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n.6 maggio 2012
FOTOVOLTAICO
SICUREZZA
La seconda parte della guida, affronta i diversi casi specifici che si pos-
sono verificare, presentando un totale di ventidue casistiche. Per poter
aiutare la lettura, in particolare da parte di un pubblico non specializzato,
è stato predisposto un albero delle decisioni. Rispondendo ad alcune
semplici domande (ad esempio, l’inclinazione del tetto è superiore ai
50°? È presente un parapetto fisso, un ponteggio o una linea vita?) è
possibile identificare facilmente la casistica a cui ci dobbiamo riferire nel
singolo caso.
Per ciascun caso è stata predisposta una scheda che descrive nel detta-
glio quali procedure seguire nel caso specifico. In alcuni casi l’albero
delle decisioni porta a una scelta obbligata, in altri vengono proposte due
o più soluzioni alternative tutte compatibili con la normativa e tra le quali
è possibile scegliere liberamente.
La guida è stata preparata in seguito a diversi incontri realizzati tra grup-
po di lavoro, associazione e installatori, per capire bene le esperienze
pratiche e le esigenze operative di ciascuno. Tutte le conclusioni sono
comunque state discusse con il Comitato Paritetico Territoriale per la
prevenzione infortuni di Varese.
In particolare è stato necessario approfondire nel dettaglio alcuni punti
specifici, su cui non tutti gli installatori concordavano. Tra gli altri, oggetto
di approfondita discussione sono stati l’installazione del ponteggio e la
necessità della redazione di un Piano di Sicurezza e Coordinamento.
L’installazione del ponteggio
Alcune imprese di installazione ricorrono sempre al ponteggio. Questa
soluzione è preferita perché sembra dare una migliore sensazione di
tranquillità agli operatori rispetto ad esempio alla linea vita. Alcuni instal-
latori ritengono che il ponteggio riduca lo stress psicofisico degli addetti.
Ovviamente questa prassi non è assolutamente in contrasto con la nor-
mativa vigente. È però opportuno sottolineare che il Testo unico sulla si-
curezza nei luoghi di lavoro (Decreto legislativo 81 del 2008) recita
all’art.111, comma 2: “Il datore di lavoro sceglie il tipo più idoneo di siste-
ma di accesso ai posti di lavoro temporanei in quota in rapporto alla fre-
quenza di circolazione, al dislivello e alla durata dell’impiego”. La durata
del lavoro è quindi uno dei fattori citati dalla normativa stessa per la scel-
ta dei dispositivi di sicurezza.
Dobbiamo inoltre ricordare che l’installazione del ponteggio potenzial-
mente introduce ulteriori rischi in cantiere, legati appunto all’installazione
dello stessa attrezzatura.
Anche in seguito a un confronto con il Comitato Paritetico Territoriale per
la prevenzione infortuni di Varese, riteniamo che caso per caso sia ne-
cessario ricercare un compromesso tra due possibili atteggiamenti.
Normalmente la durata di installazione del ponteggio è molto inferiore ri-
spetto alla lavorazione principale; nel caso dei piccoli impianti i lavori
durano complessivamente due o tre giorni, non molto di più del tempo
necessario a montare e smontare il ponteggio. In pratica è come se si
andassero a trasferire rischio e stress correlato da alcuni lavoratori (in-
stallatori pannelli) ad altri (installatori ponteggio).
In caso di cantieri di durata particolarmente breve, la realizzazione di un
ponteggio può risultare non giustificata, visti i rischi addizionali introdotti,
e si può ricorrere alla linea vita.
Quando la durata del cantiere per qualche motivo risulta più lunga allora
ci si dovrebbe indirizzare alla realizzazione del ponteggio. Ovviamente,
sia in un caso, che nell’altro gli operatori devono avere una formazione
specifica, l’attrezzatura deve essere certificata, il Piano Operativo di Si-
curezza deve essere realizzato come previsto.
Infine, l’installazione di una linea vita fissa consente di operare in sicurez-
za sulla copertura per tutte le occasioni future, anche non riguardanti
l’impianto fotovoltaico.
Piano di Sicurezza e Coordinamento
Tutte le volte che in un cantiere è prevista la presenza di due o più impre-
se deve essere redatto un documento aggiuntivo, il Piano si Sicurezza e
Coordinamento (PSC), e dovrà essere nominato un coordinatore per la
sicurezza.
Nella prassi corrente, molte imprese ritengono che, se la presenza delle
imprese non è contemporanea, la redazione del PSC non sia necessa-
ria. In realtà il dettato normativo risulta chiaro e non si presta a interpre-
tazioni. Infatti il D.Lgs 81/2008 all’articolo 90 comma 3 indica chiaramen-
te che “Nei cantieri in cui è prevista la presenza di più imprese, anche
non contemporanea, il committente (…) o il responsabile dei lavori (…)
designa il coordinatore per la progettazione”. Più avanti, all’articolo 91
comma 1 si spiega che tra i compiti del coordinatore vi è la stesura del
PSC.
Chiaramente, in molti casi l’interferenza tra la ditta installatrice e la ditta
che installa i ponteggi (o la linea vita definitiva) sarà di fatto nulla, dato
che si deve operare in momenti differenti.
Del resto, l’unica dimostrazione formale di questa non contemporaneità
è il crono-programma incluso, appunto, nel PSC. La normativa può risul-
tare paradossale: si è obbligati a realizzare un documento che certifica la
propria inutilità.
Di contro, in mancanza di una giurisprudenza che intervenga diversa-
mente sulla questione, non vi sono alternative possibili. La realizzazione
del PSC è quindi necessaria anche a tutela del committente, sul quale
ricadrebbero le eventuali responsabilità finali. Del resto è lo stesso com-
mittente a sobbarcarsi le spese di redazione.
Una collaborazione inedita
La guida è stata realizzata con la sponsorizzazione diretta di aziende del
settore e gruppi d’acquisto e ha l’obiettivo di permettere alle aziende di
trovare nei loro clienti degli interlocutori che comprendano le necessità
della sicurezza, che possano così essere guidati verso la consapevole
approvazione delle soluzioni proposte.
Allo stesso tempo, dovrebbe consentire alle famiglie di approfondire la
propria capacità di valutazione della professionalità delle aziende cui si
rivolgono.
Pur essendo stata sviluppata per un gruppo d’acquisto è stata da subito
messa a disposizione di tutte le associazioni attive in questo settore. Del
resto può utilmente essere utilizzata anche da singole famiglie interessa-
te a realizzare un impianto fotovoltaico.
Nella collaborazione tra aziende del settore, università e gruppi d’acqui-
sto solidali, questo studio vuole anche essere un esempio pratico di
come un sistema di economia solidale possa operare verso una promo-
zione di un rapporto economico veramente indirizzato al bene comune.