Page 66 - EA_nov11

Basic HTML Version

RISPARMIO
IDRICO
legati ai processi produttivi è ancora
molto basso nella maggior parte
delle realtà e in particolare delle
PMI. Alla mancanza di conoscenze
si accompagna un’assenza di
monitoraggio dei consumi idrici, che
rende ancora più difficile qualsiasi
valutazione di efficienza. È evidente
quindi la necessità di una formazione
di base che garantisca la diffusione
dei contenuti minimi necessari
per un uso efficiente dell’acqua, la
conoscenza degli strumenti e delle
metodologie a disposizione delle
imprese, la definizione di sistemi
di monitoraggio dei prelievi, degli
utilizzi interni, degli scarti. Questo
permetterebbe di liberare gli ampi
margini di sviluppo sostenibile
non ancora sfruttati dalle imprese,
includendo l’acqua nelle scelte
strategiche e nelle valutazioni di tipo
gestionale.
Trasferimento tecnologico
La tecnologia è uno dei driver chiave
per la riduzione dei consumi idrici e
per l’aumento dell’efficienza. I costi
elevati legati alle nuove tecnologie
e le asimmetrie informative sul
ritorno economico, spesso frenano
il processo di efficientamento.
Guardando in particolare alle
PMI è necessario promuovere
il trasferimento e l’adozione di
quelle tecnologie che si trovano
già sul mercato, che sono state
sviluppate e testate, il cui costo è di
conseguenza accessibile in quanto
già ammortizzato. La corsa alle
nuove tecnologie e ai prototipi rischia
di frenare l’ottenimento di una base
di efficienza che potrebbe invece
migliorare notevolmente la situazione
attuale, in particolare nel settore
agroalimentare.
Aggiornamento normative
Nonostante la Normativa italiana
152 del 2006, che ha recepito
la direttiva europea, preveda
obiettivi di risparmio idrico e
riuso, i limiti cautelativi inseriti
rendono estremamente difficile
ed oneroso il riuso diretto. Questa
incoerenza normativa disincentiva
comportamenti virtuosi, richiedendo
vincoli troppo stringenti o misurazioni
troppo onerose. Si tratta quindi di
uno degli aspetti da approfondire, sia
in termini di potenziale risparmio di
risorsa ottenibile che economico, per
proporre modifiche che favoriscano
comportamenti sostenibili da parte
delle imprese.
I prossimi sviluppi
Nel momento in cui questo articolo
viene scritto il Water Saving Kit è
in corso di definizione. I partner
del progetto hanno approvato un
approccio metodologico basato
sull’idea di responsabilità ambientale
allargata alla filiera. Questo approccio
mira a favorire la sostenibilità
del prodotto inteso nel suo ciclo
di vita, nonché la sostenibilità e
la competitività del territorio di
riferimento che, nel caso della risorsa
idrica in particolare, necessita di un
impegno congiunto di tutti gli attori
che si vogliono raggiungere.Per
assicurare questi obiettivi il kit dovrà:
- essere modulare, in modo da poter
consentire un’applicazione graduale
e personalizzata rispetto alle
esigenze specifiche delle imprese
pilota;
- essere esteso, in un’ottica di
responsabilità sociale di impresa, da
ciascuna azienda pilota ai fornitori
soci e, successivamente, agli altri
fornitori, per consentire una riduzione
graduale e inesorabile dei consumi
idrici di tutta la filiera.
Per gli ultimi aggiornamenti sullo
sviluppo del Water Saving Kit si veda
il sito del progetto
Tipo
Numero
Normativa di riferimento
7
Strumenti per l’inquadramento strategico (impronta
ecologica, etichettatura ambientale, ISO 14064)
16
Strumenti di gestione (water footprint, global water tool,
guidelines for preparing a water efÀciency management
plan)
8
BAT e best-practice (progetti Proteo, ACT Clean,
Switch for food)
61
Modelli di partnership pubblico-privato (progetti Gaia,
LacRe ed Euresp)
4