La gestione e il trattamento del digestato: un tema molto discusso e un problema che tuttora permane in molti impianti di biogas. La digestione anaerobica, infatti, garantisce una riduzione della sostanza organica meno stabile ma non consente una diminuzione del carico di azoto della biomassa in ingresso nell’impianto. BTS Biogas, protagonista in Italia nel settore del biogas, è da sempre impegnata nello sviluppo di tecnologie e soluzioni innovative per rendere l’impianto di biogas sempre maggiormente efficiente, in linea con le normative e le esigenze ambientali ed economiche. Per la gestione e il trattamento del digestato, in particolare, BTS Biogas offre diverse soluzioni che consentono agli agricoltori italiani di risolvere il problema dell’azoto in eccesso rispettando al tempo stesso il recepimento italiano della comunitaria “Direttiva nitrati”, 91/676/Cee, che regolamenta l’uso agronomico dei reflui zootecnici e di altri concimi azotati e definisce le zone vulnerabili.
“Sono numerosi i gestori di un impianto di biogas che, alla luce dei limiti di azoto stabiliti dalla legge e consentiti per lo smaltimento nella propria area, si trovano ad interfacciarsi con livelli in eccesso rispetto ai terreni che la propria azienda agricola ha a disposizione. In tal caso, gli agricoltori possono certamente affittare nuovi terreni per lo smaltimento, chiedere ad altri proprietari terrieri di utilizzare il loro suolo per lo spargimento o, addirittura, smaltirlo come rifiuto. Tutte azioni che comportano certamente dei costi aggiuntivi non indifferenti, soprattutto nel lungo periodo”, ha evidenziato Luca Fortini.
Tra le soluzioni offerte da BTS Biogas per l’abbattimento del contenuto di azoto nei digestati c’è il sistema di strippaggio. Il sistema, in particolare, consente di valorizzare il contenuto azotato grazie alla produzione di solfato di ammonio, una soluzione di sali di azoto prodotta da un processo chimico per l’abbattimento dell’ammoniaca, attraverso uno scrubber con torre di lavaggio acida.