Collaborazione Enea e università statunitensi

L’Enea firma accordi di collaborazione con le Università di Texas e Missouri per lo sviluppo della ricerca e delle tecnologie nel campo delle nuove energie ecosostenibili.

Pubblicato il 4 agosto 2015

L’Enea ha siglato accordi di collaborazione scientifica con due tra le più prestigiose università pubbliche degli Stati Uniti: la Texas Tech University (Ttu) e l’Università del Missouri (MU). Le collaborazioni sono focalizzate su argomenti di particolare valenza strategica e avranno durata almeno decennale. Il Research Service Agreement firmato con Ttu prevede un finanziamento di circa 500.000 euro a favore dell’Enea.
“Si tratta di uno scenario di collaborazione internazionale che vede affiancati, in uno sforzo comune, due tra i Paesi più sensibili allo sviluppo della ricerca e delle tecnologie nel campo delle nuove energie ecosostenibili”, affermaVittorio Violante del Dipartimento “Fusione e Tecnologie per la Sicurezza Nucleare” dell’Enea.

Gli argomenti scientifici della collaborazione con la Ttu riguardano le nuove energie rinnovabili e sostenibili e i materiali avanzati per la produzione di energia. Tra le sfide più significative, lo studio sugli effetti termici anomali nei sistemi metallo-idrogeno, un tema per il quale l’Enea è considerata un centro di eccellenza a livello internazionale. In questo campo l’Agenzia già nel recente passato ha svolto ricerche in collaborazione con altri prestigiosi Istituti statunitensi, come ad esempio il Naval Research Laboratory e Sri International di Stanford. La collaborazione scientifica con l’Università del Missouri verterà esclusivamente sullo studio dei sistemi metallo-idrogeno.

La collaborazione tra Enea e Istituti statunitensi su questi temi è nata diversi anni fa: il Ministero degli Affari Esteri assegnò nel 2011 a Enea, Sri, Naval Research Laboratory e Università del Missouri un Progetto triennale nel campo delle nuove energie ecosostenibili. Oltre al finanziamento di Ttu, l’Enea ha ottenuto contratti di collaborazione con altri enti di ricerca statunitensi per un valore complessivo di alcune centinaia di migliaia di euro.



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