Confronto tra esperti all’Enea nell’ambito del progetto europeo Life FO3REST

Life FO3REST, il progetto europeo che valuta gli impatti dell’ozono troposferico e dei cambiamenti climatici sulle foreste, evidenzia che le foreste francesi e italiane sono l’area geografica in cui l’ozono supera gli standard per la protezione della vegetazione.

Pubblicato il 29 gennaio 2014

La lotta all’inquinamento atmosferico è fra gli obiettivi principali delle politiche comunitarie e nazionali e al centro di numerose attività di ricerca italiana ed europea.

La valutazione degli impatti dell’inquinamento su ambiente e salute umana sono stati i temi trattati nel convegno “Gli impatti dell’inquinamento atmosferico sugli ecosistemi naturali ed antropici” che si è tenuto recentemente presso l’Enea.

I principali esperti italiani di Università e degli enti di ricerca Enea, Cnr, Cra che partecipano ai tavoli di negoziazione europea sulle tematiche legate all’inquinamento atmosferico e alla sua regolamentazione, si sono confrontati sulle attività di ricerca più innovative realizzate in questi settori a livello nazionale e sugli strumenti e le misure più efficaci da mettere a punto per contrastarne gli effetti.

Alessandra De Marco, responsabile per l’Enea del progetto europeo Life FO3REST che valuta gli impatti dell’ozono troposferico e dei cambiamenti climatici sulle foreste francesi ed italiane sottolinea: “Per la valutazione degli impatti degli inquinanti atmosferici sulla vegetazione occorre stabilire quali siano gli indicatori più validi da usare, se quelli basati sulle concentrazioni di inquinanti in atmosfera o quelli basati sul reale assorbimento degli inquinanti da parte della vegetazione. Il progetto Life FO3REST si prefigge di indicare gli standard più adeguati per proteggere le foreste in ambiente mediterraneo”.

Il progetto Life FO3REST, a cui partecipano Enea e Cnr con il coordinamento della società francese, Acri-ST, ha infatti messo in evidenza che le foreste francesi e italiane sono l’area geografica nella quale l’ozono supera di gran lunga gli standard attualmente suggeriti per la protezione della vegetazione, anche a causa delle particolari condizioni climatiche e di irradiazione.

È stato fatto anche il punto sugli effetti dell’inquinamento atmosferico su tutti gli altri ecosistemi, dalle acque all’ambiente urbano, ai materiali e ai beni culturali, alla biodiversità, con particolare attenzione per strumenti innovativi di valutazione quali la modellistica integrata.

Per quanto riguarda gli effetti degli inquinanti sulla salute dell’uomo messi in evidenza da studi recenti Alessandra De Marco precisa: “Una grande rilevanza ha acquisito ultimamente il ruolo dell’azoto, che ha impatti su quasi tutti gli ecosistemi. Le principali fonti di inquinamento da azoto sono i trasporti e l’agricoltura: è stato valutato che circa il 75% dell’inquinamento da ammoniaca deriva dagli allevamenti, e gli elevati consumi di proteine animali, oltre ad avere un impatto negativo sulla salute umana, hanno anche effetti negativi sull’ambiente”.

Alessandra De Marco evidenzia inoltre: “Nonostante la diffusione di misure per la riduzione dell’inquinamento atmosferico, gli impatti negativi su ambiente e salute sono ancora presenti in molti Paesi Europei, come risulta anche dal Rapporto 2013 dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (Eea). Per proseguire il percorso di sostenibilità avviato, l’Europa dovrà dunque rendere più stringenti le attuali normative”.

 

Enea: http://www.enea.it



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