Cambiamenti climatici: eventi estremi più frequenti e distruttivi

Nel giorno in cui a Parigi si svolge PreCOP21, da Milano parte la riflessione sull’impatto dei cambiamenti climatici sulle risorse idriche organizzata da Gruppo CAP.

Pubblicato il 11 novembre 2015

Più numerosi e più distruttivi, gli eventi climatici estremi negli ultimi 10 anni hanno una frequenza 9 volte maggiore rispetto a quella registrata nei 30 anni precedenti. La colpa secondo la comunità scientifica va ricercata principalmente nel cambiamento climatico originato dalle attività umane. È uno dei tanti dati emersi durante il workshop organizzato da Gruppo CAP, azienda che gestisce il ciclo idrico sul territorio della Città Metropolitana di Milano.

Lo stesso giorno della PreCOP21 e a due settimane dall’inizio della conferenza sul clima di Parigi, nel corso di un incontro di approfondimento sul tema dei cambiamenti climatici, l’azienda idrica ha lanciato il progetto CAP21 – impegni di sostenibilità.

Sette le grandi aree di intervento del programma CAP21: #Acquadabere, #Acquadarecuperare, #acquadavalorizzare, #Acquadacostruire, #Acquadarisparmiare, #Acquadainnovare e #Acquadasostenere, a testimonianza di un’attività intensa che spazia dall’impegno nella protezione della risorsa idrica (dallo studio del sottosuolo all’innovazione nelle tecnologie di monitoraggio e controllo della qualità), alla ricerca e allo sviluppo di soluzioni avanzate per il trattamento dei reflui e per il recupero delle acque di scarico (dal riuso dei nutrienti alla trasformazione dei fanghi in risorse energetiche), fino alla promozione sul territorio dell’acqua del rubinetto e allo sforzo per la soluzione dei grandi temi ambientali: la mancata depurazione e il dissesto idrogeologico. Tutti nodi che le Nazioni Unite hanno messo al centro degli obiettivi di sostenibilità del post millennio in tema di risorse idriche.

“Chi come la nostra azienda, ha la sua mission nella gestione sostenibile dell’acqua, ha il dovere di essere in prima linea per rispondere alla sfida del clima che cambia – ha affermato Alessandro Russo, Presidente del Gruppo CAP -. Nasce da qui CAP 21, ovvero 21 impegni di sostenibilità, il programma che impegnerà Gruppo CAP da oggi per tutto il 2016 e nei prossimi anni, per rendere trasparenti e tangibili i risultati che ci proponiamo di raggiungere con il nostro Piano degli investimenti, 600 milioni di euro in 5 anni che avranno un forte impatto sull’ambiente. Sul fronte ad esempio della gestione delle cosiddette “bombe” d’acqua, in qualità di gestore del servizio idrico sosteniamo da tempo che siamo pronti ad occuparci delle acque meteoriche, la cui gestione oggi è parcellizzata fra troppi enti diversi. Lo sforzo sarà quello di trovare le soluzioni innovative capaci di permettere a queste acque di arrivare in falda o di essere recapitate ai corsi d’acqua naturali senza sovraccaricare il sistema fognario e dei depuratori, e dilazionandone la restituzione così da attenuare le piene fluviali e i connessi rischi di esondazione.“

La presentazione del programma CAP21 è stata preceduta da un momento di riflessione, moderato da Laura Bettini di Radio 24, al quale hanno preso parte Stefano Caserini e Gianni Silvestrini, tra i massimi esperti italiani di ambiente e cambiamenti climatici. Dopo aver ripercorso successi e fallimenti delle conferenze mondiali sul clima che, con cadenza quasi annuale, si sono susseguite dopo il Summit di Rio del 1992, i due relatori hanno illustrato i dati più recenti sulla situazione climatica  e hanno offerto un’ampia panoramica sulle nuove prospettive delle tecnologie disponibili per ridurre le emissioni di CO2 a partire dallo sviluppo delle energie rinnovabili a livello mondiale. Fotovoltaico e eolico in particolare stanno crescendo ben oltre le stime più ottimistiche di qualche anno fa. Anche la mobilità sostenibile, grazie all’introduzione di nuovi modelli di business come la mobilità elettrica o la mobilità soft (car sharing, Uber, BlaBlaCar …) si sta diffondendo. Gli impegni per il clima  al 203o sono di fatto delle opportunità per le imprese come dimostrano Tesla Motors, Apple e Google,  i tre maggiori innovatori del settore dell’automobile del momento.

Tra i dati presentati è emerso che le ripercussioni sulla risorsa idrica sono significative. Ad oggi l’85% della popolazione mondiale vive in zone aride o semi aride e entro il 2050 è previsto l’aumento del 55% della domanda di acqua. Non solo, ma anche in Lombardia emergono i primi impatti con la riduzione progressiva della disponibilità di risorse idriche utili (superficiali e sotterranee) e dell’umidità del suolo, per incremento della variabilità climatica e per una maggiore frequenza e intensità di eventi climatici estremi, che hanno una frequenza oggi nove volte maggiore che in passato. Diversamente da altri problemi ambientali, la soluzione dei problemi climatici richiede tempi lunghi ma è necessario agire ora. È importante riconoscere il problema e comprendere quello che sta accadendo, evitando di rinviare le azioni necessarie o sostituendole con iniziative superficiali o di greenwashing.

Il prossimo traguardo a cui tutti guardano è COP 21, la XXI sessione della Conferenza delle Parti della Convenzione sul clima, che si svolgerà a Parigi dal 30 novembre al 12 dicembre 2015. Ci sono molte ragioni per ritenere che sarà un altro momento importante del negoziato sul clima e Silvestrini e Caserini hanno ricordato quanto sia importante che venga dato un segnale forte agli investitori affinché i combustibili fossili restino sotto terra! Il testo in discussione all’inizio dalla COP 21 contiene ancora nodi da sciogliere, decisioni alternative che possono indebolire o rafforzare l’efficacia dell’accordo.

Il workshop, patrocinato da Ministero per l’Ambiente, Regione Lombardia e Città Metropolitana di Milano e stato organizzato in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, con Ceep (la confederazione europea delle aziende dei servizi pubblici) e con Edizioni Ambiente.

Antonella Rampichini



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