Pagina 28 - Energie & Ambiente n. 7

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n.7 settembre 2012
GESTIONE
RIFIUTI
Il trattamento dei rifiuti è un tema
che negli ultimi anni ha tenuto
vivo il dibattito culturale politico e
scientifico del settore.
La normativa europea punta a
contenere l’impatto ambientale
delle tecnologie di smaltimento,
a responsabilizzare gli enti
locali nella pianificazione del
fabbisogno impiantistico e
a supportare la sostenibilità
dell’intero ciclo dei materiali
con una particolare attenzione
su prevenzione e recupero. La
normativa nazionale recepisce
l’orientamento comunitario
nel senso di minimizzare lo
smaltimento diretto dei rifiuti
urbani in discarica e valorizzare
il recupero attraverso la raccolta
differenziata. La normativa punta
quindi a privilegiare la riduzione
dei rifiuti quale azione preventiva,
il riutilizzo, il riciclaggio, il recupero
e infine, quale soluzione finale,
lo smaltimento. Parallelamente
a questi processi e presupposto
per garantire efficienza al sistema
è lo sviluppo della raccolta
differenziata con una separazione
accurata dei flussi. Nell’ottica
di una piena attuazione di un
sistema di gestione integrata
dei rifiuti, rispondente a principi
di sostenibilità ed efficienza,
appare irrinunciabile la modalità
di trattamento volta al recupero
energetico da rifiuti urbani (RU).
Il quadro di riferimento europeo
L’Unione Europea nella
configurazione a 27 stati (UE27)
ha prodotto nel 2009 circa 256
milioni di tonnellate di rifiuti urbani
pari a circa 512 kg per abitante
con un minimo nella repubblica
Ceca (316 kg/ab) e un massimo in
Danimarca con oltre 800 kg/ab.
Se consideriamo i 15 paesi più
industrializzati (UE15) la media
si attesta su 676 kg/ab. L’Italia
con i suoi 532 kg/ab ha una
produzione superiore alla media
UE27 ma con i valori più bassi fra
i paesi industrializzati, superiore
solamente all’Inghilterra.
Se esaminiamo la composizione
delle tecniche di smaltimento
applicate agli RU nei vari paesi si
osserva che nei paesi più evoluti,
ove la gestione integrata ha
trovato una sua reale e puntuale
applicazione, quali Danimarca,
Svezia,Olanda e Germania,
risulta favorito il recupero di
materia ed energetico rispetto allo
smaltimento in discarica.
Nella media europea il recupero
energetico è ancora poco
utilizzato e pesa un 20% contro un
40% delle tecniche di riciclaggio
e compostaggio e un 40% della
discarica (Figura 1).
I valori massimi di recupero
energetico si rilevano in
Svezia (49%), del riciclaggio e
compostaggio in Germania (47%)
e dell’utilizzo della discarica in
Bulgaria (97%). Dall‘esame
dei dati sinteticamente riportati
emerge che i paesi riconosciuti
più virtuosi nella gestione del ciclo
integrato dei rifiuti hanno trovato
un giusto equilibrio industriale
e ambientale fra gli impianti di
recupero energetico, gli impianti
recupero e quelli di riciclaggio
demandando alle discariche un
ruolo marginale.
Il contesto nazionale
La produzione complessiva di
rifiuti in Italia nel 2009 è stata
pari a 160,5 milioni di tonnellate,
composta da circa 128,5 milioni
di tonnellate di rifiuti speciali-
industriali, di cui non pericolosi
per il 92% e pericolosi per l’8% e
da circa 32 milioni di tonnellate di
rifiuti urbani pari al 20% del totale.
Il settore dei rifiuti urbani
comprende una filiera articolata di
attività e un fatturato complessivo
di oltre 8 miliardi di euro l’anno -
derivanti dall’applicazione della
Tariffa di Igiene Ambientale e, per
i Comuni che non hanno ancora
deliberato il passaggio a tariffa,
TERMOVALORIZZATORE
DI SAN VITTORE DEL LAZIO
Corretta gestione e tecnologia avanzata per un impianto sostenibile
Al convegno “Il futuro del sistema rifiuti” che si è svolto
recentemente a Roma è stato approfondito il delicato tema della
gestione di un impianto di termovalorizzazione di rifiuti, con
particolare riferimento al termovalorizzatore di San Vittore del Lazio.
*Direttore Operativo Aria – Gruppo Acea, Presidente Comitato Scientifico “Il Futuro del Sistema Rifiuti”
Paolo Massarini*