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n.8 novembre 2012
benefici) ‘dalla culla alla bara’.
Nello studio descritto in questo
articolo l’approccio LCC è stato
utilizzato, parallelamente alla
valutazione ambientale ed
energetica (sviluppata dai partner
sopra citati), per confrontare
diversi scenari di gestione dei
Rifiuti Solidi Urbani. L’analisi
economica degli scenari parte
dalla caratterizzazione delle
diverse fasi che compongono i
vari scenari. Questi assemblano e
combinano in vario modo fasi che,
con peso diverso, sono presenti in
ciascuno scenario. Il primo passo
consiste dunque nel valutare da
un punto di vista economico le
varie tecnologie, ricavando un
costo unitario per tonnellata di
rifiuto in ingresso (Tabella 1). Tale
valore rappresenterà l’input della
fase successiva, in cui il costo
totale di ciascuna fase è stato
calcolato moltiplicando il valore
unitario per tonnellata in ingresso,
e dividendo il risultato per le
tonnellate totali di RU prodotte
nel bacino. Questa metodologia
si richiama direttamente a quanto
proposto nello studio effettuato
da Massarutto e Kaulard [1]. Il
secondo passo è consistito nella
valutazione economica dei costi
esterni associati a ciascuna fase.
Sono stati considerati i costi
associati alle emissioni inquinanti,
al netto di quelli eventualmente
risparmiati attraverso il recupero
di materiali ed energia. Sono
inoltre state considerate le
emissioni di CO
2
,
sempre al netto
di quelle risparmiate attraverso
il recupero di materiali. Ci si
è avvalsi per questo di studi
condotti in letteratura per la
quantificazione unitaria del
costo, mentre si sono utilizzate
le ipotesi elaborate dal progetto
per quanto attiene ai bilanci di
massa ed energia. Questo perché
molti studi presenti in letteratura
stimano i costi esterni complessivi
di alcune tecnologie (es.
incenerimento) ipotizzando rese
alquanto diverse. Il terzo passo
è consistito, infine, nel valutare i
ricavi derivanti dalla cessione al
mercato dei sottoprodotti e dei
materiali recuperati. Per tutte le
forme di recupero, si è adottata la
convenzione di considerare tra i
costi tutte le fasi necessarie a far
sì che il materiale in questione
acquisti un valore positivo. Si
parte cioè dal presupposto che
qualsiasi cosa può giungere ad
avere un valore commerciabile,
purché la si sottoponga a un ciclo
appropriato di lavorazioni. Ad
esempio, il vetro raccolto nelle
campane ha di solito già in quel
momento un valore (ossia, un
impianto industriale è disposto
a pagare un prezzo positivo per
ricevere quel materiale); mentre
nel caso della plastica, ai costi
della raccolta si sommano quelli
delle successive fasi di cernita,
granulatura ecc. Analogamente a
quanto abbiamo visto per i costi
(
che qui riferiamo alla tonnellata
in ingresso in ciascun impianto), i
ricavi sono riferiti a loro volta alla
tonnellata in uscita da ciascun
ciclo di lavorazione. Tali valori
unitari verranno poi moltiplicati
per le quantità effettivamente
recuperate in ciascuno scenario,
e poi divise per il rifiuto
complessivamente prodotto in
ciascun bacino, onde ricavare
un valore riferito alla tonnellata
di rifiuti di partenza. I costi, così
Tabella 1 - Costi delle raccolte rapportato alla quantità di rifiuto raccolto durante ogni singola raccolta (euro/t effettivamente raccolta)
Raccolte
S35 S50 P50 P65 PC75 PC85 S35 S50 P50 P65 PC75 PC85
RUR – stradale
81 85
70 71
RUR – PP
160 168 168 187
150 153 154 160
Carta – stradale
29 29
22 22
Carta – PP
97 99 101 99
62 62 62
62
MultiMat – stradale
103
75
Vetro – stradale
85
22
Vetro – PP
190 149 148 149
77 78 78
78
Plastica – stradale
249
245
Plastica – PP
307
372
Plastica Metalli – PP
123 116 94
118 118 118
Organico – PP
138 122 124 124
82 91 91
91
Piattaforma
61 61 61 61 61 61 61 61 61 61 61
61
Raccolte - totale (euro/t) 275 509 953 723 718 714 228 421 804 564 564 564
BACINO PICCOLO
BACINO GRANDE