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n.8 novembre 2012
assicurato l’eliminazione del
patogeno nel compost finito,
sebbene per l’‘Impianto 2’ si sia
verificato un caso di positività a
fine biossidazione.
Per quanto riguarda il parametro
C. perfringens (Figura 4) sono
stati riportati gli abbattimenti su
scala logaritmica registrati per i
due processi di compostaggio.
I risultati confermano
complessivamente buone rese
per l’‘Impianto 1’; per l’‘Impianto
2’
si è raggiunto un livello di
abbattimento ‘intermedio’ (vedi
Tabellla 1) solo al termine del
processo.
Verifica della rappresentatività
dei risultati ottenuti
La normativa (DLgs 75/10) ha
recentemente introdotto, per
quanto riguarda la ricerca dei
parametri microbiologici, la
necessità del prelievo di cinque
diverse aliquote al fine di ottenere
un risultato statisticamente più
rappresentativo rispetto a quanto
prevedeva la precedente norma
di riferimento (DLgs 217/06 e sue
modifiche e integrazioni).
I cinque risultati ottenuti
per ciascun campione sono
stati utilizzati per calcolare
il coefficiente di variazione
percentuale che è stato riportato,
relativamente al parametro E.
coli, in Figura 5, permettendo
così di osservarne il trend e di
effettuare alcune considerazioni.
È stato osservato che nella
miscela di partenza la variabilità
era elevata ma paragonabile
per entrambi i processi
analizzati, mentre ha seguito
andamenti diversi nel seguito del
trattamento. L’‘Impianto 1’, con
un processo gestito nelle migliori
condizioni, ha fornito valori di
variabilità pressoché costanti
per poi annullarsi nel compost
raffinato (tutte le cinque aliquote
presentavano un valore inferiore
al limite di rilevabilità). L’‘Impianto
2’
invece, penalizzato dal guasto
tecnico, ha fatto segnalare
un aumento della variabilità
imputabile ad una eterogeneità
del materiale in trasformazione;
i fenomeni degradativi si sono
presumibilmente localizzati in
alcuni punti più ricchi di acqua ed
ossigeno.
Le differenze in termini di
variabilità tra i due compost
raffinati sono apprezzabili in
dettaglio nella Tabellla 2, che
riporta i risultati grezzi delle
analisi per tutti e tre i parametri
oggetto dell’indagine. Da tali
dati è evidente come il compost
dell’‘Impianto 1’ sia pienamente
igienizzato, a conferma della
correlazione tra corretta gestione
del processo e completa
igienizzazione del materiale.
Analizzando i dati per il compost
dell’‘Impianto 2’ si sottolinea
come l’approccio metodologico
delle cinque aliquote distinte
abbia permesso di individuare
un compost non perfettamente
igienizzato, sebbene ben quattro
aliquote su cinque presentassero
un valore di E. coli ampiamente
inferiore al limite minimo
(
m < 1000 CFU/g).
Si precisa inoltre che tale
materiale non conforme è stato
completamente riprocessato
nell’impianto prima della sua
commercializzazione.
Conclusioni
A fronte dei risultati ottenuti
è possibile affermare che i
parametri microbiologici indicatori
di contaminazione, così come
adottati dalla nuova normativa
di riferimento del compost
(
analisi su cinque aliquote),
rappresentano un metodo valido
a garanzia della sicurezza
igienica del compost finito, in
grado di comprovare la qualità di
tale prodotto, limitando eventuali
valutazioni erronee dovute alla
determinazione su una sola
aliquota.
Una corretta gestione del
processo di compostaggio
garantisce l’igienizzazione del
materiale; è stato infatti verificato
l’abbattimento, oltre che dei
microrganismi patogeni richiesti
dalla Normativa, anche del
microrganismo anaerobio C.
perfringens e delle sue spore. La
presenza di quest’ultimo era stata
osservata nella frazione solida
del digestato da rifiuti (L. Franz
et al
., 2011)
che nella maggior
parte dei casi viene avviato alla
BIBLIOGRAFIA
L. Franz
et al.,
(2011)
“
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caratterizzazione analitica
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EAoggi
,
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Figura 4 - Riduzione logaritmica del parametro C. perfringens nei due processi monitorati.
Figura 5 - Coefficiente di variazione calcolato nei vari step per il parametro E. coli.
Unità logaritmiche
Impianto 1 Impianto 2
CV%
Impianto 1
Impianto 2