Page 24 - Energie & Ambiente n. 5

Basic HTML Version

10000
9000
8000
7000
6000
5000
4000
3000
2000
1000
0
22
n.5 marzo 2012
Milioni di metri cubi
Acqua prelevata
Acqua immessa
Acqua erogata
in rete di distribuzione
volumi totali (1987) volumi totali (2005) volumi totali (2008)
450
400
350
300
250
200
150
100
50
0
Litri/ab/giorno
Acqua prelevata
Acqua immessa
Acqua erogata
in rete di distribuzione
volumi pro capite (1987) volumi pro capite (2005) volumi pro capite (2008)
RASSEGNA
Figura 1 - Prelievi e consumi a uso civile in Italia. Fonte: elaborazioni Ambiente Italia su dati Istat. Valori assoluti (a sinistra) e valori pro capite (a destra)
ACQUA
I consumi di acqua a uso civile
in Italia
I dati Istat relativi alle indagini più recenti sui
consumi a uso civile mostrano (Figura 1)
una crescita, sia in assoluto che in valori pro
capite, dell’acqua prelevata (che ha ormai
superato i 9 miliardi di metri cubi annui). Di
contro, il volume di acqua erogata all’utenza
sembra aver
raggiunto il
suo
massimo alla fine degli anni ’80 per poi
stabilizzarsi a valori medi nazionali di consumi
procapite intorno ai 250 litri/abitante giorno.
Considerando le prestazioni delle singole
città e limitatamente ai soli usi domestici
(al netto quindi dei servizi e delle attività
industriali servite dall’acquedotto urbano),
sulla base dei dati Istat relativi ai 115 Comuni
italiani capoluoghi di Provincia [1], emerge
un quadro piuttosto allarmante.
Sebbene i consumi pro
capite seguitino a
ridursi dal 2001, nel
2010 ancora più
della metà
delle città
capoluogo aveva consumi domestici superiori
ai 160 litri abitante giorno, mentre le città
virtuose d’Europa stanno ormai scendendo
sotto i 120.
Nonostante i consumi idrici elevati, sono
ancora numerose le città dove si registrano
problemi di continuità nell’erogazione idrica e
la necessità di razionare la fornitura d’acqua.
Secondo i dati del Rapporto di Legambiente
e Ambiente Italia Ecosistema Urbano [2], le
città con maggiori problemi di crisi idrica sono
concentrate nel centro-sud Italia: fra esse vi
sono città come Catania, Catanzaro, Reggio
Calabria che presentano consumi pro capite
superiori ai 190 litri per abitante al giorno.
Il quadro che emerge mostra, accanto al
ben noto problema dell’efficienza della rete
acquedottistica, un consumo idrico urbano
medio superiore ai 250 litri/abitante giorno, e
un consumo domestico medio dell’ordine dei
180 litri/abitante giorno. Consumi domestici
di simile entità sono considerati ancora
oggi assolutamente normali. Un recente
studio Censis [3], che mette in evidenza
diverse anomalie del settore idrico italiano,
non accenna minimamente al problema dei
consumi elevati: parla di “un consumo di 200
m
3
/anno (quello più frequente, corrispondente
al consumo medio di una famiglia di tre
componenti)” come se un tale consumo,
corrispondente a più di 180 litri/abitante/
giorno, fosse tranquillamente accettabile
(Tabella 1).
Si tratta, invece, di valori largamente superiori
a quelli di altri Paesi sviluppati (come la
Germania, la Damimarca, il Belgio o alcune
aree della Spagna) che presentano livelli di
servizio idrico di qualità almeno equivalente
alle città italiane, e considerati in modo
molto positivo dagli utenti. In Italia, invece, a
fronte di volumi erogati più elevati, è ancora