Pagina 47 - Energie & Ambiente n. 7

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n.7 settembre 2012
Figura 4 - Curva di potenza di una turbina minieolica
Per gli impianti sopra i 20-30 kW si tratta di installazioni adatte
a piccoli siti industriali oppure ad aziende agricole che voglio-
no investire in questo settore, mentre per le pale ancora più
grandi si tratta di veri e propri investimenti in generazione elet-
trica da fonti rinnovabili. Bisogna infatti intendere come il mini
e micro eolico differisca, in parte, dal grande eolico. In primis
c’è il modello di business: si tratta sempre di generare energia
elettrica dal vento, ma, nel caso del mini eolico, si tratta di in-
vestimenti più contenuti e con un rendimento certo, o quasi,
nel tempo grazie alla tariffa incentivata, molto diversa dal regi-
me dei certificati verdi che governa il grande eolico.
Normativa e incentivi per il mini eolico
Nel caso delle macchine di piccola taglia si tratta sempre di
trovare la giusta tecnologia e di localizzarne nel territorio la
migliore posizione in termini di producibilità, connessione alla
rete, impatto visivo ecc. Tuttavia l’operazione di “micrositing”
delle pale è meno complicata; spesso, nel caso di macchine
piccole e piccoli investimenti, non si ricorre alle misure degli
anemomentri ma a programmi di calcolo che determinano la
velocità del vento ad altezze standard. Un altro valore aggiun-
to del mini eolico è la semplificazione normativa in termini di
oneri di installazione; infatti, per siti non soggetti a vincolo pa-
esaggistico, è sufficiente una DIA per turbine fino a 60 kW di
potenza. Tuttavia alcune regioni hanno emanato provvedimen-
ti più restrittivi e altre possono richiedere gli adempimenti se-
condo 387/03, ovvero la normativa unica sull’autorizzazione di
impianti di produzione di energia; in pratica si delinea un qua-
dro delle opportunità nel campo dipendente non solo dalla
quantità di vento ma anche dall’onere amministrativo. Si tenga
anche presente che per le zone vincolate occorre richiedere un
nulla osta alla realizzazione dell’impianto, operazione che può
rallentare, se non addirittura bloccare l’iniziativa. L’incentiva-
zione per impianti mini eolici, ovvero con potenza compresa
tra 1 e 200 kW è stata introdotta dal DM del 18/12/2008. L’in-
centivo previsto per impianti connessi alla rete è del tipo tariffa
omnicomprensiva (feed-in tariff) che riconosce un prezzo di
0,30 euro per kWh prodotto se immesso in rete. L’incentivo ta-
riffario ha una durata di 15 anni ed è riconosciuto ed erogato
dal GSE (Gestore Servizi Energetici). Al termine dei 15 anni
l’energia prodotta potrà essere venduta, sul mercato elettrico o
più semplicemente al GSE, tramite il meccanismo del Ritiro
dedicato. In alternativa si può beneficiare, previa pratica al
GSE, del meccanismo di Scambio sul Posto. Come per gli altri
impianti a fonte rinnovabile che usufruiscono di un incentivo
tariffario (tariffa fissa omnicomprensiva), anche per il mini eo-
lico occorre che l’impianto sia qualificato a fonti rinnovabili
(qualificazione Iafr). L’ente compente per il rilascio della certi-
ficazione è sempre il GSE. In pratica si parla di 300 euro al
MWh prodotto, un incentivo non esagerato che è in grado di
attrarre piccoli e medi investitori in cerca di rendimenti certi
anche se con tempi di ritorno lunghi. Infatti si parla di pay back
medi superiori ai 5-6 anni, adatti a chi preferisce immobilizzare
l’investimento e guadagnare nel medio lungo periodo. Ad
esempio, guardando la producibilità media di una turbina da
Figura 1 - Rappresentazione della classificazione del minieolico
Figura 2 - Classificazione delle turbine eoliche secondo le norme tecniche IEC
61400/2
Figura 3 - Producibilità attesa da una turbina asse orizzontale di 5,5 kW