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mostrano piccole variazioni per
la temperatura media; analoghe
piccole variazioni per la pioggia
e variazioni più marcate per il
vento, ma complessivamente gli
andamenti sono analoghi.
Partendo da questi risultati,
considerato anche l’esiguità del
campione costituito da una singola
stagione, si è deciso di estendere
lo studio a tutto il campione di
dati disponibili dal 10/4/2001 al
31/12/2007. Su tali dati è stato
utilizzato un programma di calcolo
realizzato mediante foglio di
calcolo Excel. Siano a, b, c, e d
i valori nei quadranti 11, 12, 21
e 22. Inizialmente a=b=c=d=0.
Il programma esamina il primo
giorno; supponiamo che piova
e il PM10 cresca, allora a=1.
Secondo giorno ancora piove e
PM10 cresce, a=2. Terzo giorno,
piove, ma PM10 descresce, b=1,
e così via; il programma calcola le
probabilità condizionate spiegate
precedentemente su tutto il
campione di dati, con i risultati
riportati nelle Tabelle 1 e 2.
I valori riportati nella colonna
probabilità sono da intendersi:
il primo la probabilità di una
diminuzione della concentrazione
del PMx rispetto al giorno
precedente in caso di pioggia, il
secondo in assenza di pioggia.
L’intervallo di confidenza
rappresenta i limiti inferiore e
superiore che può assumere
questa probabilità in relazione al
numero di casi considerati.
L’analisi statistica conferma quindi
che l’effetto diluente di pioggia
e vento è sempre presente. È
leggermente più marcato l’effetto
di diluizione, sia nel caso della
pioggia che del vento, sul PM10
che sul PM2,5. Un risultato
analogo, e cioè che l’effetto
della pioggia non è uguale per i
diversi componenti del particolato
atmosferico ma viene dilavato con
maggior efficienza il particolato
costituito dalle particelle più grandi,
è stato rilevato in uno studio
effettuato in Toscana nell’ambito
del Progetto regionale Patos [5].
Conclusioni e considerazioni
Lo studio ha consentito di
evidenziare e quantizzare l’effetto
dei parametri meteorologici, vento
e pioggia, sulla concentrazione
dei PMx. Un ulteriore
approfondimento, considerando
dati rilevati nello stesso punto,
con una approfondita valutazione
degli effetti delle diverse situazioni
meteorologiche relative a pioggia
e vento, sia singolarmente sia in
sinergia, risulta sicuramente utile
per una migliore comprensione
dei meccanismi che concorrono a
regolare le variazioni temporali di
questi fenomeni di inquinamento e
per una loro migliore gestione.
BIBLIOGRAFIA
[1] A. Marconi et al., “Stazione di rilevamento dell’Istituto Superiore di
Sanità per lo studio della qualità dell’aria:anni 2003 e 2004” G Cattani,
G Viviano (Ed.), Rapporti Istisan, 2006, 06/13, 37.
[2] Cafe Working Group on Particulate Matter. Second Position Paper
on Particulate Matter. Final draft. April 2004. Disponibile all’indirizzo:
groups/2nd_position_paper_pm.pdf. ultima consultazione: 14/07/11.
[3] S. Palmieri, A.M. Siani, G.R. Casale, Atti Dei Convegni Lincei n. 227,
Accademia Nazionale Dei Lincei, 2007, 227, 65.
[4] D. Dina et al., “Concentrazione di materiale particellare PM10 e
PM2,5 in area urbana: l’influenza di alcuni parametri meteorologici”,
Comunicazione a Convegno: Environment including global ch’ange,
Palermo 9/10/2009.
[5] R. Udisti, “La composizione e l’origine del PM10 in Toscana – La
componente inorganica”, Progetto Regionale Patos (Particolato
Atmosferico in Toscana): il PM10 in Toscana, Workshop 26/3/2007,
documenti/12%29%20Progetto%20Patos%20documento0002.pdf ;
ultima consultazione 03/06/2011.