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n.7 settembre 2012
della Tassa raccolta Rifiuti Solidi
Urbani - a carico di famiglie,
istituzioni e imprese. Il settore
impiega circa 80.000 addetti.
Alcuni segnali positivi si hanno
dallo sviluppo delle raccolta
differenziata che è in costante
aumento e nel 2009 ha raggiunto
circa il 34% degli RU, + 11%
in media dal 2007 al 2009,
con superamento della media
europea nel Nord Italia (48%)
e con punte massime a Reggio
Emilia (49,9%) e Modena (47%),
con percentuali minori al centro
(24,9%) e al Sud (19%).
Nelle Regioni con una gestione
industriale del servizio, ovvero
affidata a operatori di dimensione
adeguata, la qualità, le dotazioni
impiantistiche e lo “stato di salute
del sistema rifiuti” sono più
elevati. Fra i segnali negativi si
evidenziano invece:
- l’obiettivo di azzerare lo
smaltimento diretto dei rifiuti
urbani in discarica è ancora
lontano in quanto la media italiana
è pari a circa il 49%;
- i processi di sviluppo del settore
sono rallentati da tempistiche
incerte nell’autorizzazione alla
costruzione di impianti e da
competenze di pianificazione
e regolazione del settore
eccessivamente frammentate
tra i diversi livelli di governo, non
adeguati rispetto alle necessità di
fornire un quadro stabile per gli
investimenti;
- i progetti che rispondono a
obiettivi di recupero dei rifiuti
con evidenti esternalità positive
per l’ambiente (es. recupero
energetico da biomassa,
rifiuti), incontrano difficoltà di
accettazione e complessità
autorizzative;
- persiste l’insufficienza
impiantistica, sia per i rifiuti
urbani sia per i rifiuti speciali, e
conseguentemente l’esigenza
di smaltimento all’estero, con un
aumento dei costi di sistema.
Nella Figura 2 è rappresentato
un bilancio generale dei RU in
Italia. I valori riportati confermano
il peso dello smaltimento in
discarica rispetto alle altre forme
di trattamento.
Il recupero energetico nel
contesto europeo e nazionale
Nell’istogramma riportato in
Figura 3 vengono forniti, per i
paesi europei, i quantitativi di rifiuti
trattati in impianti di incenerimento
e recupero energetico e il numero
degli impianti presenti mentre
in Figura 4 sono riportati gli
impianti presenti sul territorio
italiano suddivisi per regione
e il corrispondente numero
di discariche autorizzate.
Estrapolando i dati rispetto ai
volumi di rifiuti prodotti dalle
singole regioni è stata elaborata
una mappa di rischio che
evidenza lo stato di salute del
sistema integrato di gestione dei
rifiuti e la sua applicazione nelle
singole regioni. In Italia si rileva
un mix di tecniche di smaltimento
differenziato per aree geografiche.
Al Nord gli impianti di recupero
energetico e incenerimento
costituiscono il 19% (in termini di
rifiuti trattati) contro il solo 3% del
Sud. Sempre al Nord la raccolta
differenziata raggiunge il 45%
contro il solo 14,7% del Sud.
Il termovalorizzatore di San
Vittore del Lazio
In questo contesto nazionale
si inserisce l’impianto di
termovalorizzazione realizzato
dalla società Aria (Acea Risorse
e Impianti per l’Ambiente) del
gruppo Acea. L’impianto è
costituito da tre linee delle quali
due entrate in esercizio nel 2011
e la terza, realizzata nel 2003,
attualmente fuori servizio e
oggetto di lavori di revamping.
Nella configurazione finale a
tre linee l’impianto garantirà
una valorizzazione energetica
di 304.000 t/anno di CDR delle
quali 45.000 potranno essere,
in alternativa, fanghi essiccati
provenienti dalla depurazione
civile. I dati tecnici generali di
impianto sono riportati nella
Tabella 1. L’impianto costituisce
una best-practice nazionale sia
per come sono state risolte le
problematiche territoriali sia per le
soluzioni tecnologiche proposte.
L’Italia è in ritardo
sull’impiantistica essenzialmente
per i tempi necessari
all’ottenimento delle autorizzazioni
e la relativa mancanza di
salvaguardia dei diritti/profili
autorizzativi conseguiti. Inoltre,
la sindrome Nimby, cioè il rifiuto
delle comunità locali a dare il
Figura 1 - Tecniche di smaltimento applicate agli RU negli Stati dell’UE27 (Fonte Enea)
Figura 2 - Bilancio generale dei RU in
Italia (Fonte Nomisma)