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n.8 novembre 2012
La durata media di un
pannello solare fotovoltaico
in silicio è valutata in 25-
30
anni di vita, durante la
quale produce elettricità.
L’efficienza di produzione
non è costante nel tempo ma
ha una certa decadenza, di
solito calcolata dal costruttore
rispetto a delle condizioni
standard e dichiarata tra le
caratteristiche del pannello (e
certificata, se lo è il pannello).
La normativa obbliga il
fornitore a una garanzia di
minimo due anni sui difetti
di fabbricazione e anche sul
calo di rendimento del silicio
nel tempo: dal momento che
l’incentivo è riconosciuto per
20
anni anche la garanzia
ha, normalmente, eguale
durata. Oggi, per un modulo
di buona qualità, si parla
di un’efficienza garantita,
rispetto all’efficienza
nominale, del 90% per 10 anni
e fino all’80% per 25 anni.
Ma la resa di un pannello
non è influenzata solo dalla
sua efficienza teorica ma
anche da altri fattori, come
l’efficienza dell’inverter oppure
la pulizia del pannello. Detto
questo, però, possiamo
sempre dire che dopo 25
anni di buon funzionamento
avremo ancora un discreto
produttore di energia, un po’
meno efficiente ma che avrà
ormai ampiamente ripagato
la sua installazione. Come
per un’automobile, però, dopo
un po’ di tempo potrebbe
essere conveniente sostituirlo
o cambiarlo: dopo 25 anni la
tecnologia sarà migliorata,
i costi diminuiti e potrebbe
essere ancora conveniente un
impianto fotovoltaico, meglio
se rinnovato. E qui entra in
gioco il decommissioning
dell’impianto, ovvero dello
smantellamento dello stesso.
I pannelli che fine fanno?
Possono essere riciclati
oppure devono essere smaltiti
con modalità precise?
A queste domande ha, in
primis, risposto l’Unione
Europea con una direttiva
comunitaria: “Global
Opportunities in the Waste
Electrical and Electronic
Equipment (Weee) Recycling
Services Market” che
ha incluso, nell’ultima
edizione, anche i pannelli
solari tra i rifiuti soggetti a
riciclo obbligatorio. Benché
il riciclo di un pannello
fotovoltaico non sia al
momento economicamente
conveniente: dal momento
che il volume dei rifiuti
generati è troppo piccolo,
è logico aspettare
un’inversione di tendenza
sulla base dei significativi
volumi di fine ciclo di vita
dei pannelli, che dovrebbe
cominciare ad apparire in
modo massiccio già dal 2025
o 2030, ma che occorre
preparare nel decennio
precedente (Figura 1).
I processi di trattamento
Al momento, a livello
mondiale, sono in sviluppo
un certo numero di processi
di trattamento e di riciclaggio,
ma in questo momento sono
solo due i metodi applicati
e già testati: il trattamento
Deutsche Solar per il riciclo
dei processi per i pannelli
in silicio cristallino e quello
First Solar per il trattamento
e il riciclaggio specifico per
pannelli telloruro di cadmio
(
CdTe). Le tecnologie per
il trattamento e il riciclo dei
componenti dei pannelli
fotovoltaici non sono dissimili
da quelle utilizzate per i
pannelli LCD e altri tipi di
pannelli laminati su vetro
oppure quelli utilizzati nel
trattamento delle lampade
al neon. Oltre ai due
trattamenti individuati in
precedenza esistono tecniche
derivanti dal riciclo delle
parti vetrose (vetro ‘float’ e
fibra di vetro) che possono
essere impiegate con
successo anche per le celle
fotovoltaiche. Le valutazioni
della Commissione Europea
in merito al riciclo dei pannelli
sono state più volte messe
in discussione. In una prima
edizione della direttiva, infatti,
questa tipologia di rifiuto da
riciclare non era inserita se
non come possibilità futura.
A seguito di approfonditi
studi e simulazioni, invece,
si è deciso, in un secondo
momento, di inserire i pannelli
nella filiera del riciclo dei
componenti elettronici.
La decisione ha diverse
motivazioni: la prima è,
sicuramente, il fatto che i
pannelli sono assimilabili a
gran parte dei rifiuti elettronici
in ragione dell’alto contenuto
di metalli rari il cui prezzo
sui mercati mondiali è in
rapidissima ascesa. I metalli
rari e, in generale gli elementi
chiamati terre rare, hanno
prezzi in rapidissima ascesa
sui mercati mondiali per
motivi di domanda crescente
dell’industria elettronica (e
non solo) e per un’offerta in
rapida contrazione per motivi
fisici (diminuzione del numero
di siti economicamente
sfruttabili) e per motivi
geopolitici (la Cina è la prima
esportatrice e tende a voler
mantenere il monopolio
per l’industria nazionale
contingentando i quantitativi
destinati all’export).
Aspetto economico
Secondo modelli di tipo
economico-quantitativo
l’UE ha stimato che da un
pannello di silicio cristallino di
Figura 1 – Previsioni del mercato UE dei materiali da pannelli fotovoltaici, quantità in tonnellate [Fonte: BIO Intelligence Service, 2011]
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