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n.4 novembre 2011
FOCUS
L’energia geotermica è sempre
stata la “Cenerentola” delle
fonti rinnovabili. Conosciuta
e sfruttata ¿n dall’antichità,
non ha mai avuto sviluppi
improvvisi o incentivi particolari
alla diffusione. In parte questo
è dovuto alle tecnologie
di sfruttamento: o molto
complesse e costose, oppure
semplici ma poco conosciute.
Per la produzione elettrica da
geotermia si tratta di centrali
a vapore con scambiatori che
sfruttano le alte entalpie dei
Àuidi geotermici. Per le basse
entalpie si tratta di sistemi di
riscaldamento che necessitano
di un’adeguata conoscenza
della struttura geologica e
della geotermia, oltre che
di investimenti onerosi se
paragonati alla generazione
tradizionale. Questi motivi
hanno relegato la geotermia
nel campo delle energie meno
prese in considerazione nel
caso di nuove installazioni.
Tuttavia, ultimamente,
qualcosa sta cambiando. Da un
lato c’è il riconoscimento che
le risorse geotermiche sono
potenzialmente grandissime,
dall’altro la tecnologia sta
fornendo sistemi sempre più
performanti per lo sfruttamento
delle temperature intermedie e
per lo sfruttamento di sorgenti
a grande profondità. Proprio
in merito a queste ultime sono
stati recentemente compiuti
ulteriori passi che rendono la
tecnologia degli hot dry rocks
o EGS* economicamente e
tecnicamente applicabile ai
bacini profondi (profondità
maggiori di 2 km). Al momento
si stanno perfezionando le
tecniche di modellazione del
sottosuolo e l’af¿dabilità per
quelle di trivellazione oltre
a sensibilizzare il mondo
industriale e della ricerca
accademica verso una
sorgente rinnovabile ¿nora
restata ai margini.
Stati Uniti
Per esempio, negli Stati
Uniti la quantità di energia
geotermica è enorme: è
la quarta fonte di energia
rinnovabile in ordine di
grandezza dopo l’idroelettrica,
le biomasse e l’eolico. Gli
scienziati stimano che
le risorse connesse allo
sfruttamento degli ‘hot dry
rocks’ potrebbero rifornire
tutti gli Stati Uniti di energia
primaria per almeno 30.000
anni (Eere, 2007a). Tuttavia,
la tecnologia per sfruttare
l’energia geotermica è ancora
in uno stato relativamente
precoce dello sviluppo, cosa
che ha drasticamente frenato
la quantità effettivamente
sfruttata. Secondo la
Geothermal Energy
Association, negli Stati Uniti la
potenza installata di energia
geotermica è stata di circa
2.800 MW elettrici nel 2006,
rimanendo sotto la capacità
produttiva di idroelettrica
solo del 3%, e contribuendo
allo 0,3% della produzione
totale di elettricità degli USA.
Tuttavia a livello regionale,
l’energia geotermica è molto
più importante in alcuni stati,
per esempio rappresenta circa
il 6% dell’energia prodotta in
California, il 10% per il nord
del Nevada e 25% per le Isole
Hawaii.
L’energia geotermica negli
Stati Uniti continua a essere
un settore di attività in
sviluppo: nel 2010, gli USA
avevano 3.086 MW di potenza
installata per 77 centrali
elettriche; il più grande gruppo
di geotermia in tutto il mondo
si trova a The Geysers,
un campo geotermico in
California. Mediamente
gli Stati Uniti generano 15
GWh di energia geotermica
per anno, paragonabile a
bruciare circa 25 milioni di
barili (4.000.000 m
3
) di olio o 6
milioni di tonnellate di carbone
all’anno.
A livello geogra¿co le centrali
geotermiche sono in gran
parte concentrate negli stati
occidentali, vicino alla catena
delle montagne rocciose dove
maggiore è l’attività vulcanica
e minore lo spessore della
crosta terrestre (Figura 1).
Una valutazione delle risorse
geotermiche mostra che
nove Stati hanno il potenziale
per fornire oltre il 20% del
fabbisogno elettrico nazionale
con il solo sfruttamento
dell’energia geotermica.
Proprio nel mese di settembre
2011, negli Stati Uniti, il
Dipartimento dell’Energia
(DOE) ha annunciato i
¿nanziamenti ¿no a 38 milioni
di dollari per promuovere la
ricerca geotermica.
Il ¿nanziamento è da
suddividere su tre anni per
progetti in grado di accelerare
lo sviluppo delle tecnologie
Figura 1 - Il potenziale delle risorse geotermiche statunitensi con le temperature e le profondità di sfruttamento.