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n.7 settembre 2012
SPECIALE
Gli impianti mini eolici sono entrati nel novero delle tecnologie
a fonti rinnovabili appetibili per investitori e produttori di ener-
gia sensibili all’ambiente. Merito di una tariffa incentivante che
premia l’energia prodotta con il vento in impianti di piccola ta-
glia (sotto i 200 kW). Diversi sono i produttori di pale eoliche
che si sono attrezzati con giranti di piccole dimensioni. Infatti
gli impianti “mini” si differenziano dai grandi impianti da decine
di MW che costituiscono le centrali eoliche, le cosiddette wind
farm (Figura 1). Proprio per le ridotte dimensioni e la semplici-
tà di installazione (spesso, per impianti di piccolissima taglia,
si può fare da sé) si adattano molto bene all’inserimento in
ambiente urbanizzato o in zona agraria, presso le aziende
agricole, a patto di avere una ventosità sufficiente.
Classificazione degli impianti
La classificazione del mini eolico non è univoca: da un lato ci
sono le norme internazionali (IEC, approvate dal CEI-Celenec
nazionale), dall’altro le classi di potenza usate più “di comodo”
per semplificare e caratterizzare i diversi tipi di macchina e il
loro utilizzo. A rigor di logica, considerando la normativa IEC,
bisognerebbe fare riferimento alla correlazione tra l’area spaz-
zata e i valori, più familiari, della potenza, considerando che la
potenza specifica delle macchine di piccola taglia varia da cir-
ca 80 a 500 W/m
2
, per cui si intendono macchine di piccola
potenza quelle con potenze di targa massima di circa 80-100
kW, stando sotto i 200m
2
. Oltre questa taglia indicativa da mo-
delli di calcolo e verifica semplificati, è richiesto l’uso di codici
aeroelastici per il calcolo della forza aerodinamica sul profilo
della pala, sul modello dei grandi impianti (Figura 2).
Per semplificare, però, si parla di “micro” per pale fino a 20 kW
di potenza nominale e di “mini” vero e proprio per le potenze
tra i 20 e i 200 kW. Nel micro ci sono le turbine minuscole,
quelle che si usano sulle imbarcazioni, sui camper oppure in
abitazioni isolate (fino a 1 kW) normalmente non collegate alla
rete elettrica. Sopra il kW e, sostanzialmente, sotto i 10 kW,
invece, ci sono macchine che possono pesare da alcune deci-
ne di chili fino a un quintale o poco più, pur sempre piccole ma
adatte a contesti urbani, utenze isolate e utenze definite “com-
merciali” ovvero edifici a uso ufficio, oppure supermarket, ho-
tel ecc. Per taglie superiori si parla di pale che devono essere
installate a oltre dieci metri da terra, con diametri dei rotori
importanti, sopra i 7 m per le taglie da 10 kW e fino a 18 per
quelle da 60 kW: ancora piccole rispetto alle grandi pale eoli-
che da decine di metri e centinaia di kW del grande eolico.
Nell’ultima categoria ci sono le pale oltre il centinaio di kW, si
parla di rotori fino a 30 m e torri di sostegno fino a 60.
Franco Pecchio
EOLICO
VENTI FAVOREVOLI
PER IL MINIEOLICO
L’incertezza degli investitori
nel fotovoltaico porta a rivolgere
lo sguardo verso investimenti più
remunerativi e meno incerti, come
il mini eolico. Grazie alle tariffe
incentivate e ai nuovi rotori di piccola
taglia anche impianti di piccola taglia
cominciano a uscire dalla nicchia
delle tecnologie per la produzione
da fonti rinnovabili.