Venete per la fornitura di rinnovabili
Iberdrola e Acciaierie Venete, tra i principali attori nel mercato europeo dell’acciaio, annunciano la firma di un accordo di Power Purchase Agreement (PPA) Off-site pluriennale, relativo ad una potenza di 12MW. L’accordo, della durata di 10 anni,...
-
Tra digitalizzazione e sostenibilità
Come Cimberio ha trasformato la produzione con XVision DataHub, una piattaforma no-code per l’automazione In un contesto industriale in continua evoluzione, la digitalizzazione è fondamentale per rimanere competitivi. Ne è un esempio Cimberio, un’azienda italiana che produce...
-
Dolomiti Energia supportata da Impresoft per fare innovazione in sicurezza
La cybersecurity è diventata una priorità per le aziende, da quando la tecnologia e l’innovazione hanno permeato i processi di produzione e di comunicazione. Da questa consapevolezza è nata la necessità del Gruppo Dolomiti Energia, a seguito...
-
Oltre la produttività: le aziende del futuro saranno sempre più integrate con l’ambiente e le comunità
Ripensare al processo di riqualificazione di un’azienda in un’ottica più sostenibile e integrata nel territorio che la ospita si presenta come una realtà sempre più possibile. Questo è quanto emerso da “La Fabbrica del Futuro. L’evoluzione dell’architettura...
-
La AI per prevedere le alluvioni con 6 ore di anticipo
Nuovi modelli previsionali basati sull’intelligenza artificiale consentono di prevedere fino a sei ore di anticipo le alluvioni provocate da fiumi minori e torrenti, corsi d’acqua che sono ad oggi i più difficili da gestire e monitorare. La...
-
Tagliare i costi dell’energia e le emissioni si può con Energy Manager di Emerson
Emerson ha lanciato la sua nuova soluzione Energy Manager, un’offerta di hardware e software pre-ingegnerizzati progettata per semplificare il monitoraggio dell’elettricità in ambito industriale con una configurazione rapida e un funzionamento intuitivo. La soluzione Energy Manager viene...
-
Nuove tecnologie e sostenibilità impattano sul settore dell’edilizia
Tecnologie digitali, innovazione dei materiali e nuove soluzioni impiantistiche rappresentano il futuro dell’edilizia italiana. È quanto emerge dal Rapporto Anie Confindustria-Cresme con cui si è voluto analizzare il ruolo e l’evoluzione delle tecnologie elettrotecniche ed elettroniche nel...