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n.6 maggio 2012
Legambiente, quelli di EnergoClub e quelli di Arianova, ma un elenco
esaustivo non è possibile, visto che in molte realtà locali sono attive as-
sociazioni che non hanno alcuna visibilità nazionale.
In ogni caso, l’associazione fa da garante dell’intero processo. Quando
una famiglia aderisce al GAS-FV l’associazione realizza un sopralluogo
e un’analisi delle bollette elettriche per valutare se l’ipotesi di realizzare
un impianto fotovoltaico sia fattibile tecnicamente e sia conveniente eco-
nomicamente.
Una volta che si è costituito un gruppo di famiglie interessate, viene pre-
disposto un bando a cui possono partecipare tutti gli installatori attivi nel-
la zona. In queste condizioni, gli installatori sono in grado di poter offrire
dei preventivi più convenienti di quelli normalmente offerti alla loro clien-
tela, visto che vincendo il bando potranno realizzare qualche decina di
impianti.
Da qualche anno anche l’associazione comasca “L’Isola che c’è” ha pro-
mosso la nascita di GAS-FV, mobilitando installatori e famiglie.
Il suo approccio è volto alla collaborazione tra famiglie e aziende per la
creazione di un rapporto di fiducia virtuoso che premi la competenza
dell’azienda e offra soluzioni di qualità a prezzi inferiori al mercato.
Il contesto incontrato dall’associazione è stato quello in cui i preventivi
normalmente offerti dalle aziende, variavano in modo anche rilevante ri-
guardo i costi della sicurezza in cantiere, il più delle volte nemmeno
espressamente indicati nei preventivi.
Questo portava le famiglie a formulare valutazioni incomplete e superfi-
ciali di quanto stavano per acquistare, con il rischio di privilegiare soluzio-
ni a prezzi più contenuti, in cui semplicemente la sicurezza non era con-
templata, spesso per meccanismi di sub-appalto dei lavori che puntavano
al ribasso dei costi di chi effettuava realmente l’installazione.
In pratica, alcune imprese fornivano un preventivo per l’installazione che
risultava più conveniente degli altri, ma che non era più competitivo una
volta inclusi i costi della sicurezza.
Il rischio era che le famiglie premiassero pacchetti commerciali in cui la
convenienza economica era ottenuta non per ottimizzazione della strut-
tura dei costi, ma per semplice riduzione del servizio reso, basandosi
sulla non conoscenza normativa e sul bisogno di lavorare di alcuni arti-
giani.
L’associazione, anche in virtù dei principi alla base della sua costituzione,
ha pertanto voluto verificare quali spese di sicurezza fossero effettiva-
mente giustificate dalla normativa e dalla prassi.
A tale scopo ha pertanto contattato l’Università dell’Insubria, dove è attivo
un corso di laurea in Ingegneria per la Sicurezza del Lavoro e dell’Am-
biente.
L’Università dell’Insubria ha pertanto sviluppato un pratico volumetto di-
sponibile online
dal titolo ‘La sicurezza
nell’installazione degli impianti fotovoltaici - Guida per proprietari e instal-
latori, insieme per un lavoro sicuro’
La Guida alla sicurezza nell’installazione
dei piccoli impianti fotovoltaici
In particolare la guida è dedicata alla sicurezza delle persone che realiz-
zano l’installazione di piccoli impianti fotovoltaici su tetti o coperture, cioè
della tipica realizzazione dedicata al fabbisogno domestico. Questi im-
pianti oltre ad assicurare la vicinanza tra produzione e utilizzazione, uno
dei cardini della generazione distribuita, evitano di occupare superfici a
terra altrimenti utilizzabili, valorizzando le coperture dei tetti, per loro na-
tura esposte all’irraggiamento solare.
Ma questa opportunità porta con sé la necessità di operare in un ambien-
te potenzialmente pericoloso, soprattutto in un contesto culturale (quello
delle piccole e piccolissime imprese) che tradizionalmente non valuta in
maniera adeguata la necessità di accorgimenti specifici che garantisca-
no la sicurezza degli operatori.
Un aspetto da sottolineare è la responsabilità del proprietario dell’abita-
zione circa il rispetto delle norme sulla sicurezza del lavoro per le opere
che si svolgono nella propria casa. In caso di incidente anche il proprie-
tario che non abbia controllato il rispetto delle norme viene chiamato in
causa. Di questo sono consapevoli purtroppo ancora poche famiglie. A
questo si aggiungono anche i rischi diretti (ad esempio la caduta di og-
getti dal tetto) per le famiglie che risiedono nell’edificio sede dell’intervento.
Lo studio dell’Università dall’Insubria è stato quindi indirizzato a colmare
il vuoto comunicativo tra esperti del settore e famiglie, ma non pretende
di sostituirsi alla formazione specifica che i tecnici sono tenuti ad avere.
La guida non è un trattato accademico, ma uno strumento pratico, utiliz-
zabile per interpretare un tema importante a partire dalle esperienze re-
ali delle famiglie e delle aziende che hanno supportato il progetto. Il tutto
el pieno rispetto delle normative vigenti.
La guida presenta per prima cosa alcune indicazioni generali valide in
tutti i cantieri di questo genere.
Tali indicazioni riguardano tra l’altro l’analisi preliminare del sito, la sele-
zione del personale più adatto al lavoro in quota, i metodi di prevenzione,
il rischio di caduta oggetti dall’alto.
Vengono inoltre presentati i quattro principali dispositivi che si possono
utilizzare (linea vita fissa o provvisoria, ponteggio e parapetto). Per cia-
scuno vengono ricordati i principali pregi e limiti che ne possono determi-
nare la scelta.
LISOLA
CHE
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