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n.6 maggio 2012
e regionali di Iwrm.
La quantificazione dei deflussi
minimi per i singoli ecosistemi è
sostenuto dal Iucn (International
Union for Conservation of Nature)
e può essere considerato come
componente dell’Iwrm [15].
Collaborazione nella gestione
delle acque dolci e di quelle
costiere - GEF (Global
Environmental Facility) indica
Iwrm come approccio di base
per progetti internazionali per
la gestione integrata a livello
di bacino idrografico e di zona
costiera sulle acque [16].
Infrastrutture sostenibili delle
risorse idriche - La mancanza
di piani di sviluppo, adeguati e
integrati, per la gestione delle
risorse idriche può essere molto
costosa quando si tratta di
investimenti in infrastrutture.
La Commissione mondiale sulle
dighe prevede linee guida che
contemplano alcuni dei concetti
chiave dell’ Iwrm [17].
Collaborazione nella gestione
del suolo e dell’acqua - La
commissione per il fiume Mekong
ha avviato un piano di sviluppo
del bacino, di importanza
strategica per l’economia [18],
preparato in collaborazione da
Laos, Cambogia, Vietnam e
Tailandia, secondo una strategia
Iwrm
Pianificazione della
collaborazione transfrontaliera
- I capi di Stato e di governo
della Comunità Economica degli
Stati dell’Africa Occidentale
hanno adottato il piano d’azione
regionale dell’Africa occidentale
secondo una strategia Iwrm per
la gestione delle risorse idriche
della regione, tra cui i fiumi
transfrontalieri, quali il Niger [19],
e alcuni fiumi del Senegal [20].
Gestire il rapporto acqua-energia
- Una crescente preoccupazione
è presente nelle aree in cui vi è
una crescente competizione tra
utilizzo dell’acqua e produzione
di energia a seguito di risorse
idriche limitate e/o cambiamenti
climatici che stanno alterando
la disponibilità di acqua. L’Iwrm
rappresenta uno strumento per
decisioni gestionali equilibrate
[21].
L’attività di ricerca di l’Irsa-Cnr
In questo quadro di riferimento
l’Irsa-Cnr ha sviluppato attività di
ricerca in alcune delle tematiche
sopra riportate in progetti
finanziati dalla UE nel 6 FP [22].
Al riguardo si citano:
a) il progetto AquaStress [23],
che attraverso il coinvolgimento
degli stakeholder nei processi
decisionali ha consentito di
creare sinergie tra opzioni
tecniche, istituzionali e socio–
economiche: la conoscenza
raccolta durante la fase di
coinvolgimento è stata utilizzata
per sviluppare un sistema di
valutazione delle opzioni di
mitigazione, accettato dagli
stakeholder, che ha evidenziato
gli elementi di conflitto e
ha suggerito strategie di
negoziazione, facilitando la reale
implementazione delle opzioni di
mitigazione;
b) progetto NeWater, focalizzato
sulla definizione di metodi
e strumenti a supporto
dell’Adaptive Management [24]
nel quale sono stati definiti
sistemi di monitoraggio in grado
di utilizzare differenti fonti di
informazioni e conoscenza, quale
quelle provenienti da istituzioni
locali, integrandola nei sistemi
esistenti.
Discussione e conclusioni
Negli ultimi 30 anni l’impatto
delle siccità è drammaticamente
aumentato nell’UE e il 17% del
suo territorio è stato colpito dalla
scarsità di acqua; il costo dei
danni è stato stimato in circa 100
miliardi di euro.
Diverse iniziative sono state
proposte dalla Commissione
Europea e dai diversi Paesi,
ma ci sono gravi lacune nella
conoscenza e comprensione di
questi fenomeni; la mancanza
di un adeguato monitoraggio del
loro stato e dell’evoluzione e i dati
limitati per permettere un’analisi
approfondita, hanno prodotto
scarsa capacità di gestire in
modo proattivo i fenomeni e così
attenuare l’impatto.
Le proiezioni climatiche
elaborate dal IV Rapporto
dell’Ipcc, pubblicate nel 2008,
indicano modificazioni della
climatologia con probabili
significative differenze regionali.
I risultati degli scenari climatici
saranno utilizzati per sviluppare
i necessari interventi integrati
per la gestione delle acque
dolci, attraverso modifiche ai
programmi di misure, ai piani di
gestione e alle pressioni socio-
economiche.
Ne è un esempio il progetto
Explore 2070 [25], lanciato
dal Ministero dell’Ecologia
francese che mira a elaborare e
valutare strategie di adattamento
ai cambiamenti climatici
considerando uno scenario di
cambiamenti nazionali degli
idrosistemi e delle aree costiere
traguardato al 2050/2070.
A livello europeo la WFD
propone di ricorrere a strumenti
economici per la gestione delle
acque e identifica un principio di
imparzialità ed equità (secondo
il principio chi inquina-paga e
recupero dei costi) per la società.
Ne consegue che le valutazioni
economiche funzionali a calibrare
il programma di misure a
sostegno del piano di gestione
dei bacini idrografici dovranno
anche sviluppare modelli e
metodi per bilanciare le funzioni
ecosistemiche con i valori sociali.
La water governance si
indirizzerà quindi nel fornire
tecniche per: a) valutare costi
e benefici di metodi di gestione
delle risorse idriche che
costituiscano strumenti efficaci,
efficienti ed appropriati; b)
impostare efficacemente politiche
di gestione anche in bacini
trans-frontalieri; c) per migliorare
l’integrazione delle scienze
sociali e ambientali nella gestione
dei bacini fluviali.
In questo ambito la percezione
economica e sociale
dell’ambiente, unita a una
corretta gestione delle risorse
ambientali che assicuri sviluppo
senza compromettere la
sostenibilità degli ecosistemi
vitali (principi propri della Iwrm)
rappresentano elementi chiave
per comprendere lo stato delle
risorse e le possibili evoluzioni
future.
La Bibliografia è disponibile
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