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n.6 maggio 2012
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La crisi economica da un lato, i rincari sulla bolletta ener-
getica dall’altro impongono una seria riflessione sul tema
dell’efficienza energetica negli impianti di trattamento del-
le acque primarie e acque reflue. A oggi non c’è produt-
tore tecnologico o fornitore di servizi che non abbia previsto
nel suo portfolio prodotti e servizi focalizzati sul concetto di
energy saving.
La soluzione al problema, però, non è sempre uguale. A se-
conda dei vari segmenti di pertinenza, ma anche in base a
un approccio più o meno coraggioso, i vari attori del mercato
hanno studiato alternative piuttosto diversificate a uso e con-
sumo delle municipalizzate e di tutta la catena coinvolta nel
ciclo di vita delle acque.
La quantità di energia elettrica consumata dipende dalla
potenzialità dell’impianto e dalla tipologia di trattamento
adottata. Quali sono in questo senso le tendenze verso
cui si sta orientando il mercato?
Alessandro Monti,
direttore municipal sales di GE Water &
Process Technologies non ha dubbi: “ln generale il mercato si
sta muovendo verso una considerevole riduzione dei consu-
mi energetici, attraverso lo sviluppo e l’adozione di tecnologie
sempre più innovative, con l’obiettivo a medio-lungo termine
di ottenere un bilancio neutro tra l’energia prodotta e quella
consumata dagli impianti di trattamento delle acque reflue.
In particolare, le tendenze di orientamento riguardano due
fronti: da un lato l’incremento dell’efficienza energetica degli
impianti stessi, dall’altro lato l’utilizzo maggiore di tecnologie
per la digestione anaerobica e il recupero di sostanze all’in-
terno dei depuratori al fine di incrementare per esempio la
produzione di biogas con conseguente recupero energetico”.
Gli fa eco
Emilio D’Alessio,
responsabile dell’Area di
Esercizio di UniAcque: “I consumi energetici rappresentano
la principale voce di costo nella conduzione di un impianto di
depurazione. La fase di trattamento maggiormente energivora
è costituita dalla fase di aerazione dei fanghi attivi (circa 50 –
70% dei consumi complessivi); la tendenza attuale è quella di
investire in sistemi di aerazione più efficienti (dischi o piastre a
micro bolle) in sostituzione dei sistemi vetusti (candele porose)
che presentano una bassa resa di trasferimento dell’ossigeno
e in sistemi di controllo e regolazione dell’ossigeno disciolto in
vasca di aerazione (inverter asservito a ossimetro e/o sonde di
misura dell’ammoniaca). Consistenti interventi vengono altresì
realizzati sulle fasi di sollevamento (iniziale, ricircolo dei fanghi),
adottando inverter e/o centraline di controllo per ottimizzare il
punto di lavoro delle pompe e sulla fase di denitrificazione, in-
stallando miscelatori a bassa velocità in sostituzione dei mixer
ad alta velocità e consumi più elevati.
Per Endress+Hauser sono soprattutto due gli obiettivi da per-
seguire: migliori performance di abbattimento e minori costi di
gestione. “Spesso questi due obiettivi sono in contrasto tra loro
e la scelta di quale predomina è storicamente legato a fattori
ambientali, chiarisce
Giancarlo Giacomini,
industry mana-
ger Water and Wastewater della società. “Nei mercati maturi
come il nostro, oggi gli sforzi sono orientati verso gli interventi
strutturali e sulle macchine con implementazione di sistemi di
controllo e automazione. In termini strutturali, l’orientamento è
verso impianti di trattamento centralizzato sempre più grossi che
risultano più efficienti nella gestione in quanto più “equalizzati”
nel carico da trattare, mentre per le macchine più energivore, si
stanno adottando compressori e pompe di sollevamento “ecolo-
gici” e sotto inverter per una migliore modulazione dei carichi di
lavoro. In termini tecnologici, l’orientamento è verso processi di
depurazione “totale” o di recupero “totale”; il ricorso a membra-
ENERGETIC
DI DEPURAZION