Page 45 - Energie & Ambiente n. 5

Basic HTML Version

Technologies, che ha suscitato l’interesse del Ministero dello
Sviluppo Economico. Forte di questa esperienza, Acimit ha
promosso un filone di attività tecniche all’interno di Nu-Wave,
in linea con i principi del progetto, tese a realizzare la Green
Label, una dichiarazione volontaria delle emissioni di CO
2
da
parte dei costruttori meccano tessili italiani.
La Green Label come strumento di calcolo
Il progetto Nu-Wave
u
), realizzato tra gennaio
2009 e dicembre 2011, cofinanziato dalla Comunità Europea
ha visto la collaborazione di 13 partner europei provenienti dal
mondo della ricerca e dell’industria meccanotessile.
Tra le attività del progetto, Acimit ha promosso lo sviluppo di
uno strumento informatico di calcolo, basato sulla metodologia
LCA (Life Cycle Assessment), per la valutazione delle perfor-
mance ambientali dei macchinari tessili e la realizzazione della
Green Label, una targa che il costruttore appone sul macchi-
nario, in cui vengono riassunte le informazioni energetico/am-
bientali dello stesso. L’analisi LCA [2] è una metodologia quan-
titativa che, in funzione di alcuni input (materie prime ed
energia) e output (prodotti e scarti), è capace di stimare gli
effetti ambientali di un ciclo di produzione e di evidenziarne i
punti critici, sui quali focalizzare la propria azione per ottenere
dei miglioramenti in un’ottica di sviluppo sostenibile, verso sti-
li di vita e prodotti più rispettosi dell’ambiente. Nel progetto
Green Label, l’approccio è stato utilizzato per la valutazione
del Carbon Footprint (CFP) come misura dell’impatto che il
settore meccanotessile ha sull’ambiente e, in particolare, sui
cambiamenti climatici. Il CFP di un prodotto è dato dalla som-
ma di due componenti: l’impronta primaria e l’impronta secon-
daria [3]. L’impronta primaria è la misura diretta delle emissio-
ni di CO
2
, dalla combustione di combustibili fossili, inclusi i
consumi interni di energia e le fasi di trasporto durante la nor-
male fase d’uso. L’impronta secondaria è la misura indiretta
delle emissioni di CO
2
causate da un prodotto, legate alla sua
fase di produzione ed eventuale dismissione.
L’impronta primaria può essere utilizzata come parametro
dell’ecoefficienza dei macchinari tessili, durante la loro vita uti-
le. Nel calcolo non è richiesto il coinvolgimento dei fornitori o
Figura 1 - Roadmap del progetto Nu-Wave
43
n.5 marzo 2012
di terze parti, essendo basato solo su dati tecnici relativi alla
fase di funzionamento. Inoltre, può anche essere usata come
strumento di comunicazione e marketing: essendo direttamen-
te collegata ai consumi, l’impronta primaria può fornire un’in-
dicazione delle performance della macchina, dal punto di vista
sia economico, sia ambientale. Per realizzare la Green Label,
nell’ambito delle attività di Nu-Wave, Acimit, ha creato un
gruppo di lavoro, nel quale sono state coinvolte le aziende
meccanotessili associate e all’interno del quale si sono defini-
te le linee guida per la realizzazione dello strumento di calcolo
dell’impatto ambientale e della relativa modalità di comunica-
zione:
- si è svolta un’indagine tecnico-commerciale, e la successiva
raccolta e valutazione dei dati;
- è stato definito il layout della “Green Label”;
- si sono identificate due aziende meccano tessili apripista
(membri Acimit) con le quali realizzare i progetti piloti;
- è stata applicata la metodologia LCA ai macchinari delle
aziende apripista;
- si è infine creato lo strumento informatico per il calcolo del
CFP e per la realizzazione della targa verde.
Dar visibilità alle prestazioni ambientali
La prima attività è stata l’elaborazione di un questionario, sot-
toposto agli associati Acimit, in cui si sono richieste informa-
zioni sui differenti cicli produttivi riguardanti il settore tessile.
Il gruppo di lavoro ha quindi approfondito la conoscenza del
variegato settore meccanotessile e individuato una serie di
parametri caratteristici, utili per la valutazione del CFP.
Dall’indagine si è evinto che i produttori sono in genere già in
possesso della maggior parte dei dati a costo zero (ad esem-
pio su manuale uso e manutenzione o targa tecnica), misurati
secondo una procedura interna prestabilita. Per questo, l’idea
della targa è di rendere maggiormente visibili tali parametri in
un’ottica di sfruttamento commerciale o di marketing, combi-
nandoli tra loro per fornire un valore assoluto di performance
ambientale, come è il Carbon Footprint. I parametri raccolti
nella targa verde raccontano in breve la macchina: una prima
categoria di parametri è strettamente legata al calcolo del CFP
(potenza installata, consumo acqua, elettricità, aria compres-
sa, vapore, agenti di lavaggio, uso chemicals), altri invece
sono utili per la valutazione complessiva del macchinario
(emissioni acustiche, uso di dispositivi di protezione individua-
le DPI, efficienza del processo analizzato, materiali trattati).
Essendo la targa verde una sorta di autodichiarazione, tutti i
parametri dovranno essere calcolati sulla base di un ciclo di
lavoro univoco e ripetibile, definito dall’azienda produttrice e
caratteristico della macchina oggetto del calcolo.
Gli apripista del progetto
Lo strumento di calcolo del CFP è stato realizzato grazie al
supporto di due apripista, due aziende propense all’innovazio-
ne tecnologica e allo sviluppo sostenibile, Flainox e Jaeggli
Meccanotessile. La prima azienda produce macchinari per tin-
toria e finissaggio tessile e aveva già intrapreso un percorso di
certificazione ambientale dei macchinari, la seconda si occu-
pa di impianti per mercerizzazione dei filati e tessuti.